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Bolid-E: com'è fatta la moto intelligente pensata da Energica e Samsung
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Bolid-E: com'è fatta la moto intelligente pensata da Energica e Samsung

di Edoardo Licciardello
Tecnica e tecnologia dietro il primo prototipo di moto intelligente realizzata dalla Factory modenese in collaborazione con la Casa coreana
17 dicembre 2018
Smart Ride: Samsung ed Energica rivoluzionano la moto
Capitolo 1
Smart Ride: Samsung ed Energica rivoluzionano la moto
Bolid-E: l’opinione dei nostri lettori
Capitolo 3
Bolid-E: l’opinione dei nostri lettori

In un mondo sempre più interconnesso, dove l'Internet of Things è sempre più presente nella vita quotidiana - e quindi anche nella mobilità - è evidente come anche il segmento delle due ruote sia sempre più attento ai temi della tecnologia digitale e della connettività. Se è vero però che i primi esempi di intelligenza artificiale e connessione si iniziano a vedere su diversi prodotti, per lo più connessi solo in maniera tangenziale o al massimo orbitale rispetto al mondo delle due ruote, è altrettanto vero come lo storico ritardo che le moto pagano rispetto alle auto non appare diverso nemmeno sotto questo aspetto.

Non è quindi un caso se i primi a proporre un'idea, un concept che mira a colmare questo gap siano stati due dei Player più importanti e innovativi nei relativi segmenti, ovvero Samsung ed Energica, protagonisti delle rispettive... rivoluzioni tecnologiche ciascuna nei propri ambiti. Concept che si è sustanziato, in occasione di EICMA 2018, nella Bolid-E, la prima due ruote - elettrica, naturalmente - che possa veramente definirsi intelligente attraverso il progetto Smart Ride. Un punto di partenza, certo, non di arrivo, avanti però non di poco rispetto all'attuale stato dell'arte. Vediamo ora, attraverso un'analisi più approfondita, come è fatto il concept Bolid-E.

Una vista frontale del concept Bolid-E. Si nota il ponte di comando esteso dai due smart phone utilizzati come specchietti
Una vista frontale del concept Bolid-E. Si nota il ponte di comando esteso dai due smart phone utilizzati come specchietti
La base motociclistica

Iniziamo dalla sostanza più prettamente motociclistica. Il progetto Bolid-E nasce sulla base tecnica di Energica Eva EsseEsse9. Una naked che, nella sua versione di serie, nasce come sintesi fra l'innovazione tecnologica della nuda Eva e un look più classico, da cui deriva l'evocativo nome che richiama quella Via Emilia che taglia in due la Motor Valley.

Bolid-E è un punto di partenza, certo, non di arrivo, avanti però non di poco rispetto all'attuale stato dell'arte

Iterazione più recente della piattaforma Energica, la Eva EsseEsse9 per l'occasione cambia nell'allestimento, che si impreziosisce in maniera significativa con l'arrivo di alcune sovrastrutture aggiuntive - meno classiche, più tecnologiche - come il puntale più sagomato e avvolgente, e diversi dettagli in fibra di carbonio, come la protezione della leva freno che richiama l'operazione MotoE di cui Energica è protagonista in veste di fornitore unico della piattaforma tecnica.

Le altre differenze tecniche rispetto alla EsseEsse9 standard nascono dal "prelievo" in toto delle possibilità offerte dal catalogo optional Energica, come ad esempio le sospensioni Öhlins o l'impianto frenante Brembo con le pinze M50 invece delle M4.34 utilizzate sulla versione standard. Il resto della ciclistica resta basata sul telaio a traliccio in acciaio con forcellone in alluminio con capriata di rinforzo inferiore. Rispetto alla Eva EsseEsse9 va però notata l'adozione della piastra di sterzo con semimanubri di derivazione Ego, che cambia sostanzialmente la distribuzione dei pesi e quindi la guidabilità della Bolid-E.

La diversa piastra di sterzo della Bolid-E. Si noti la leva con protezione in fibra di carbonio
La diversa piastra di sterzo della Bolid-E. Si noti la leva con protezione in fibra di carbonio

Energica non si è sbilanciata sulla base motoristica, che però, vista la natura di Bolid-E, supponiamo sia quella più prestante “full power” da 200 Nm e 145 cv di derivazione Ego adottata anche sulla Eva come optional, pur con velocità massima autolimitata a 200km/h. L’unità propulsiva dal punto di vista tecnico è una trifase sincrona a magneti permanenti raffreddata ad olio. Il pacco batterie è ai polimeri di litio, contenuto in un guscio ermetico (IP68) a raffreddamento forzato, oggetto di diversi brevetti Energica.

Il software della VCU (Vehicle Control Unit) che di fatto determina la personalità del propulsore, traducendo i comandi dell’acceleratore in risposte del propulsore, viene sviluppato in casa e anche in questo caso è oggetto di diversi brevetti. Il sistema è in grado di gestire diverse mappature per la risposta all'acceleratore e la gestione del freno motore, con ripercussioni sia in termini di guida che di ricarica della batteria, grazie all’implementazione della funzione rigenerativa.

Completano il quadro naturalmente le migliorie presentate per i modelli 2019, ovvero un acceleratore migliorato in sensibilità e precisione, ma anche il controllo di trazione su più livelli che aiuta a gestire la mostruosa coppia in gioco.

Il progetto Smart Ride

Il progetto Smart Ride ha evidentemente un respiro molto ampio, che si spinge molto oltre il livello - già lodevole - raggiunto dalla Casa modenese con l'App MyEnergica capace di offrire supporto al pilota in diversi aspetti del controllo veicolo come assistenza (diagnosi remota e aggiornamento firmware), navigazione (con segnalazione delle colonnine), autonomia, carica della batteria.

Il patrocinio Samsung sul progetto Smart Ride inaugura infatti un livello d'integrazione finora inedito fra moto e i device intelligenti della Casa coreana anche durante la guida, attraverso collegamenti sia Bluetooth che NFC, sfruttando quindi il meglio delle caratteristiche di ciascun protocollo.

La sintesi del progetto in un fianchetto: tutte le keyword dell'operazione Smart Ride
La sintesi del progetto in un fianchetto: tutte le keyword dell'operazione Smart Ride

Questo livello d'integrazione è resa possibile, in primis, attraverso lo smart watch (Samsung Galaxy Watch, ma sono supportati anche Gear S3 e Gear Sport), che di fatto - data la sua natura di dispositivo estremamente personale, che non viene normalmente condiviso con altri utenti - rappresenta il candidato ideale a sostituire le funzioni attualmente svolte da chiavi più o meno intelligenti ma anche con dispositivi dedicati.

Gli specchietti intelligenti, il dettaglio sicuramente più rilevante e innovativo del progetto Smart Ride fra quelli immediatamente visibili, consistono infatti in due device Samsung Galaxy A8 - in un'implementazione dedicata, che prevede la disattivazione delle funzionalità smartphone - che lavorano sfruttando i video acquisiti da due videocamere montate sulla moto, una frontale e una posteriore. La funzione principale è quella di analizzare in tempo reale cosa avviene sulla strada segnalando al guidatore eventuali pericoli oppure ostacoli sul percorso, analogamente a quanto avviene sulle auto sui sistemi più sofisticati e recenti.

Un primo passo, dicevamo, anche se le potenzialità sono assolutamente evidenti: grazie alla (relativa) standardizzazione della comunicazione fra sensori e dispositivi presenti sulla moto arrivata con i sistemi CANbus, l'idea di acquisire ulteriori informazioni o addirittura di agire in senso correttivo su alcuni parametri è assolutamente dietro l'angolo.

La vista del ponte di comando integrato dai due device Samsung A8
La vista del ponte di comando integrato dai due device Samsung A8

Ma parlavamo dello smart watch, ed è qui che entra in gioco la tecnologia NFC (Near Field Communication) grazie a cui è possibile creare una chiave virtuale, che è poi successivamente possibile condividere con chi è presente fra i contatti della propria rubrica in grado di attivare la moto semplicemente avvicinando l'orologio al serbatoio.

Un'altra interessante potenzialità viene dalle funzionalità HUD (Head Up Display) implementate sugli specchietti intelligenti, che possono fungere da supporto alla navigazione (pensate alla segnalazione di colonnine di ricarica, come avviene sui navigatori più sofisticati delle auto) ma anche segnalare la presenza di veicoli negli angoli ciechi, o di pedoni in carreggiata.

Le telecamere montate - quelle che servono per monitorare la situazione attorno al veicolo citate sopra - oltre ad offrire la possibilità di rivivere i percorsi fatti sul proprio Smart TV Samsung attraverso i video registrati dalle telecamere e i dati acquisiti dallo smartwatch (facendo così la felicità di videomakers e affini) costituiscono poi un elemento di sicurezza aggiuntiva. Registrando infatti tutto quello che avviene, costituiscono una soluzione analoga alle dash-cam in voga ormai in diversi paesi per offrire assistenza nella ricostruzione della dinamica in caso di incidenti.

E infine, parlando di sicurezza, viene da pensare anche a quella che significa... la certezza di ritrovare la propria moto dove la si è lasciata. Samsung ed Energica hanno quindi implementato un sistema di monitoraggio da remoto della moto quando usata da più utenti attraverso la già citata condivisione della smart key. È possibile infatti visualizzare su una mappa la posizione attuale dell’utente e della sua moto Energica, definire un raggio in cui la moto può essere utilizzata ed essere avvisati nel momento in cui si allontana troppo.

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