1991 - 2021: buon compleanno, Akrapovic!
Se ci seguite con attenzione sapete bene che non è certo la prima volta che ci occupiamo di Akrapovič. D'altra parte, con trent'anni di storia - anche se qui da noi gli scarichi sloveni sono diventati popolari un po' più tardi - un palmarés che teme davvero pochi confronti e soprattutto una struttura produttiva d'eccellenza per gli standard europei e mondiali, sarebbe difficile oltre che ingeneroso ignorare il marchio dello scorpione.
Tutto è iniziato nella primavera del 1991 ad opera del fondatore, Igor Akrapovič, come nelle migliori tradizioni in una piccola officina poco lontana dall'attuale quartier generale di Ivančna Gorica, alle porte di Lubiana. Igor, pilota motociclistico di buon livello, è abituato dai tempi dell'ex Jugoslavia, quando era difficilissimo reperire pezzi racing, a prepararsi da solo le moto, costruendo quello che non riesce a procurarsi. Pratica che gli ha fruttato grande esperienza nella creazione di impianti di scarico, tanto che inizia a lavorare anche sulle moto dei suoi avversari.
Il resto, come si dice, è storia: spinto dalla passione per la meccanica, da un perfezionismo caratteriale e dalla sua audiofilia (uno dei concetti base di Akrapovič è che gli scarichi devono essere belli, prestazionali ma anche migliorare il "tono di voce" rispetto all'impianto che vanno a sostituire) Igor si dedica alla produzione di impianti di scarico, inizialmente solo racing, ampliando poi lo spettro ai mezzi di serie.
Nelle gare la crescita è istantanea. Nel giro di soli cinque anni gli scarichi Akrapovič arrivano al Mondiale Superbike, sulle Kawasaki di Jochen Schmid, nel 1996. Un anno dopo la prima vittoria iridata, sempre con la Kawasaki ZX-7R, ad opera di Akira Yanagawa. Tre stagioni dopo il primo iride, sempre in SBK, con Colin Edwards. E poi lo sbarco in MotoGP, nel 2002, sull'Aprilia ufficiale; l'arrivo del quattro tempi permette ad Akrapovič - che non si è mai impegnata nello sviluppo e nella produzione di impianti per i due tempi, fatta eccezione per la Suter MMX - di iniziare a collaborare con le Case nel Motomondiale.
E sarà proprio la MotoGP a regalarle la centesima affermazione (nel 2015 con Jorge Lorenzo) di una lista di titoli che continua ad allungarsi - al momento sono 140 i campionati mondiali all'attivo della Casa slovena. Due anni fa, nel 2019, Colin Edwards è diventato il primo brand ambassador Akrapovič, evento festeggiato con una mostra a lui dedicata.
Nel frattempo l'azienda cresce a ritmo costante, grazie a costanti investimenti in strumenti allo stato dell'arte. Il quartier generale di Ivančna Gorica è dotata di una fonderia interna per il titanio (una delle sei presenti in Europa), di un laboratorio metallurgico, per non parlare del reparto corse - dove vengono sviluppati, non solo prodotti, gli impianti di tutte le MotoGP tranne una - e di quello R&D.
Oggi Akrapovič ha 1.300 dipendenti, suddivisi fra il quartiere generale di cui sopra e lo stabilmento produttivo di Črnomelj. Ha vinto quattordici volte il Red Dot Award, una delle quali per lo scarico Evolution Line dedicato alla Ducati Panigale 1199.
Per festeggiare la ricorrenza, Akrapovič nel 2021 ha creato due scarichi in serie limitata - 30 esemplari ciascuno - della famiglia Evolution Line chiamati Anniversary Edition, ovviamente in Titanio. Uno per le auto, dedicato alla Ferrari F8 Tributo. E uno, per celebrare i suoi inizi, dedicato alla Kawasaki ZX-10R ed RR.
Per tutto il 2021, la Casa slovena pubblicherà contenuti sul sito dedicato ai suoi trent'anni, creato apposta per la ricorrenza e che verrà costantemente aggiornato.
Però anche grandi potenzialità in fatto di marketing, a traino di KTM e Red Bull e poi BMW.
Restano altri prodotti, soprattutto italiani, magari meno sofisticati ma validissimi, anche a livello di materiali, a prezzi decisamente più competitivi.
In quanto a storia, anche e soprattutto sportiva, noi possiamo vantare marchi come Termignoni, che poco ha da invidiare ad Akrapovic.
Fedele a questo marchio dal lontano 2000 dove mi consigiarono e montarono un completo full titanio sulla mia Kawasaki Ninja 1200 ho anora le foto della prova al banco, SPAVENTOSA per l'epoca