Autostrade e Coronavirus. Solo un quarto del traffico
L'arrivo del Coronavirus e le conseguenti misure decise dal Governo per rallentarne la diffusione hanno fortemente cambiato la nostra vita. Siamo chiusi in casa per limitare gli incontri e questo ovviamente ha progressivamente ridotto gli spostamenti e il traffico. Anzi, la riduzione non ha seguito una linea progressiva e continua, ma dobbiamo più immaginarla come una scala: ad ogni decreto, ad ogni divieto e restrizione si è visto un netto e repentino calo, una stabilizzazione sulle nuove cifre e così fino al nuovo decreto.
Uno specchio cristallino di come la mobilità è stata impattata dal coronavirus sono i dati del traffico autostradale. Tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo si iniziano a notare gli effetti del Coronavirus, le persone si muovono meno e alcuni già lavorano il smartworking, la settima 9 (l'ultima di febbraio) registra un calo del 17,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (dati Atlantia). All'inizio di marzo le misure diventano più stringenti e si inizia a parlare di zona rossa: gli ingressi in autostrada calano del 22,7%.
L'11esima settimana, quella tra il 9 e il 15 marzo segna la riduzione più drastica -56,3% che scenderà a oltre il 70 nelle settimane successive fino al -76,1% della scorsa settimana. Nella rilevazione vengono sommati traffico pesante e leggero e quindi considerando che il traffico merci non si è fermato (anche se ha registrato una contrazione) conseguentemente si deduce che il calo di quello auto è superiore alle percentuali riportate.
Gli stessi numeri, con ritardo iniziale di una o due settimane sono riscontrabili anche in Francia e in Spagna dove ora si è raggiunti cali del -73,4% (Spagna) e del -79,7% (Francia).
Quelle autostradali sono le peggiori mangiatoie del Paese.
Essendo di Genova sono particolarmente toccato dalla loro avidità e di riflesso attenzione all'utenza pagante.