museo digitale
Dainese compie 40 anni e inaugura il museo con le tute dei campioni
-
La foto postata da Valentino Rossi su Twitter, in cui sono ritratte le tute di tre lustri di carriera, sta letteralmente facendo il giro del mondo. Un museo di 15 anni di storia Dainese ed AGV che anticipa, per certi versi, il museo digitale che l'azienda del Diavoletto sta allestendo per il suo 40esimo
Un commento
La foto postata da Valentino Rossi su Twitter, in cui sono ritratte le tute di tre lustri di carriera, sta letteralmente facendo il giro del mondo. Si tratta di una collezione stupenda, ritratta nella casa del pilota di Tavullia, che per certi versi anticipa una iniziativa che Dainese sta confezionando per il 40esimo anniversario d'attività: la storia dell'azienda di Molvena, ripercorsa attraverso tute, guanti, caschi, protezioni e molto altro, sarà presto ripercorribile utilizzando una specifica app digitale. Della nuova iniziativa ne abbiamo parlato con Fabio Muner, Direttore Marketing Dainese.
Intervista a Fabio Muner
Valentino Rossi ha postato su Twitter una foto di una collezione privata di 15 anni di tute. State pensando anche voi di allestire un museo?«Sì, in occasione del 40esimo anniversario stiamo predisponendo un museo con tutte le tute storiche più significative per la storia di Dainese e del motociclismo in generale. Essendo però Dainese un brand internazionale e volendo dare la possibilità a tutti gli appassionati di poter visitarlo, il museo sarà digitale, sotto forma di applicazione per dar modo a tutti i motociclisti di portare sempre con sé le tute dei grandi campioni di Dainese del passato e del presente».
Quante sono le tute di Valentino Rossi? Quale è stato il primo GP in cui ha utilizzato il vostro materiale?
«Noi per il museo ne fotograferemo le più significative e in termini di varianti grafiche e edizioni speciale saranno in totale una ventina. Ovviamente per ogni variante la numerosità è...significativa».
Quale e quanto è stato l'apporto di Valentino nell'evoluzione delle tute?
«Come dicevo prima, è un pilota che si è sempre distinto, e il suo contributo tecnico si trova, negli stivali con tecnologia "in", nel guanto full metal pro (mi viene in mente tra le altre cose i piccoli coni in gomma sul palmo per limitare la formazione di calli sulla mano), per non parlare delle ultime evoluzione del D-air racing o del nuovo AGV Pista GP che lui sta provando e testando in gara per apportare il fine-tuning definitivo prima dell'industriazlizzazione (è l'unico pilota del mondiale che lo porta dai winter test di Sepang)».
Quali sono le pietre miliari nell'evoluzione di tute guanti e caschi da 15 anni a questa parte?
«1972 = studio dell'ergonomia con Agostini
1979 = knee slider istrice, primo knee slider
1981 = primo back protector (30 anni fa!)
1985 = protezioni composite e concetto di sistema protettivo integrato (tuta + protezioni composite + bak protector)
1995 = primo guanto con protezioni in carbonio e kevlar
2000 = tecnologia d-axial per la protezione della caviglia e del piede (e tecnologia in-boot)
2000 = inizio studi sviluppo air bag per motociclisti = D-air
2007 = D-air Racing primo "scoppio" con Simoncelli e Ranseder a Valencia
2011 = arrivo sul mercato del D-air Racing
2012 = arrivo sul mercato del D-air Street».
Si può fare qualcosa per proteggere meglio i piloti?
«Tanto si è fatto, ma tanto dobbiamo ancora fare. Per migliorare la sicurezza di piloti o semplici motociclisti dobbiamo lavorare però in maniera sinergica con i costruttori, con le associazioni, le federazioni sportive e tutti i soggetti coinvolti nel nostro mercato. Safety work is never done!».
Emiliano Perucca Orfei
made in?
perchè dovrei spendere quasi 500 euro per un giubbotto made in china?