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Fusione Shark/Nolan: la Casa di Brembate precisa

- Il gruppo bergamasco chiarisce assetti e motivazioni della fusione
Fusione Shark/Nolan: la Casa di Brembate precisa

La notizia della cessione del gruppo Nolan, uscita ieri sera, ha causato un notevole subbuglio in rete. Come spesso accade, qualcuno si è sbilanciato in giudizi tranchant (senza conoscere tutta la storia) oppure in previsioni catastrofiche, urlando contro la svendita del patrimonio industriale nazionale. Voci a cui lo stesso Nolan Group ha voluto dare risposta con il comunicato che riceviamo, e volentieri pubblichiamo.

Carissimi giornalisti, amici e clienti Nolan,

come comunicato ieri, lo scorso martedì sera è stato firmato il contratto di vendita della Helmet Invest, che detiene le azioni del gruppo Nolan, a favore della 2 R Holding che controlla anche il gruppo Shark. La 2 Ride Holding è a sua volta posseduta dal fondo di investimento francese Eurazeo. Perché il contratto di vendita diventi definitivo e consenta il trasferimento delle azioni, occorrerà che l’Antitrust non sollevi obiezioni e il tutto richiederà circa un mese.

Si tratta di una decisione pensata per il futuro del gruppo, e che permetterà a Nolan di mantenere la leadership nei mercati e la produzione in Italia. 

Nel rispetto di chi ci segue sempre con stima e passione, pur accettando le opinioni di ognuno, ci teniamo a precisare alcuni punti importanti per chiarire qualche giudizio errato che si sta rincorrendo in rete:

  • Nolangroup S.p.A. è una società italiana e resterà tale a prescindere dalla nazionalità dei suoi azionisti (anche tra i vecchi azionisti ora venditori, ci sono australiani, francesi, austriaci, spagnoli…)
  • Nolangroup S.p.A. impiega circa 360 dipendenti nei suoi stabilimenti di Brembate di Sopra sviluppati su più di 30.000 mq. dove produce circa 400.000 caschi all’anno ed è il più grosso produttore di caschi da motociclista in Europa. Chiunque può passare a verificare l’esistenza delle nostre fabbriche.
  • Il fatto che i vecchi proprietari abbiano venduto ad un gruppo straniero non è certo una colpa, ma una scelta dovuta al fatto che nessun altro gruppo, anche italiano, ha proposto un’offerta che garantisse investimenti, stabilità e futuro nel rispetto del nostro Made in Italy. Risulta difficile immaginare che un investitore, anche se estero, acquisisca un’azienda, fabbricati, impianti per poi trasferire il tutto altrove.  
  • Nolangroup S.p.A.  ha sempre pagato le imposte e versato gli oneri sociali in Italia come continuerà a farlo in base alla legge a prescindere dalla nazionalità dei suoi azionisti. L’operazione di acquisizione è di fatto un investimento estero in Italia che produrrà anche ricchezza nel nostro Paese (dipendenti e indotto), non un’uscita di ricchezza verso l’estero.
  • Anche se ora Nolan è parte di gruppo francese ogni casco sarà ancora fabbricato in Italia. 

Continueremo a fare i nostri caschi con la stessa passione e con le stesse mani che li hanno fatti fino a ieri.

Nolangroup

  • annalisa_ferri
    annalisa_ferri, Bergamo (BG)

    Mah, sarà, è che di italianissime "cordate di coraggiosi" ne ho visto troppe. In bocca al lupo a Nolan
  • sebaco
    sebaco, Brescia (BS)

    Due osservazioni:

    a) se Nolan è il primo produttore di caschi in Europa e viene acquisito da chi controlla un marchio più piccolo significa che forse c'è un problema di redditività (produci tanto, ma guadagni meno di altri sul tuo prodotto). E quando si cerca di recuperare su questo fronte si sa dov'è la prima voce di costo sulla quale normalmente si interviene;

    b) che un investimento estero non comporti uscita di ricchezza verso l'estero non è vero. Nessuno investe per niente: un afflusso di capitali dall'estero è un debito da pagare, che verrà rimborsato con ricchezza che esce dal Paese. Questo non vuol dire che gli investimenti esteri siano una cosa in assoluto cattiva, ma presentarli come una cosa in assoluto buona e senza costi è scorretto. Vero che l'ufficio stampa di Nolan difficilmente avrebbe potuto scrivere qualcosa di diverso, e tuttavia chiarire questo punto mi sembra doveroso per mettere la questione nella giusta prospettiva.
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