MXGP #10. GP d’Italia. Ad Maggiora!
Maggiora, Novara, 13 Giugno. Proviamo ad azzerare tutto, a ripartire su un foglio bianco, a non avere riferimenti nel passato né proiezioni o pronostici per il futuro. Ce lo possiamo permettere? E perché no? Siamo arrivati allo spartiacque del Mondiale MXGP, al giro di boa di metà Campionato. Quello che va in scena al Maggiora Park è di per sé un evento tra gli eventi, solo a citarlo o chiamarlo in causa. È il Gran Premio d’Italia che può scrivere la propria storia indipendentemente dai palinsesti, dai capitoli già scritti, dalle sue leggende. Maggiora è sempre passibile di passare alla storia staccato dagli eventi che lo hanno preceduto e che lo seguiranno. È un po’ il mito riconosciuto, associato a termini tipo “magnificente”, “leggendario”, “glorioso”. Maggiora può essere l’episodio a sé stante del Campionato, l’evento con una luce propria. Ecco perché azzerare tutto. Perché evitare di andare a leggere nella sfera o fare complicati calcoli per cercare di spiegare quello che potrebbe succedere. Azzeriamo tutto. Mettiamo nel computer della mente solo tre cifre: 45°41'40.9"N 8°25'38.4”E, che sono le coordinate della pista, Time 00:00:00:00 sulla macchina del tempo, cioè dove tutto avrà inizio, e 1.73, il miglio abbondante del giro del circuito.
Ci sono buoni motivi. La tabella rossa della MXGP è passata di mano cinque volte, avanti e indietro tra Jorge Prado e Tim Gajser. All’inseguimento vano dello spagnolo e dello sloveno sono andati, tuttavia scadendo inesorabilmente, Febvre, Herlings, Seewer. Prado e Gajser si alternano in testa alla classifica, separati da un’inezia ma danzando su frequenze diverse. Sei volte vincitore l’ufficiale GasGas, solo due l’ufficiale Honda, e a testimoniare che il Mondiale non è un match race c’è la vittoria di Herlings in Lettonia. In MX2 i conti sembrano non tornare. Hanno vinto de Lucas Coenen, 4 volte, de Wolf, 3 volte, Everts, 2 e Sacha Coenen, 1. Eppure dalla Patagonia argentina al baltico della Lettonia, Kay de Wolf, Husqvarna Nestaan, è stato sempre in testa. Mai mollata una leadership che sembrava poter rimbalzare all’impazzata come la pallina di un flipper.
Basta questo per dire che gli equilibri si formano, e si mantengono, su basi le più disparate e, quando non si rompono nella noia di una ripetizione martellante di vicende, puranche trionfali, rappresentano l’essenza del brivido dello spettacolo, dell’incertezza che logora, del senso che tutto possa cambiare in un attimo.
Non aiuterebbe, del resto, neanche il meteo, che geopardizza nel tempo e nella geografia macchie di quella pioggia che sembra accompagnare buona parte del Campionato. Bella premessa per garantirsi, si sta parlando di Maggiora, una domenica di pista umida sotto il sole. L’ideale, insomma. Inutile dire che lo scorso anno Maggiora fu l’altare di celebrazione del Mondiale 2023, vinto da Prado e da Adamo.
Ad Maiora! Dunque. Ad Maggiora!
E mi gira davanti agli occhi pure Asti. E tutti gli altri, Caramellino, Gaspardone, Beirer, Dolce, Button, Chiodi, Delepine, Bartolini, dal regionale junior al mondiale.
Quanto rimpiango Arsago Seprio.