MX 2020. Tony Cairoli, il bilancio di una stagione
"E’ stato un campionato strano - inizia a raccontare Cairoli -, ma noi abbiamo fatto sempre il massimo. Purtroppo la forma fisica ci ha rallentato a causa di qualche problemino di troppo, specialmente nelle ultime tappe di campionato. Siamo contenti comunque di essere stati sempre competitivi”.
Cosa si poteva fare in più o meglio?
“Di più non credo… abbiamo fatto sempre il massimo. Ovviamente c’è stato qualche errorino di troppo che non era il caso di fare, anche in considerazione dell’esperienza che ho. Qualche caduta si poteva evitare”.
Il minimo errore costa caro...
“Sì, il passo è alto per tanti piloti rispetto soprattutto al passato, dove ce n’erano magari quattro o cinque che andavano forte: adesso ce ne sono più di dieci. E’ difficile fare un paragone, vanno forte tutti, e quindi è anche difficile recuperare”.
Comunque sei sempre stato lì in campionato...
“Il passo c’è, ma ovviamente è molto più difficile recuperare, e anche solo se parti male e tanti sono quelli che vanno forte. Poi con le gare così attaccate se fai un errore è ancora più difficile recuperare anche da un piccolo infortunio”.
Che peso ha avuto correre tre volte in due weekend?
“Per me che il recupero non è più quello di una volta, sicuramente non è mai semplice, soprattutto per l’infortunio che ho avuto al ginocchio”.
La moto come è andata?
“Nel corso dell’anno non abbiamo fatto grandi cambiamenti. Non abbiamo fatto tanti test proprio perché ci sono state tante gare una attaccata all’altra e con il problema al ginocchio non è stato facile nemmeno allenarsi. Ho dovuto un po’ lasciare al caso allenamenti che andavano fatti”.
Fisicamente lo sforzo è stato molto impegnativo?
“Sicuramente è stato uno dei campionati più difficili mai fatti, anche perché ho corso una gamba e mezzo. E’ stato difficile anche a livello mentale per restare sempre a un livello così alto. Mi sono sorpreso di essere riuscito tantissime volte a superare ostacoli grandi”.
Perché ha vinto Tim Gajser?
“E’ stato più veloce, è stato più costante e sinceramente non ha fatto errori. In queste condizioni per me era veramente difficile attaccarlo. Lui era più in forma e io avrei potuto portare a casa il campionato solo per i suoi eventuali errori”.
Andare in moto è sempre stato per te prima di tutto un divertimento. Adesso il peso dei risultati comincia a farsi sentire?
“Quest’anno non c’era nessun peso, perché non partivo come uno dei favoriti. In tanti dovevano dimostrare più di me. E’ stato un anno in cui a livello mentale non ho avuto nessuna pressione”.
L’arrivo di un figlio cosa ha portato?
“Beh, sicuramente molta gioia, ci divertiamo molto ed è tranquillo. L’unico problema è che gli piacciono le moto”.
È un vero esempio per tutti, giovani e meno giovani.