Fase2: #rimettiamociinmoto con un click
Non è colpa nostra, non lo è di nessuno, se siamo fermi da due mesi e per chissà quanto tempo ancora saremo almeno rallentati, “limati” economicamente, la voglia in fiamme ma un po’ “arrugginiti” nel morale. Abbiamo scoperto un atout, un asso di briscola che dobbiamo giocare bene. La Moto. Mi copio e incollo. La Moto è distanza sociale, è mobilità individuale perfetta, la via più breve tra due punti, tra il portone di casa e l’ufficio, è agilità e parcheggio facile, guizzo naturale e azzeramento dei tempi morti. Ed è un grande piacere. Con la bella stagione… beh, che ve lo dico a fare?
Se pensate che siamo un po’ di parte… avete ragione, ma dovrete riconoscere anche che non è facile confutare la bella “certezza” emersa in questo frangente sfortunato. Alle certezze bisogna dare un vettore di idee, progetti, forza. Capire quali sono quelle buone, crederci, fare di tutto per finalizzare. Cosa possiamo fare della Moto, con la Moto? Cosa per la Moto?
Mi viene ancora in mente un tempo passato. Anzi me l’ha fatto venire in mente Burt Munro e la buona America che cercava di darsi una mossa intelligente, sincera, e per fare questo usava l’onestà. Filmone! Burt parte dalla Nuova Zelanda con la sua Indian da record e supera difficoltà che oggi sarebbero montagne invalicabili con una buona parola, la buona fede, la buona onestà demolendo le reticenze di buone persone di buon animo. Nota bene. Non c’è una sola trasgressione nelle peripezie di Burt, solo una via “pacifica” che porta fino al record tuttora imbattuto.
In America, ma anche in Brasile e in altri Paesi del Mondo, ho girato senza targa. Sì. Senza la placca numerica che identifica il veicolo e attraverso la quale sei identificato tu. Il veicolo è nuovo, o l’hai persa, parti o continui a viaggiare. Non aspetti!
È successo molto di più. Mi raccontava un amico di quella volta che, appena arrivato negli States dall’Italia con un contratto in tasca, trovato l’appartamento si mise a caccia di un mezzo per muoversi. Incontrò un venditore, di quelli che oggi si direbbero “multimarche” perché non hanno la benedizione della Casa, addirittura trovò il mezzo dei suoi sogni, più esattamente di un vecchio sogno. Verificarono insieme la coerenza delle condizioni, si accordarono.
Quindici minuti in ufficio per le pratiche e il mio amico uscì motorizzato alla conquista dell’America. Nei tempi successivi il lavoro lo “costringeva” a lunghi spostamenti, il che non gli dispiaceva affatto perché in quel modo esplorava il Paese. Durante uno di questi viaggi si fermò a un Café nel deserto, e al bancone si intrattenne con lo sconosciuto di fianco. Finirono per parlare dei loro mezzi e per scoprire che ciascuno guidava uno dei sogni dell’altro. Lo sconosciuto propose lo scambio, il mio amico si disse favorevole ma non sapeva come muoversi. L’amico non più sconosciuto prese una salvietta di buona carta americana del tempo, e la divise in tre parti. Su una firmò il passaggio di proprietà del suo sogno al mio amico, sull’altro si fece firmare la cessione inversa, e sul terzo firmò un assegno che considerava doveroso in termini di differenza di valori. Il mio amico ripartì con il suo sogno numero 2, sbalordito. Al villaggio successivo riscosse l’assegno nell’unica banca, depositò nell’ufficio dello Sceriffo il documento di passaggio di proprietà, che l’autorità avrebbe provveduto a registrare, e ripartì sbalordito e felice.
Il mio amico ricordava che, al suo Paese, una cosa del genere si poteva fare, allora, con i motorini, che non avevano targa e solo un documento impersonale di accompagnamento.
Ecco, mi permetto di esporre un’idea. Vale per le Moto, ma è universale. Siamo in una situazione grave, ci sono moto e motorini fermi in garage, moto nuove e usate ferme dai concessionari, moto nuove ferme dagli importatori e moto nuove ancora ferme in Fabbrica. Quando ripartiremo, e in Moto (o comunque con le due ruote) sarà l’ideale, la macchina del commercio mollerà la frizione per scattare al semaforo verde, ma la partenza lampo sarà rallentata, in molti casi inibita, dalle paludi della burocrazia.
Tagliamo via subito una bella fetta di burocrazia, agevoliamo, passiamo alla velocità di un “click” i passaggi di proprietà, diamo una possibilità allo scambio con un costo “umano”. Riammettiamo alla circolazione buoni mezzi impolverati nei garage e nelle concessionarie a causa della sproporzione tra il valore dell’oggetto e quello della burocrazia e delle tasse. Rendiamo plausibili le revisioni e i collaudi, le immatricolazioni lampo e al costo fisico dei documenti. Diamo un segnale e un colpo di cannone potenti.
Non è per sempre, è per un momento in cui si rischia di ripartire con le candele bagnate e in cui il massimo dell’efficienza è vitale, ma è anche la grande occasione dell’onestà per una ripartenza in un mondo migliore.
#rimettiamociinmoto e rimettiamo in moto il comparto con un’idea semplice di buona volontà, riportiamo alla luce tante magnifiche moto insabbiate nei balzelli, diamo voce al buonsenso di una promessa di concreta collaborazione tra lo stato e il cittadino, mettiamoci del nostro e riportiamoci agli albori del rispetto dei codici scritti, orali e tramandati. In fondo i più ovvi, se solo si… rallenta e si riflette un po’!
Questo periodo, con tutta la sua indiscutibile gravità, potrebbe avere dei lati positivi se solo chi ci governa, ci credesse....