Billy Bolt, Husqvarna. Pareggio UK, poi l’Italia di Abestone Mondiale dilaga
Abetone, Italia, 11 Luglio 2021. Liqui Moly Abestone 2021. Anno 1. Una bellissima, lunga storia. Comincio a raccontarvela. C’era una volta l’Enduro… Ti spiacerebbe tagliare corto, per favore? OK. È chiaro che tutto viene la sera… dopo i rigori. È lì che quella seconda domenica di luglio è e resterà memorabile. Però tutto era iniziato qualche ora prima con il… pareggio degli inglesi. Eravamo ancora lì che ci chiedevamo se l’Inghilterra avesse o no il diritto di partecipare a questa finale, nella testa un inno “Breeeeeexit… Breeeeeexit…”, che saliva un urlo bestiale. Stava passando in testa il cannoniere inglese dell’Hard Enduro, che poi avrebbe vinto: Billy Bolt. Non importa se italiani, inglesi o turchi, il fuoriclasse con i baffi, il William dell’Hard è universalmente riconosciuto e rispettato. Amato fino al delirio. l’Italia della sera era ancora ansia di attesa, Liqui Moly Abestone era già emozione Mondiale travolgente. L’Italia del Calcio sarebbe diventata Campione d’Europa, l’Abestone dell’Enduro, volando sulle rocce acuminate della Montagna, stava salendo sul tetto del Mondo per la consacrazione.
Il podio finale di Liqui Moly Abestone è la fotografia dell’Hard Enduro di oggi. Per la prima volta, nello scenario del neonato Campionato del Mondo, entra l’immagine della sua potentissima espressione “umana”. Billy Bolt, Husqvarna, Manuel Lettenbichler, KTM, sua maestà Graham Jarvis, Husqvarna. Su quel podio c’è l’evoluzione della disciplina. I due bombardieri della genesi WESS, Billy e “Mani”, e il trait d’union con la storia immortale dell’impossibile, Graham. Allo stesso modo Abestone è battesimo di una disciplina evoluta sulla lama di rasoio del limite. C’è di mezzo un Organizzatore coraggioso e competente, un invincibile braccio armato e l’intelligenza di Promoter e Federazione che hanno finalmente riconosciuto un Mondiale esistente di fatto da vent’anni, ma solo sulle mulattiere. Così si arriva all’Ouverture del Mondiale con un Evento durissimo e sublime. Una scommessa enorme!
Questi satanassi sono dei diavoli intrattabili. Billy The Moustache, Mani figlio di Letti, Whisky Walker, Nonno Jarvis, Roman lo Splendido, Gomez Oltre la Frontera, Blazusiak dei Nirvana. Al paddock sono il ritratto della felicità di una disciplina finalmente riconosciuta e assurta ai massimi onori della cronaca. Oltre la linea di partenza diventano delle astronavi a energia atomica muscolare. Non c’è soluzione di continuità, paddock e tracciato sono entusiasmo open, senza ritegno e contagioso. Si respira un’aria fantastica, si vive l’evento, il luogo, la natura e il massimo dello Sport che si predilige (giustamente). La resa dei conti agonistica è spettacolare e spietata, non ha copione e riesce sempre, immancabilmente a sorprendere, a strabiliare..
Bolt parte in tromba, si aggiudica le “prove libere” e schianta tutti nei tre lanci dello “shakedown” di qualificazione. Gli resistono Lettenbichler, l’unico sempre vicino, e il più felice Taddeuzs Blazusiak di sempre. Fenomeni. Già Jarvis (ma il gatto è sempre apparentemente indulgente con i topolini), il neoacquisto Beta e gli spagnoli sono indietro, si pensa inesorabilmente. A quel tempo il quesito è: ce la faranno? Ci sono distese di pietre che neanche Ingenuity. Dove va messo il confine tra fattibile e impossibile? Michele Bosi è uno specialista e ha trasferito credo e esperienza nella sua Gara. Non si pensi al chitarrista solista, qui Bosi è il Frank Zappa compositore estroso e dal talento inesauribile, direttore di un concerto di musica d’avanguardia. Sa che i più bravi possono fare tutto, e quindi è difficile rendergli la vita… difficile ma bisogna riuscirci, e quelli meno bravi sono comunque destinati a soffrire, ma non puoi prenderli in giro con una garetta all’acqua di rose. Sennò addio orgoglio e dignità.
Difatti. La gara, che unisce i due versanti, Abetone e Val di Luce, della stessa Montagna, parte dall’Ovovia, si tuffa in un purgatorio di torrente di sassi in salita, risale in un intrico labirintico di foresta e vola in alto verso il “Gomito”, il terrificante nido del condor di sciatori intenditori che prediligono l’Appennino. Bolt parte di schianto battendo strade e ritmi impossibili, Lettenbichler gli sta alle costole. I due allungano, come dice il collega “fanno selezione”. Al CP del Gomito, un terzo di Gara, sono previsti dopo 50 minuti… arrivano dopo 33 fischiando come il vento. Già staccati Walker, Gomez e Blazusiak, “spacciati” Roman, Young e Walkner. Per darvi un’idea della “macchina della tortura” uno a caso, il polacco Dominik Olszowi che pure era stato uno dei più bravi nelle qualifiche. Arriva sul valico spettacolare implorando: “Acqua!… acqua!…” Sembra la scena di “Questo non è un Paese per vecchi”, o dell’attraversamento del Sahara. In ogni caso camel-back fulminato. Poi di nuovo sassi, pietre, massi, da impazzire. Venti minuti dopo i battistrada sono al rifornimento, Bolt ha avuto un’incertezza e Lettenbichler passa. Si sa l’inglese è imprendibile in salita, il tedesco in discesa. Eric, che ha supervisionato le dinamiche di percorso, scioglie un messaggio sul gruppo di controllo della Gara: “They are sooooo fast!”
Altro giro, senza pausa se non quella della benzina. Bolt riprende il comando delle operazioni. All’attacco in salita deve fare una differenza tale da contenere il sicuro ritorno di Lettenbichler nelle “picchiate” di Abestone. Se possibile, il ritmo sale e il serpente si allunga. Lettenbichler perde il contatto, ma tiene Billy a vista nel mirino. Jarvis ha passato Walker, fortissimo, e tenta di riagganciarsi ai fuggiaschi per comporre il trenino ideale. Si è lasciato alle spalle anche Blazusiak, che sta calando, Gomez, che si sta riprendendo, e Sonny Goggia, migliore dei nostri che lotta strenuamente per un posto nella top 10. Mani si avvicina, una tifosa che sogna di uscire con Billy urla all’inglese: “Vai, fagli mangiare la ciabatta!” La compagna di Bolt, intanto, si avvicina al podio sicura di quello che sta per succedere.
La gara finisce in un turbine di discese …verticali. Spettatori contagiati che rotolano sui sassi, fuoriclasse che volano come overcraft sulle rocce, il borbottio dei due tempi solo per piccole correzioni o guizzi improvvisi. Credete ora, se non avete mai visto, dal vero… non ci crederete! Qualcuno deve arrendersi. Tra questi il quindicenne exploit Nicola Grossi. Ma sono incredibilmente pochi. Orgoglio Hard Enduro. La Gara diventa uno show di reazioni fulminee, talvolta disperate. Energie residue, fondo del serbatoio, fisico in riserva e anima in allarme, e ciononostante il ritmo continua a salire. Ci si aspettava una gara sulle due ore e mezza, ma una “sporca dozzina” è sotto il primato teorico. Un boato sulla spianata dell’arrivo. Bolt, Husqvarna, e Lettenbichler, KTM, spaccano l’orizzonte e tagliano il traguardo. Nell’ordine. Un’ora e tre quarti! Vincitore e vinto separati da 41 secondi! L’ovazione a Jarvis, Husqvarna, ben 13 minuti e mezzo dopo, è un segnale di onore e rispetto. Poi a ruota Walker, Beta, Gomez, Husqvarna, Blazusiak, GasGas. Alla mezz’ora gli ufficiali Sherco Roman e Young, e Micheal fratellino del Dakariano Matthias Walkner. Ai tre quarti d’ora, pensate, una volta e mezzo il tempo dei vincitori, Moret, Rieju, Teasdale, GasGas e Goggia, idem.
Una delle (tante) belle cose. Pubblico. La differenza dell’Hard Enduro, anche gli spettatori sono Hard. Un cuore grande così. Alle sette di mattina c’era già pieno di gente al Fossone, primo di una serie di CO micidiali della finalissima… del pomeriggio. Lumini di pieno di tende e moto nella foresta della Competizione, già la notte. In Val di Luce, quartier generale essenziale e sopraffino (thanks to Andrea e Stefano) dal pomeriggio le bande telefoniche erano in saturazione, e domenica la gente debordava ovunque. Ovovia e seggiovie a pieno ritmo, andata e ritorno a volo d’uccello sulle piste infernali di Liqui Moly Abestone. Mai vista una Gara di Moto da una seggiovia! In cima alle piste coppie di turisti invaghiti di Enduro a farsi selfie sullo sfondo (invisibile perché troppo veloci) del passaggio dei Marziani.
Una delle (pochissime) brutte. Le difficoltà? Tanissime. Come sempre, come è logico al debutto, praticamente infinite. Ma è tutta roba che si supera con quella buona volontà che diventa furia e non ammette sconfitte o rinunce. Una, però, l’ho trovata singolare e irrisolvibile. All’inizio Michele Bosi sempre più solo. Uno a uno certi “partner” avevano mollato per ragioni "gravi", cioè supposte, cioè astratte: paura, diffidenza, sfiducia, credendo forse di lasciarlo con il culo per terra. Immaginate due scatole. In una quelli dalla parte dell’Evento, dall’altra i contrari. All’inizio sembrava la prima piena e la seconda vuota. Poi strada facendo, e avvicinandosi alla velocità della luce la Gara, una processione dalla prima alla seconda. Presente quando i vermi strisciano via dalla scatoletta del pescatore? Ecco. Beh, meno male è sempre la bellezza che trionfa. E così, guarda caso, alla fine della manifestazione la prima scatola era tornata traboccante di consenso. Che senso ha? Vedremo l’anno prossimo, in concreto.
Morale. Cose che accadono, in fondo portano sotto i riflettori l’impegno di quelli che ci sono e che contano. Michele Bosi e Winfried Bonifaz Kershhaggl, il Promoter del Mondiale, hanno potuto contare su una Band formidabile, su un gruppo di veri partner iperattivi e coinvolti, comunemente detti sponsor, e sulla più bella intelligenza di alcuni “grimaldelli”, personaggi istituzionali di gestione sportiva e del territorio, che hanno deciso di vivere e condividere fino in fondo l’avventura appassionante dell’Evento.
Quante cose belle da sedimentare con calma. Certo, Abetone è già voglia di Abestone 2022!
Liqui Moly Abestone 2021. Classifica Finale Assoluta
1. Billy Bolt (Husqvarna) 1:44.36; 2. Manuel Lettenbichler (KTM) +41”686; 3. Graham Jarvis (Husqvarna) +13’37.827; 4. Jonny Walker (Beta) +14’35.019; 5. Alfredo Gomez (Husqvarna) +15’03.058; 6. Tadeusz Blazusiag (GasGas), +17’52.934 (KTM) 8:44.03; 7. Mario Roman (Sherco), +27’48.692, 8. Wade Young (Sherco), +29’42.319; 9. Michael Walkner (GasGas) +30’15.407; 10. Moret Clota (Rieju) +45’24.961. 11. Travis Teasdale (GasGas) +46’20.122; 12. Sonny Goggia (GasGas) +46’27.028…
© Immagini HEWC – KTM – Husqvarna – GASGAS – Abestone – Irina Gorodniakova