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FMI: convegno ad Arezzo per salvare il fuoristrada

- Convivenza, dialogo, confronto: la strategia della Federazione per evitare che sia limitata l'attività sportiva ed amatoriale in off road
FMI: convegno ad Arezzo per salvare il fuoristrada

La scelta del luogo, intanto, ha una sua (decisiva) importanza. Nel nostro caso certo non è stata casuale, anzi, crediamo abilmente decisa per il suo forte valore simbolico.

La FMI torna ad Arezzo e, soprattutto, ci torna per discutere della pratica del fuoristrada: e se a qualcuno questo sembra come il tornare… sul luogo del delitto, non sarebbe lontano dalla realtà.

Ricordate? Era l’autunno 2011 e proprio ad Arezzo (vabbè, era Castiglion Fiorentino, ad una manciata di km dal capoluogo) quando la Guardia Forestale, con un’azione spettacolare e per molti versi sproporzionata (furono impiegati anche due elicotteri!) intervenne durante una prova del Campionato Nazionale di Enduro, controllando centinaia di moto, elevando decine di multe e procedendo al sequestro di diversi veicoli.

Insomma, un intervento a gamba tesa durante il pacifico svolgimento di un evento sportivo regolarmente autorizzato, che ebbe come conseguenza quella di mettere sul banco degli imputati una pratica motociclistica già da tempo e da più parti accusata di essere fonte di danno per l’ambiente e poco rispettosa dei luoghi nei quali si svolge.

Un episodio, tra i più gravi forse, di quella “guerra fredda“, della crociata non dichiarata ma spesso praticata contro l’enduro cui la Federazione Motociclistica, ente per sua stessa natura delegato alla “difesa“ della categoria, ha reagito con una strategia intelligente e lungimirante.

Riguardo ad episodi anche recenti tesi a limitare la pratica dell'enduro (vedi qui), da parte della FMI non ci sono state  nessuna protesta eclatante, manifestazioni di piazza o azioni clamorose: piuttosto, un lungo e paziente lavoro di contatto prima e convincimento poi con i diversi attori (istituzioni politiche nazionali e locali, associazioni a vario titolo legate al territorio, forze di polizia), per far conoscere e valere le proprie ragioni. Il tutto con una spada di Damocle sulla testa: il Codice della Strada prossimo venturo, che conterrà senz’altro indicazioni inedite e vincolanti per chiunque voglia praticare attività oltre i nastri d’asfalto.

Il tavolo dei relatori al convegno di Arezzo: da destra, Claudio D'Amico, Giovanni Copioli, Michele Meta, Marco Donati, Pierfrancesco Caliari e Giulio Gori (Resp. Uff. Comunicazione FMI)
Il tavolo dei relatori al convegno di Arezzo: da destra, Claudio D'Amico, Giovanni Copioli, Michele Meta, Marco Donati, Pierfrancesco Caliari e Giulio Gori (Resp. Uff. Comunicazione FMI)

Il convegno di Arezzo rappresenta un punto di svolta tra le richieste di chi vorrebbe limitare la pratica del fuoristrada e le (giuste) ragioni di chi la difende, ad iniziare dal titolo: "Nuovo Codice della strada - La via della Convivenza" indica come dalla fase della contrapposizione si sia passati a quella del dialogo tra le parti.

Al tavolo dei relatori erano presenti tutti i protagonisti di un confronto che si è rivelato decisivo: l’onorevole Michele Pompeo Meta, Presidente della IX Commissione Camera dei Deputati (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni); l’onorevole Marco Donati, Membro della Commissione Camera dei Deputati (attività produttive, Commercio e Turismo); il Presidente della FMI, Avvocato Giovanni Copioli; il Colonnello Claudio D'Amico dei Carabinieri Forestale, e il dottor Pierfrancesco Caliari, Direttore Generale di Ancma.

In sala, pubblico attento ed interessato, con rappresentanti di associazioni come Confartigianato, produttori agricoli, cacciatori e pescatori, Legambiente, oltre a numerosi Moto Club del territorio e singoli praticanti.

Il Presidente Copioli, nel suo intervento iniziale, ha ricordato l'azione di dialogo e sensibilizzazione svolta dalla Federazione con le Istituzioni, per impedire che le modifiche proposte al Codice della Strada diventassero un blocco dell'attività sportiva e amatoriale, secondo un principio che non teneva conto della libertà di movimento e dei diritti di cittadini e dei frequentatori del territorio.

Ha poi ribadito che la FMI ha lavorato per il rispetto delle regole e portato avanti non solo gli interessi dei motociclisti, ma di tutti i fruitori del territorio delle più svariate attività sociali, turistiche e venatorie.

L'Onorevole Donati, firmatario del sub emendamento, ha spiegato come abbia compreso e recepito le ragioni della FMI, investendo chi ha conoscenza precisa delle realtà territoriale del compito di decidere sull'utilizzo di una strada o un sentiero.

Concetto approfondito anche dal Responsabile dei Rapporti Istituzionali della FMI, Tony Mori, che ha ripercorso la storia dei contatti avvenuti in questi mesi ribadendo che una strada sterrata è comunque una strada, e che destinarla solo a un numero limitato di categorie sarebbe un errore, sempre ribadendo che il rispetto delle regole è elemento essenziale per la convivenza.

E’ intervenuto anche il Procuratore della Repubblica di Arezzo, Roberto Rossi, che ha apprezzato la chiarezza del sub emendamento della FMI non solo per lo specifico utilizzo di strade e sentieri, ma anche per il diretto coinvolgimento degli Enti locali in materia ambientale.

L'intervento più atteso è stato quello dell'onorevole Pompeo Meta: «Ho recepito le istanze di un settore importante come quello del motociclismo, ed apprezzato contenuti e metodo usati dalla FMI e dal suo Presidente nel portare avanti queste ulteriori modifiche. Abbiamo convenuto che debbano essere le realtà territoriali e quindi le autorità locali, che hanno conoscenza diretta, a decidere la destinazione dei territori».

Il Colonnello D'Amico ha ripercorso la storia della collaborazione con la FMI, e sottolineato come sia stata proficua non solo nell'organizzazione delle gare, ma anche nel controllo e nella vigilanza del territorio, per punire quei pochi che non rappresentano la realtà vera dei motociclisti.

In chiusura, Caliari ha parlato dei numeri sorprendenti che il settore moto rappresenta in Italia, del fatto che sia strategicamente cruciale nel problema della mobilità, entrando poi nello specifico settore del fuoristrada e confermando che una norma restrittiva nei confronti di questa attività rappresenterebbe un danno irreparabile per un settore e un indotto che invece mostrano da due anni segnali di crescita concreta.

Hanno poi preso la parola le Associazioni: molto apprezzato l’intervento del Direttore dell’Arcicaccia, Osvaldo Veneziano, che ha ribadito la necessità di mantenere il contatto e il dialogo con le autorità e tra i fruitori del territorio stessi.

In un contesto di generale apprezzamento per l’operato della FMI, l’unica voce dissonante è stata quella di Chiara Signorini, presidente del circolo cittadino di Legambiente: ma il suo intervento è sembrato quasi una difesa d’ufficio di posizioni che hanno bisogno di essere aggiornate e non destinate a restare sempre arroccate e custodite in una Torre d’Avorio.

La chiusura del convegno è stata del Presidente Copioli: «Sono molto soddisfatto di questo confronto: credo che sia un concreto punto di svolta e che le diverse posizioni siano state chiarite. La politica ha recepito le nostre istanze e ci ha apprezzato sia nei contenuti che nei modi con cui in questi mesi abbiamo lavorato senza sosta, e lottato per far valere non solo i nostri diritti ma anche quelli di tanti che usufruiscono dei territori. Per questo abbiamo titolato "la via della Convivenza" contro ogni proibizionismo preconcetto. Sono fiducioso che il nostro sub emendamento possa terminare l'iter legislativo e venir votato prima del termine della legislatura. La Federazione ha il compito di sensibilizzare il mondo politico, affinché tenga in considerazione gli interessi ed i diritti di tutti. Far decidere alle autorità locali era il nostro obiettivo, e ritengo sia ragionevolmente anche la cosa più giusta. Continueremo a seguire con attenzione la vicenda in modo che le nostre attività sia sportive che territoriali possano continuare a svolgersi nel rispetto di regole e leggi, per una vera e produttiva convivenza».

 
  • vchiaverini
    vchiaverini, Saronno (VA)

    Evitare il blocco totale a livello nazionale è prioritario visto che stiamo per perdere la possibilità di fare enduro e trial ovunque.

    Trasferendo però la responsabilità di decidere dove si può circolare fuoristrada alle autorità locali si corre il rischio di avere Comuni confinanti con regole diverse fra loro e di essere comunque fuorilegge da qualche parte.

    Confido nel fatto che la FMI riesca a ragionare anche con gli Enti Locali.

    Se così non fosse, dovremmo andare a girare all'estero come già fanno in molti.
  • ms60
    ms60, Livorno (LI)

    Assolutamente d'accordo con giorifa e giama 107.
    Delegare alle amministrazioni locali e non legiferare a livello nazionale porta solo a confusione. Basti pensare che un giro di enduro solitamente interessa vari comuni che possono gestire il territorio in modi completamente opposti.
    Qualcosa di meglio lo si potrebbe ottenere se la regolamentazione avvenisse a livello regionale, anche se anche questa strada è opinabile. Ad esempio da noi in Toscana la circolazione su strade a fondo naturale è in pratica vietata dalla Legge 48 del 1994.
    In sostanza mi sembra che il risultato del convegno sia la solita mossa politica alla Ponzio Pilato "delego e me ne lavo le mani"...e spero di sbagliarmi.
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