Come si guida la Moto Guzzi Sport 14 del 1929? [VIDEO & GALLERY]
Inizia qui un percorso che abbiamo in realtà già tracciato l'anno scorso con la prova della Moto Guzzi GTCL del 1938, quello che ci vedrà partecipare a ogni tappa motociclistica di ASI Circuito Tricolore, l'iniziativa promossa dall’Automotoclub Storico Italiano con il patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha come obiettivo la promozione del territorio e la valorizzazione del patrimonio motociclistico storico in senso lato. Ma fare presenza a un raduno e raccontarvelo restando spettatori, magari cercando in giro notizie da cartella stampa, sarebbe un vero crimine nei riguardi della nostra passione per le moto a 360° che comprende anche le moto d'epoca.
Il Primavera di Augusto Farneti
E così siamo arrivati al raduno organizzato dallo Sport Club Il Velocifero (Il Primavera di Augusto Farneti, prima tappa motociclistica di ASI Circuito Tricolore) con la notizia che saremmo stati messi in sella a una Moto Guzzi Sport 14 del 1929 per gustare appieno tutte le sfumature del territorio che l'evento avrebbe attraversato partendo dalla straordinaria Rimini e, inoltre, per cercare di capire cosa significa fare turismo in sella a una moto con serbatoio sottocanna.
Occasione imperdibile per raccontarvi non soltanto il raduno ma anche per mostrarvi il lato vero, sanguigno, autentico di questi eventi dove trovare moto certificate ASI, la cui originalità quindi è fuori discussione e il cui valore... pure (acuta riflessione fatta ad ogni curva affrontata con la Sport 14 da chi scrive), e motociclisti appassionati, veri e propri pozzi di aneddoti, storie e depositari di memorie che vanno tutelate e conservate: non a caso Il Velocifero è legato alla figura dello scomparso Augusto Farneti, fondatore del club e grandissimo esperto di moto d'epoca.
Una carrellata di eccezionali moto d'epoca
Al raduno erano presenti alcune moto di straordinario interesse storico: dalla Moto Guzzi GT "Norge" alle Ariel Square Four, alla Nimbus 750 quattro cilindri in linea longitudinale, BMW R 12, Triumph degli anni '20 e così via, trovate alcune di queste moto nel video ma volendo ricomprenderle tutte non sarebbe stato sufficiente un lungometraggio quindi vi chiediamo scusa in anticipo e magari nei prossimi video troverete descritte altre fenomenali "vecchiette"; peraltro, tutte le moto iscritte sono state in grado di coprire senza troppi patemi i circa 200 km dei tre giorni del raduno, con un venerdì reso più avventuroso dalla pioggia, a riprova che quando restaurate alla perfezione anche le moto di una volta sono più che ottime per andarci a spasso.
Come nel caso della Moto Guzzi Sport 14 che il coraggiosissimo proprietario ha voluto prestarci per faric godere al 100% l'evento e - contemporaneamente - per un'estemporanea prova culminata in una gara di regolarità su un tracciato di circa 3 chilometri, con tanto di cronometristi ufficiali e fotocellule.
Moto Guzzi Sport 14: come si guida?
Meno di 15 cavalli, motore monocilindrico a valvole contrapposte, 200 kg di peso, cambio a mano sul lato destro, gas a manettino, freni approssimativi. Manca la sospensione posteriore, va detto. Vista così un'esperienza su una Sport 14 potrebbe essere un incubo. Invece è esoterica, apre un portale spazio temporale varcato il quale tutto diventa relativo e dove conta soltanto l'annegare nel mare delle sensazioni che guidare una moto del genere procura. Il motore ha una personalità che nessuna unità odierna potrebbe mai replicare, con i suoi battiti regolari e la potenza del singolo scoppio che puoi quasi sentire sul manubrio e sulla sella, i comandi vogliono che tu li comprenda e li accolga come un rito; la cerimon... scusate, volevo dire: la procedura di avviamento del motore è uno passi che distingue gli eletti che sanno miscelare la forza del piede con la sensibilità del cuore nel capire il momento in cui rilasciare l'alzavalvola e la sapiente arte della miscelazione di anticipo e "aria".
Guidarla è entrare nella storia di un Marchio immortale, vedersi passare davanti un secolo di evoluzione e dirsi "alla fine non è poi così diverso". A parte i freni. E il fatto che per cambiare marcia devi distrarti dalla strada. La metti a 60 km/h e potresti andare fino a Capo Nord, avvolto da una nuvola di odori derivanti dall'evaporazione dell'olio, della benzina che fai scorrere col "cicchetto" prima di avviare il motore, dei gas di scarico che hanno un odore diverso da quello cui siamo abituati. Ah, la benzina attuale va benissimo per questa 95enne: chi scrive ha fatto il pieno al distributore sotto gli occhi attoniti dei passanti. Ma attenti ai freni. Forse l'abbiamo già detto, okay.
Il vostro tester "d'epoca" si è chiesto più di una volta, mentre passava dalla terza alla seconda e ridava gas col pollice o mentre gestiva l'anticipo in salita, come la Sport 14 veda il mondo di oggi: lei che è nata quando le strade erano sterrate, con un traffico che sarà stata una minuscola frazione di quello odierno e con la gente che probabilmente si girava a guardarla, come del resto accaduto cento volte durante il raduno ma ieri era per curiosità, oggi per ammirazione.
Probabilmente questo mondo non è più quello della Sport 14, troppo complicato e fitto di pericoli nelle strade, ma basta mettersi in sella puntare lo sguardo sull'orizzonte per godersi la sua straordinaria manovrabilità e capire che quando le moto sono fatte bene possono viaggiare anche per più 100 anni. Più di noi, insomma. Vi lasciamo al video, sopratutto se volete sapere come ci siamo classificati nella gara di Regolarità Epoca, e vi diamo appuntamento al prossimo evento di ASI Circuito Tricolore!
Non mi è mai capitato di salire su moto del genere, ma neanche su un Airone del '50.
Invidia per le sensazioni che hai provato.
Un battito psico-fisiologico! ...e l'aria tra i capelli...(si fa per dire...)