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Ducati: nuova società in Brasile per produrre moto

- La Casa italiana inaugura la società che assemblerà le bicilindriche italiane (secondo la metodologia CKD) nel Paese sudamericano che si conferma in fortissima espansione
Ducati: nuova società in Brasile per produrre moto


Per consolidare ulteriormente la propria crescita, Ducati Motor Holding ha costituito in Brasile una nuova società dopo aver terminato il rapporto con il Gruppo Izzo. “Ducati do Brasil Indústria e Comércio de Motocicletas Ltda.” è il nome della società che gestirà totalmente la distribuzione di moto e di altri prodotti a marchio Ducati in Brasile.

Da Ottobre 2012 la “Ducati do Brasil Indústria e Comércio de Motocicletas Ltda.” gestisce la distribuzione e il servizio di assistenza in tutto il paese di prodotti Ducati. Ducati Motor Holding S.p.A, ha il totale controllo della nuova filiale che vede Ricardo Susini in veste di Managing Director, affiancato da Marco Truzzi, Service & After Sales Manager. La nuova struttura ha sede a San Paolo e, non appena le ultime formalità verranno espletate, sarà pronta ad operare con una efficiente rete in tutto il paese.

Con l’occasione, Ducati Motor Holding S.p.A. conferma l’accordo di collaborazione già concluso con DAFRA da Amazônia Indústria e Comércio de Motocicletas Ltda. per l’assemblaggio in CKD di moto Ducati in Brasile (le moto vengono assemblate in Brasile con componenti spediti dallo stabilimento italiano e dai suoi fornitori internazionali. In questo modo si semplifica molto la produzione, si abbattono i costi industriali legati allo start up della fabbrica e, spesso, si pagano meno tasse legate all'importazione dei veicoli fabbricati all'estero NDR).

Lo stabilimento di Manaus sarà operativo entro poche settimane, pronto a consegnare le prime moto per un mercato in costante crescita e in grande evoluzione. Un paese dove Ducati è destinata ad occupare un ruolo sempre più importante e strategico, proseguendo con il positivo trend di crescita internazionale che, da alcuni anni, caratterizza questo iconico marchio motociclistico.

Il mercato brasiliano delle motociclette è uno dei mercati più interessanti al mondo, il terzo in termini dimensionali


Gabriele Del Torchio, Amministratore Delegato Ducati Motor Holding S.p.A

«Il mercato brasiliano delle motociclette è uno dei mercati più interessanti al mondo, il terzo in termini dimensionali – ha dichiarato Gabriele Del Torchio, Amministratore Delegato Ducati Motor Holding S.p.A., durante la conferenza stampa per l’annuncio della costituzione di Ducati do Brasil –. L’immagine Ducati è molto forte in questo paese e siamo accompagnati dalla simpatia di molti ducatisti, motociclisti e fan. L’apertura della filiale e l’assemblaggio delle nostre moto presso lo stabilimento di Manaus, confermano il nostro impegno diretto nei confronti dei clienti brasiliani, ai quali vogliamo garantire il miglior servizio possibile in termini di vendita e post-vendita, oltre alla riprova dell’importanza strategica che Ducati attribuisce a questo mercato».

Ricardo Susini, Managing Director di Ducati do Brasil


«Sono particolarmente fiero ed orgoglioso di essere stato scelto per questa nuova, grande avventura - ha detto Ricardo Susini, Managing Director di Ducati do Brasil – Ho passato tutta la mia vita nel mondo delle motociclette ed essere parte di un marchio così importante, così iconico e così conosciuto è un ulteriore stimolo per raggiungere nuovi traguardi».

  • Utente_qualsiasi
    Utente_qualsiasi, Faenza (RA)

    @ france561922

    Ciao,

    Il mio discorso è stato un poco travisato oppure io non sono stato capace di esprimermi come avrei voluto. In Italia è DIFFICILE (non impossibile) produrre per mercati lontani. Ducati può produrre a Bologna tutte le moto da distribuire in Europa e magari anche nei paesi dove ci si può permettere un prezzo maggiore (vedi USA). Il Brasile ha alte tasse d'importazione, elevata burocrazie ed è un mercato emergente (fortemente). E' necessario ridurre i costi e le tasse d'importazione per essere competitivi.

    Alitalia è fuori tema. Hai ragione. Non era effettivamente collegato al discorso della "produzione in Brasile", bensì solo per far notare come una proprietà straniera non voglia dire che c'è il nemico alle porte.

    Proprio oggi c'è un incontro per vedere se si riescono a diminuire le imponenti tasse d'importazione tra Giappone ed Europa. Noi tassiamo molto i loro prodotti e loro i nostri. Mi pare che tempo addietro ci fosse il 20% di tassazione. Le moto prodotte ad Atessa (Honda) pagano questa tassa solo sui propulsori... importati dal Giappone.

    Il gruppo VW, visto che l'hai citato, ha molte fabbriche in Messico per aggredire il Nord America. Il New Beatle per il mercato americano ed altre diverse auto di fascia alta sono prodotte in quel paese e non in Germania.

    E' difficile produrre lontano. Solo questo è il mio discorso. C'è il trasporto, la logistica, le tasse d'importazione, la burocrazia e via discorrendo.
  • france561922
    france561922, Firenze (FI)

    x Ducatista 14

    L'esempio dell' Alitalia non è coerente con il tuo discorso dal momento che la scelta è stata puramente politica; quanto al resto il tuo ragionamento ha un senso davanti ai numeri e comunque dopo aver pianificato una strategia. Inoltre, dal tuo punto di vista, in Italia non sarebbe più possibile produrre nulla e questo, mi rifiuto di accettarlo. Dipende solo da noi: in Germania, i lavoratori tedeschi e le aziende hanno trovato una soluzione; ti ricordo che lo stesso gruppo VW una decina di anni fa ha optato per una nuova politica sul lavoro che adesso sta dando i suoi frutti senza penalizzare nessuno ne' l'azienda nè i lavoratori. Il concetto anglosassone win to win è stato messo in pratica cosa che in Italia nessuno ancora è riuscito a fare a cominciare dalle grosse multinazionali che trattano questo paese come uno del "terzo mondo" grazie alla connivenza dei politici di turno. Quindi, per tornare a DUCATI, il problema è da ricondurre al fatto che in Italia non esiste una politica di sviluppo industriale bensì solo un "mercato delle occasioni".
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