Ancma: moto più sicure e meno inquinanti a partire dal 2014
L’Unione Europea si prepara a varare il nuovo quadro normativo che stabilisce i parametri tecnici con cui verranno omologati, a partire dal 2014, moto, ciclomotori, tricicli e quadricicli (veicoli di categoria L).
In occasione di EICMA 2013, i protagonisti di questo percorso legislativo hanno incontrato i rappresentanti del settore per discutere delle opportunità di comparto, ovvero i cambiamenti del mercato, la nuova mobilità urbana e lo sviluppo dei propulsori ad alimentazione alternativa (elettrica e a idrogeno).
Il regolamento approvato dal parlamento Europeo e dal Consiglio mira a migliorare la sicurezza e a ridurre le emissioni inquinanti dei veicoli appartenenti alla “categoria L”, grazie ad un percorso di sviluppo che si dovrebbe completare entro l’anno 2020.
Le nuove misure comprendono – a partire dal luglio 2014 – la normativa Euro3 per ciclomotori e quadricicli leggeri, oltre all’accensione automatica delle luci per gli stessi.
Nel 2016 entrerà invece in vigore la normativa Euro4 per moto, tricicli e quadricicli pesanti, oltre ai nuovi dispositivi di sicurezza per l’impianto frenante; ovvero l’ABS obbligatorio per le moto al di sopra dei 125 cc.
Un occhio di riguardo anche ai mercati: verranno infatti introdotti dei sistemi di sorveglianza con cui la Commissione Europea e gli Stati Membri si propongono di meglio far rispettare le normative, soprattutto per quanto concerne la conformità dei prodotti di rilievo.
Sempre dal 2016 i costruttori affronteranno l’introduzione obbligatoria dell’OBD (On Board Diagnostics), ossia di prescrizioni relative alle emissioni evaporative, alla durability e l’obbligo di rendere disponibili a tutti gli operatori di mercato le informazioni utili alla ripartizione e alla manutenzione dei veicoli.
Nel 2017 tutti i veicoli di categoria L passeranno all’Euro4, mentre nel 2020 tutti i veicoli appartenenti alla categoria L dovranno passare all’Euro5 e dovranno essere corroborati da una analisi di impatto ambientale capace di tenere conto dei parametri tecnici ed economici. Un’analisi che la Commissione Europea dovrà realizzare entro il 2016.
Confindustria ANCMA, l’Associazione Nazionale Cicli Motocicli e Accessori e ACEM, l’Associazione Europea dei Costruttori di Motociclette, hanno denunciato fin dall’inizio la necessità di un calendario accettabile di prescrizioni e adempimenti amministrativi per l’industria, con un impatto finale contenuto sui costi per il consumatore.
Il Vice-Presidente della Commissione Europea Antonio Tajani, Responsabile per l’Industria, sostiene la necessità di una semplificazione della legislazione europea per ridare slancio al comparto del veicolo e della componentistica.
Rilanciando il progetto CARS2020, un apposito forum che riunisce tutti gli attori europei dell’automotive compresi i costruttori moto, l’UE si propone di tutelare il comparto promettendo competitività e sostenibilità all’industria europea, oltre a proporsi di aprire nuove opportunità di mercato anche al di fuori dei confini europei.
Il piano d’azione presentato dalla Commissione Europea si propone inoltre di favorire il rafforzamento dell’industria motoristica dell’UE e si basa sulla “Vision 2020”che mira a rendere il settore competitivo e sostenibile al fine di conseguire il risultato formulato nella relazione finale CARS 21.
Su tale base la Commissione propone azioni concrete nell’ambito di: emissioni, finanziamento della ricerca, elettromobilità, sicurezza stradale, nuove conoscenze, regolamentazione intelligente, negoziati commerciali e armonizzazione a livello internazionale.
Il piano d’azione comprende quattro pilastri – ciascuno dei quali racchiude azioni proposte dalla Commissione, che le realizzerà insieme agli Stati membri e alle autorità regionali nei prossimi sei anni – ovvero: investire in tecnologie avanzate e finanziare l’innovazione; un mercato interno più forte ed una regolamentazione intelligente; mercati globali e armonizzazione internazionale delle normative riguardanti gli autoveicoli e anticipare l’adattamento, oltre ad attutire gli impatti sociali degli adeguamenti industriali.