Borile riprende la produzione, ed amplia la gamma
All’ombra del sontuoso Duomo di Milano, Umberto Borile ha presentato questa mattina il nuovo assetto operativo dell’azienda che porta il suo nome. Lo avevamo incontrato lo scorso novembre all’Eicma milanese, dove aveva esposto la sua nuova creatura: l’affascinante fuoristrada old style MdV300 (MdV come “Moto da Veci” – moto da vecchi, in dialetto veneto).
Dopodiché non abbiamo più avuto sue notizie fino a qualche giorno fa, quando ci è arrivato il suo invito ufficiale.
Oggi abbiamo avuto la conferma che Umberto Borile e la famiglia milanese Bassi hanno sciolto la loro società, e che il geniale artigiano padovano già da tre mesi sta lavorando per riprendere la sua attività con un nuova assetto societario. Si tratta di Administra S.r.l., operante nel settore Automotive e facente capo a all’imprenditore veronese Filippo Manara, - che in veste di C.E.O. si occuperà di costruire le moto Borile nella sua struttura di San Martino Buon Albergo (VR) - e al General Manager milanese Maurizio Zucchi, che ne gestirà l’aspetto commerciale dopo aver già contattato buona parte dei concessionari italiani ed esteri, oltre a quelli che erano già operativi in precedenza.
Umberto, quindi, avrà “solamente” il compito di….costruire nuove moto Borile, sempre nel suo piccolo atelier artigianale di Vo’ Euganeo, vicino a Padova: cosa che per lui è assolutamente imprescindibile. Il tutto verrà supportato da partner importanti come Agos e Banco Santander.
Il sito produttivo è già operativo, con la previsione di assemblare, nell’arco di una sessantina di giorni, una quarantina di Multiuso.
Ma è anche già stata definita l’attività di supporto del marchio Borile, che riguarderà la creazione di capi d’abbigliamento e merchandising relativi.
Parlando di obiettivi, per quest’anno si parla di costruire un centinaio di moto, mirando ai 500 esemplari nel 2019 e raggiungendo, nel 2020, il regime produttivo di 800 moto, considerato il massimo possibile rispettando i canoni dell’artigianalità dei prodotti e della qualità produttiva.
Quanto alla rete vendita, si punta ad avere un concessionario per ogni provincia oltre ai centri di assistenza e di accessori e abbigliamento. Ma ci si muoverà anche per creare un mercato dell’usato, recuperando le moto Borile eventualmente ferme dai concessionari e rivendendole.
Nel prendere la parola, Umberto Borile ha subito annunciato che al prossimo Eicma presenterà una moto leggerissima e particolarmente “tagliata” per il pubblico femminile.
Dopodiché è passato ad elencare le altre novità previste entro i prossimi tre anni.
La prima sarebbe la nuova Multiuso, rivisitata in chiave ancor più polivalente e dotata, questa volta, di un motore Zongshen da 250 cc (anziché 230), sempre raffreddato ad aria ma con testa a 4 valvole (anziché 2) e contralbero di bilanciamento per ridurre le vibrazioni: la leggiadra “quarto di litro” sarà omologata Euro 4 e consentirà, appunto, trasferimenti più confortevoli.
Altro “pallino” del vulcanico Borile sono le monocilindriche stradali britanniche vecchio stile – i lettori più “veci”, per esempio, ricorderanno certamente le BSA Gold Star 441 e le Matchless G80 degli Anni 60: ebbene, il nostro uomo riproporrà qualcosa del genere, ovviamente con profusione di parti in alluminio, a partire da serbatoio e parafanghi.
Dopodiché dovrebbe arrivare una monocilindrica a 4 valvole da 530/550 cc, raffreddata a liquido e con avviamento elettrico, in veste di leggera enduro/rally stradale.
Ricordate la B450 Scrambler che Borile costruì qualche anno fa utilizzando un basamento autoctono ma con gruppo termico fornito da Ducati? Noi l’abbiamo provata nel 2013, ma purtroppo il progetto non ebbe seguito.
Ebbene, se Umberto riuscirà a realizzare un gruppo termico dotato di una speciale testata che lavora con attriti volventi, che a parità di velocità consentirebbero consumi molto ridotti rispetto ad una testa normale, oltre a favorire regimi di rotazione molto elevati; inoltre sarebbe decisamente più bassa di una standard, diciamo 85 mm anziché 100/105, e in caso positivo verrebbe brevettata, e la Scrambler veneta potrebbe finalmente venir prodotta. Ricordiamo che il cambio della B450 è estraibile, dunque l’acquirente potrebbe montarsi personalmente 3, 4 o 6 rapporti a scelta, in base all’utilizzo previsto.
Non ci siamo scordati della bella MdV “da regolarità” ispirata agli Anni 80, con mozzi ricavati dal pieno, sella in vera pelle e serbatoio in alluminio da 12 litri battuto a mano (ma a richiesta si potrà acquistare a poco prezzo anche l’equivalente in plastica, per non causare danni importanti scorrazzando su tratturi e carraie). Il motore Zongshen 300 a 4 valvole, raffreddato ad aria, con cambio a 5 marce e con avviamento elettrico, è omologato Euro 4.
Il telaio è in tubi d’acciaio 25 Cr Mo 4 con cassa filtro aria in alluminio incorporata, forcellone e telaietto posteriore in lega leggera 7020. La forcella è una USD con steli da 45 mm con piastre ricavate dal pieno e 240 mm di escursione, mentre dietro c’è una coppia di ammortizzatori posteriori a gas, con pari escursione. I freni sono idraulici a disco, anteriore da 260 e posteriore da 240 mm, mentre Le ruote montano pneumatici da 90/90x21” e 120/90x18”. La MdV pesa solamente 114 kg, e il suo prezzo si aggirerà sui 9.000 euro.
Chiudiamo con la preziosa B500 Ricky, l’arrapante scrambler completamente realizzata a mano dallo stesso Umberto Borile, dotata di un potente motore GM 500 con distribuzione a quattro valvole originariamente nato per lo speedway, ma dotato di cambio Norton a quattro marce e frizione a secco.
Ne verranno costruiti solamente 20 esemplari, sempre rigorosamente assemblati da Borile ma, precisa Umberto, “rigorosamente con molta calma”.
Affascinanti tutti i piccoli costruttori. Tanta passione, qualche volta genio ed altre volte estetica da sogno. Fuori di dubbio, ma noi abbiamo bisogno di imprenditori e non di sognatori. Ogni volta che un costruttore chiude, lascia dietro di se debiti che uccidono altri lavoratori.
Mi viene in mente la Moto Morini prima gestione anni 2000, la quale fallì lasciando sul tavolo 17 milioni di debiti (se ricordo bene le notizie). Debiti che rappresentano soldi non percepiti dai fornitori e dalle banche come minimo, ma qualche volta anche dagli stessi dipendenti.
Questo è un caso, ma c'è stata anche la Mondial anni inizio anni 2000. La Laverda di Zanè. La CR&S che, correggetemi se sbaglio, dovrebbe avere chiuso. La Bimota che chiude e riapre in continuazione. La stessa Benelli anni '90 a gestione italianissima. Belle moto, scarso spirito imprenditoriale (almeno in quel settore). Credo abbia chiuso anche Headbanger e probabilmente ho lasciato indietro anche altri.
Se qualcuno apre ed è sostenibile, sono contento... ma non mi sembra che ci sia necessità di un ritorno di Borile, poi magari sbaglio. Solo gli stolti sono sicuri di essere nel giusto.