Data for Road Safety: l'ecosistema per la sicurezza stradale
Il termine “ecosistema” sta diventando sempre più frequente quando si parla di tecnologia applicata ai veicoli. Se una chiara tendenza per l'evoluzione dell'intero settore automotive è quella di una maggiore integrazione tra i veicoli e le infrastrutture attraverso lo scambio di dati, diventa sempre più limpido che una singola soluzione tecnologica proprietaria non sia ottimale, più prosaicamente: non è nemmeno concepibile che un sistema di sicurezza basato sullo scambio di dati tra veicoli/infrastrutture sia, per esempio, condiviso solo tra uno o due marchi produttori di veicoli perché escludendo dalla comunicazione i veicoli di altri produttori non si raggiungerebbe la sufficiente massa critica di dati per prevenire i possibili incidenti. È necessario coinvolgere quanti più attori (istituzioni, produttori, fornitori di tecnologia e così via) per avere il miglior risultato possibile e creare, appunto, un ecosistema.
Allo stesso modo, è la partecipazione allo stesso ambiente da parte delle istituzioni pubbliche di più Stati che potrebbe dare una svolta decisiva allo sviluppo di una soluzione che possa mettere in primo piano la sicurezza: in questa direzione sta andando, da diversi anni, il progetto “Data for Road Safety” supportato dall'Unione Europea e nato a partire dal Meeting del 15 febbraio 2017 “On our way towards connected and automated driving in Europe” tenutosi nei Paesi Bassi al quale hanno partecipato rappresentanti di 24 Stati membri dell'UE, Norvegia e Svizzera, oltre a ministri dei trasporti e delle telecomunicazioni, la Commissione Europea e rappresentanti dell'industria automobilistica e delle telecomunicazioni.
Il progetto “Data for Road Safety” è, in breve, quello di creare un ecosistema chiamato SRTI (Safety-Related Traffic Information) che riunisce i produttori di veicoli, gli utilizzatori, gli Stati dell'Unione Europea e le autorità del traffico stradale in un sistema di scambio di dati che permetta di aumentare la sicurezza sulle strade.
Attualmente i partner dell'iniziativa sono, dalla parte automotive, soltanto automobilistici (oltre all'ACEA partecipano BMW, Ford, Mercedes, Volvo e Audi) ed è stato appena concluso un periodo di test (iniziato a giugno 2019) durante il quale si è compiuto il primo passo verso uno scambio armonizzato di dati relativi alla sicurezza: decine di milioni di messaggi sono stati inviati dai veicoli alcune categorie di pericoli (zona di un incidente non protetta, veicolo in panne, strada sdrucciolevole, visibilità ridotta e condizioni meteorologiche eccezionali) che hanno permesso di evitare incidenti e di aumentare la sicurezza stradale.
"L'ecosistema Data for Road Safety è una partnership pubblico-privato che fornisce dati arricchiti per migliorare la sicurezza stradale in un modo molto tangibile, quindi è una situazione vantaggiosa per la società nel suo insieme", ha affermato Joost Vantomme, ACEA Smart Mobility Director e primo presidente del nuovo ecosistema SRTI, aggiungendo che "I produttori di veicoli che partecipano al progetto sono disposti a condividere dati su base giornaliera e continueranno i loro sforzi per contribuire all'ecosistema di dati SRTI, insieme a tutti i partner".
Al momento non sono presenti come partner produttori del settore moto ma l'invito del board di “Data for Road Safety” alla più completa ed estesa partecipazione di tutti gli attori del sistema sicurezza stradale potrebbe, magari, stimolare qualche Casa motociclistica ad entrare nell'ecosistema. Del resto, se è pacifico che il mondo automobilistico sperimenti per primo le soluzioni e le tecnologie più avanzate e soltanto dopo queste ricadano sulle due ruote, nel mercato motociclistico sono già arrivate le prime moto dotate di radar, tra non molto arriveranno quelle in grado di scambiare dati con il cloud e la connessione con l'SRTI potrebbe fare da ulteriore stimolo all'avanzamento di queste soluzioni.