Bol d'Or 2023: vince Yoshimura SERT Motul Suzuki, ma il mondiale va a YART Yamaha [AGGIORNATO]
La GSX-R1000 del Team Yoshimura SERT Motul Suzuki ha vinto la 24 ore del Bol d'Or, ultima gara valida per l'assegnazione del titolo EWC, ma l'iride va a YART Yamaha che con un quarto posto mette al sicuro i punti necessari per scalzare i francesi di FCC TSR Honda dalla vetta della classifica.
Gara emozionante, ambiente di contorno fantastico e finale con il brivido: di certo sarà un'edizione del Bol d'Or (per inciso, 101 anni di età e 86 edizioni) che non si dimenticherà facilmente, visto che i colpi di scena non sono mancati.
Scattata benissimo al via, con Gregg Black mago delle partenze, la Suzuki ha fatto immediatamente capire che nonostante il suo quarto posto nella classifica generale non avrebbe certo gettato la spugna e dato il massimo per cercare di agganciare la vetta, in 24 ore può accadere di tutto. Come poi si è puntualmente verificato.
La gara parte alle 15 e prima del via un forte temporale bagna la pista, ma il tempo migliora al punto che la scelta degli pneumatici non è univoca per tutti, tra intermedie e slick, visto che i 5673 metri del tracciato vanno rapidamente asciugandosi grazie a temperature più che miti e al vento. Al via FCC TSR Honda, Tati Team Beringer e YART Yamaha inseguono la Suzuki numero 12, ma dopo circa 40 minuti di gara la ERC Ducati di Fores è costretta al ritiro per una violenta caduta dello spagnolo, evento che fa entrare in pista la safety car.
Alla ripresa delle ostilità sportive FCC TSR Honda prende il comando e mette una pesante ipoteca sul titolo, lasciando ad inseguire Suzuki e Yamaha ma le posizioni e le forze in campo iniziano a consolidarsi mano a mano che si avvicina la sera quando però Gregg Black, in quel momento al comando della corsa, finisce a terra con la sua GSX-R1000: riesce comunque a ripartire e a recuperare le posizioni di testa, mentre appena fuori dal podio virtuale ci sono la Honda Viltais (team vincente al Bol d'Or 2022) e BMW.
Durante la notte accade di tutto: il rettilineo del Mistral che obbliga a 1,8 chilometri di full gas (per capirci, le velocità massime delle EWC orbitano tra i 320 e i i 300 km/h, con motori in preparazione SBK con circa 220 cavalli) miete le proprie vittime. Una delle prime è - probabilmente - proprio FCC TSR Honda costretta al ritiro per problemi tecnici alle 3:30, ma anche BMW e Yamaha non saranno indenni da noie, con la R1 del team austriaco che avrà problemi di raffreddamento fino al termine delle 24 ore.
Risalgono così la classifica i vincitori del 2022, Honda Viltais, e la gara procede fino alla fine con un assetto definito: Suzuki Yoshimura in testa, BMW e Honda Viltais a inseguire, Yamaha YART in quarta posizione con un piazzamento che gli permette grazie al gioco dei punteggi intermedi di mettere già almeno una mano sopra il titolo mondiale.
Nel frattempo Guintoli si ritira per problemi intestinali, lasciando ad Etienne Masson e a Gregg Black l'onere di continuare in due la gara per le successive ore: epilogo amaro per il quarantunenne francese che ha annunciato che al termine del Bol d'Or lascerà il Team SERT per andare a collaudare la BMW Superbike.
A poche ore dalla conclusione, l'ultimo scossone: una rottura della Yamaha Motobox Kremer lascia una lunga scia d'olio che causa la caduta di numerosi piloti, tra cui anche la Suzuki numero 12, ma l'ingresso della safety car in pista limita i danni alla classifica e così si arriva al traguardo delle 24 ore di gara, 717 giri dopo la partenza, con la vittoria del Team Yoshimura SERT Motul Suzuki, seguiti con sette giri distaccoo dalla Honda Fireblade del Team Viltais e otto dalla BMW M100RR guidata da Reitenberger.
Un risultato magnifico per il team con base a Le Mans, giustamente euforico per la vittoria, ma che non gli permette di agguantare il titolo mondiale che va alla Yamaha di Canepa, Fritz e Hanika autori di un quarto posto - a 12 giri dalla Suzuki - e felici per il meritato iride, il secondo per il team dopo quello del 2009.
Due note a margine: tra le EWC la Suzuki è stata l'unica a non soffrire di noie tecniche, mentre sul podio troviamo tre costruttori differenti e tre fornitori di pneumatici diversi (Bridgestone per Suzuki, Pirelli per Honda e Dunlop per BMW).
Superstock: il mondiale è di Saltarelli, Gamarino e Calia!
La prima Superstock al traguardo è quella - sesta assoluta - della del Team 33 Louit April Moto di Saltarelli, Gamarino e Calia e il titolo iridato Superstock sarebbe andato a Chromeburner RAC41 Honda, dopo che National Moto - già in odore di vittoria mondiale - ha visto infrangere i propri sogni a meno di mezz'ora dalla fine: problemi tecnici, qualche infruttoso tentativo di concludere la gara e un mesto ritorno ai box per la moto dei fratelli Suchet e soci. Tuttavia alle successive verifiche tecniche è stata riscontrata una difformità nella capacità del serbatoio carburante della Honda RAC41 e il team è stato squalificato, consegnando così il titolo mondiale Superstock a Louit Moto33 e ai 3 piloti italiani.
Foto: EWC
Mi sembrerebbe un valido spunto per valutare la qualità di ogni singolo marchio.