Crolla l'uso della moto: soltanto per esigenze lavorative
Basta guardasi attorno per farsi un'idea di come le strade si siano svuotate già prima del decreto firmato il 22 marzo, provvedimento che di fatto ha fermato quasi tutte le attività produttive e quasi azzerato la possibilità di adoperare un mezzo di trasporto privato in tutta Italia.
Ma certo la statistica personale sbaglia facilmente quando la prospettiva si amplia, e poi dipende da che punto d'Italia si guarda.
A raccontare con buona precisione ciò che sta accadendo a livello nazionale nell'utilizzo di moto e scooter ci pensano i dati statistici raccolti attraverso la black-box di moto.app e forniti da Focus2R. Ovvero l'osservatorio sulla mobilità a due ruote di Confindustria-ANCMA. La black-box è montata su oltre 100.000 veicoli in Italia, per il 77% su scooter per il rimanente 23% su moto.
Se nel periodo fra il 24 febbraio e l'11 marzo, primo giorno di applicazione del provvedimento “Io resto a casa”, si era registrato un dimezzamento dell'uso (-47%, passando dal 34 al 18% dei veicoli circolanti) e una diminuzione del chilometraggio giornaliero del 29%: Nel periodo successivo questi numeri sono scesi ancora.
Nella scorsa settimana, da lunedì 16 a venerdì 20, sulle nostre strade hanno circolato in media soltanto il 13% dei veicoli monitorati (con una percorrenza media scesa a 14 km), sabato si è scesi all'8% e domenica addirittura al 4% (con 9,6 km percorsi mediamente nella giornata).
Numeri che confermano come l'utilizzo di scooter e moto sia stato legato alle esigenze di spostamento lavorativo.
I motociclisti si sarebbero insomma dimostrati sensibili all'invito di non usare questi mezzi se non per le strettissime necessità. E se qualcuno sarà passato all'automobile – avendola a disposizione – ha dimostrato ancora maggiore responsabilità.
Da lunedì 22, la nuova stretta sulle attività produttive abbasserà prevedibilmente ancora queste percentuali.