Anthony Gobert, il talento australiano è in fin di vita
Pilota dotato di straordinario talento, Anthony Gobert sta attraversando l’ultima fase di una grave malattia che in poco tempo lo ha portato alla situazione attuale, nella quale lo scopo dell’equipe medica è quello di alleviare il dolore di una malattia incurabile, progressiva e in fase avanzata. Purtroppo, le prospettive sembrano ormai sempre più vicine all’ineluttabile conclusione.
Sta calando l’ultima bandiera a scacchi, quella che unisce la vita dell’uomo insieme a quella del pilota. La prima costellata da eccessi, irrequietezza, sregolatezza, una vita caratterizzata da abuso di alcool e droga e che purtroppo ha impedito a Gobert di agguantare i riconoscimenti sportivi più importanti e decisamente alla sua portata.
Quella di pilota ha visto un Anthony talentuosissimo, incredibilmente veloce; anche con una moto chiaramente inferiore riusciva a mettersi dietro piloti del calibro di Carl Fogarty, Colin Edwards e Troy Corser. Tanto veloce che vincendo all’esordio come wildcar nel mondiale Superbike in sella ad una Kawasaki 750, Honda decise di non farselo scappare e lo prese subito come proprio pilota. Ma il suo lato ribelle, refrattario alle regole, alla disciplina, oltre che un brutto episodio di violenza riconducibile alla sua vita sregolata e che lo mise in coma per un po' di tempo, mandò all’aria quella che poteva essere una carriera stellare.
Difficile rimanere indifferenti pensando alla vita di Anthony Gobert. Una storia unica, un copione scritto da un maestro del melodramma nel quale la musica era l’urlo di un quattro cilindri in linea e il palco era il campionato mondiale Superbike nei suoi anni più belli e ruggenti.
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Lucone680, Trento (TN)mi dispiace moltissimo, è stato un pilota fantastico, un "pazzo" con un talento immenso.
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giacomino791, Monserrato (CA)Cresciuto nel Supercross Australiano, in realtà nel 1994 debuttò prima con la RC45 a Sugo. Nonostante due ottimi piazzamenti senza conoscere moto, gomme e pista, la Honda non ne volle sapere di ingaggiarlo per il suo carattere diciamo "troppo poco professionale". Lo prese quindi il team Muzzy, campione in carica con Russell, che lo fece correre nell'ultimo round di Phillip Island, e sappiamo tutti cosa fù in grado di fare. Quando poi lo ingaggiò la Suzuki per farlo correre (ancora al posto di Russell) con la RGV 500 ero convinto che sarebbe diventato l'erede di Schwantz....Ha gettato al vento tutte le possibilità che il suo talento naturale gli ha offerto e come tutti, mi chiedo come sarebbe andata a finire se avesse avuto un pò di sale nella zucca. Ad oggi penso sia stato l'unico pilota ad aver vinto con tre moto diverse in SBK. Genio e sregolatezza, proprio per questo sarà ricordato per sempre.