Fallisce MZ, fabbrica chiusa a Zschopau
Pare proprio che sia arrivata la fine per MZ, marchio tedesco dal grande passato passato recentemente per diverse mani senza riuscire a risollevarsi. Nonostante quelle che sembravano discrete prospettive ad opera dell'ultima proprietà, che al Salone di Milano aveva dato segnali positivi, la Casa sassone è stata dichiarata insolvente e ha dovuto chiudere i battenti licenziando gli ultimi 20 lavoratori ancora attivi presso l'impianto di Zschopau.
La Casa tedesca era nata nel lontano 1906 ad opera del danese Rasmussen. Divenuta DKW nel 1928, parte del gruppo Auto Union assieme ad Audi, è stata una delle Case produttrici più longeve e prolifiche del secolo scorso. Cambiata di nuovo la ragione sociale in VEB Motorradwerk Zschopau, abbreviato in quell'MZ che sarebbe durato fino al 1993.
Privatizzata in quell'anno dopo il salvataggio statale di due anni prima, finì in parte ceduta alla turca Kanuni e rifondata con il nome MuZ (Motorrad und Zweiradwerk), con cui venne acquistata dal gruppo malese Hong Leong Industries dopo il fallimento del 1996. Nel frattempo, la Casa si era impegnata senza successo nel Mondiale 500 con - fra gli altri - il nostro Luca Cadalora..
Anche l'avventura orientale - durante la quale il marchio cambiò nuovamente tornando MZ - non ebbe seguito: nonostante diversi modelli tanto stradali quanto fuoristradistici di relativo successo nei paesi di lingua tedesca, la casa malese incamerò perdite per 70 milioni di euro e dichiarò fallimento nel 2008. Il marchio venne acquistato da una cordata di ex piloti - l'austriaco Martin Wimmer e il tedesco Ralf Waldmann - l'anno successivo, senza però miglior successo. Wimmer ha dichiarato bancarotta sulla fine dello scorso anno.
La prima moto
Praticamente splendida tipo corsaiola, quella che mi ha inculcato il morbo dei mezzi manubri bassi.
Da allora sempre da Me perseguiti anche ora all'età di 66 anni.
Metterò in programma un pelegrinaggio a Zschopau.
Peccato