Fuoriusciti in Rete i dati di migliaia di motociclisti italiani. Che cosa è successo?
Secondo quanto riportato da Cybernews, Moto.app, un'applicazione dedicata agli appassionati di moto che consente di pianificare viaggi, contattare officine di manutenzione, fare acquisti su un marketplace e molto altro ancora avrebbe esposto, accidentalmente, i dati di migliaia di utenti. Non si tratterebbe di dati sensibili o informazioni critiche né, tantomeno, nessun dato relativo a itinerari degli iscritti è mai stato accessibile a terze parti.
L'azienda a cui fa capo l'applicazione ha confermato che, il 22 maggio scorso, alcuni documenti contenenti informazioni non sensibili di una porzione limitata dei propri iscritti sono stati accessibili dall’esterno tramite un ambiente di test in un cloud non proprietario.
A quanto sembra, non appena venuta a conoscenza della criticità, Moto.app ha prontamente messo in campo una task force che ha provveduto a bloccare ogni potenziale accesso dall’esterno.
Non ci sarebbero, al momento, evidenze che questi dati siano stati sottratti, ma solo che sono stati potenzialmente accessibili per un periodo limitato di tempo.
La situazione deve essere monitorata, poiché i dati esposti possono essere sfruttati da malintenzionati con vari scopi. “Sebbene il codice fiscale non riveli di per sé informazioni personali dettagliate, esso può sbloccare l'accesso a banche dati ufficiali contenenti ampie informazioni personali, finanziarie e sanitarie. L'accesso non autorizzato o l'uso improprio di questo codice può portare a furti di identità, frodi e violazioni della privacy,” dichiara il team di Cybernews.
Ma le conseguenze non finiscono qui. Gli esperti di sicurezza di Cybernews sostengono che la fuga di dati da Moto.app possa rappresentare una miniera d'oro per i malintenzionati. Abbinando gli indirizzi di casa alle informazioni dettagliate su marche e modelli di motociclette, i criminali possono individuare i veicoli di maggiore valore e tentare di rubarli. “Inoltre, i numeri di targa trapelati possono essere utilizzati per creare targhe false, da applicare su motociclette rubate o impiegate in altre attività illegali, causando problemi legali ai legittimi proprietari,” avvertono gli esperti di sicurezza.
Vi terremo aggiornati sulla vicenda.
Fonte: Wired
Ti clonato la targa e poi con una moto uguale rubata, commettono reati, con l'indirizzo di casa possono farti la posta e rubarti la moto, potrebbe accadere, non mi sembra fantascienza.