Guida alla Honda Hornet 600
La Hornet CB 600F ha rinverdito i fasti del marchio giapponese tra le nude a 4 cilindri, tipologia di moto che non è certo una novità in casa Honda. Chi ha superato gli anta ricorda il cambiamento epocale della serie CB Four, negli anni ’70: prestazioni, facilità di guida e una qualità costruttiva che non si era mai vista sulle rivali europee dell’epoca.
Il calabrone ha fatto breccia nel cuore degli italiani, grazie a una linea semplice, dominata dal panciuto serbatoio e dal tubone dello scarico sotto il codone, e alle prestazioni che accontentano tutti.
Fino a 8.000 giri la Hornet è una paciosa compagna di merende, oltre – e fino ai 12.000 – ricorda la sua rabbiosa provenienza (il motore è figlio della CBR 600, in tutte le annate). Nel 2007 si è confermata best seller assoluta tra le moto, forte di 8.982 pezzi immatricolati. E questo nonostante abbia in parte tradito lo stile delle prime versioni. Il pubblico ha mostrato di gradire. Anzi, pare proprio che il model year 2007 abbia allargato il target a un’utenza più ampia, non più solo giovane. Nel 2011 la Hornet ha parzialmente rinnovato il guardaroba, ma sotto sotto nulla o quasi è cambiato dal punto di vista tecnico.
Forniamo ai lettori una breve storia del modello e le quotazioni di QMOTO (ottenute sulla base di elaborazioni statistiche della banca dati di Moto.it).
LE VERSIONI
Honda Hornet 600 (1998 – 2000) Hornet viene presentata sul finire del 1997 al Salone di Parigi. La commercializzazione inizia nel 1998. Deriva concettualmente dalla piccola Hornet 250 venduta in Giappone. Al semplice telaio monotrave in acciaio ad alta resistenza affianca il potente motore 4 cilindri di derivazione CBR. Scelta particolare per il diametro della ruota anteriore, da 16 pollici. L’alimentazione è affida ai carburatori. L’omologazione è Euro 0. E’ prodotta in Giappone e viene offerta in tre colorazioni (Blazing Red, Silver Metallic e Tahitian Blu).
Nel 1999 arrivano due nuove colorazioni (Italian Red e Shining Yellow).
Prezzo Nuovo (1998 – 2000): 7.335 €
Quotazione ritiro da concessionario: 710 € (1998); 970 € (1999)
Quotazione vendita: 910 € (1998); 1.220 € (1999)
Honda Hornet 600 (2000 - 2002)
Il calabrone riceve 2 importanti cambiamenti. Arriva la ruota anteriore da 17”, che rende la guida su strada più facile e intuitiva, e la produzione passa agli stabilimenti di Honda Italia (ma la qualità rimane proverbiale, Honda non si smentisce). Altre modifiche di dettaglio riguardano il condotto del filtro dell’aria e la mappatura dell’accensione. Il parafango posteriore viene accorciato (prima copriva come un lenzuolo il panciuto gommone) e lo scarico riceve un nuovo trattamento che lo rende più lucido. Arriva la versione Black. E il successo commerciale arride anche alla Hornet made in Italy. Il 2000 è l’anno della versione carenata, denominata S, che trasforma la sportiva nuda di Honda in una moto più versatile, adatta anche al turismo. A risentirne è la personalità estetica e, soprattutto in Italia, la S non farà battere il cuore dei motociclisti.
Nel 2002 arrivano – finalmente – indicatori di direzione più piccoli.
Prezzo Nuovo (2000- 2002): 7.330 €
Quotazione ritiro da concessionario: da 1.230 € (2000) a 1.760 € (2002)
Quotazione vendita: da 1.540 € (2000) a 2.200 € (2002)
Honda Hornet 600 (2003 - 2004)
In casa Honda viene presa la decisione di mettere mano al calabrone da battaglia. È una scelta necessaria, la concorrenza delle 3 sorelle del Sol Levante si è fatta pressante e non è consentito dormire sugli allori. Le vendite, sempre sostenute, lanciano i primi segnali di stanca. Cambia il serbatoio (ora con tappo a cerniera), più affilato e tagliente rispetto al “tuttotondo” precedente. Anche il codino riceve la stessa cura e diviene appuntito come uno stiletto, idem il terminale di scarico, che ora contiene le 300 celle del catalizzatore, consentendo alla moto di rispettare la normativa Euro 2. La potenza supera i 96 cavalli a 12.000 giri/min. Nuovi sono anche la sella, più ospitale per il passeggero, e il faro anteriore, ora provvisto di 2 lampade sovrapposte (l’illuminazione risulta nettamente migliorata). Hornet 600 riceve la strumentazione della sorella maggiore di 900 cc e si dota finalmente della spia della riserva (al posto del desueto rubinetto) che si accende quando restano 3,5 lt di benzina nel serbatoio. Visto il successo della moto, è gradito anche il nuovo antifurto elettronico HISS che consente l’avvio del motore solo in presenza delle chiavi codificate.
Prezzo Nuovo (2003 - 2004): 7.430 €
Quotazione ritiro da concessionario: 2.020 € (2003); 2.280 € (2004)
Quotazione vendita: 2.520 € (2003); 2.850 € (2004)
Honda Hornet 600 (2005 - 2006)
La linea non cambia, le prestazioni su strada sì. Non tanto per la potenza del motore, che resta di 96 cavalli, quanto per il comportamento della ciclistica. Chi ama condurre sportivamente la Hornet 600, non è più costretto a mettere mano al portafoglio per migliorare il comportamento della forcella. Ci ha pensato mamma Honda, equipaggiando la versione 2005 di una forcella a steli rovesciati dal setting perfetto, sia su strada che nelle uscite in pista a cui tanti possessori di Hornet non sanno rinunciare. Modifiche minori anche all’estetica della moto, con nuovi profili sul fanale anteriore.
Prezzo Nuovo (2005 - 2006): 7.430 €
Quotazione ritiro da concessionario: 2.540 € (2005); 2.830 € (2006)
Quotazione vendita: 3.180 € (2005); 3.540 € (2006)
Honda Hornet 600 (2007-2010)
È l’anno della svolta. E che svolta. Un cambio di rotta epocale, di quelli destinati a lasciare il segno. Si tratta di moto dal seguito larghissimo ed è frequente che le schiere di appassionati accolgano scetticamente i cambiamenti più radicali. Salvo poi digerirli e decretare il successo commerciale della nuova moto. Esattamente com’è accaduto con Hornet 2007.
Arrivano il telaio – sempre monotrave – ma in alluminio, il motore di derivazione CBR 600 2007, più piccolo, potente e alimentato dall’iniezione elettronica. Cresce la potenza, cala il peso: ora i 102 cavalli portano a spasso solo 173 kg. Il family feeling con la “vecchia” Hornet è fatto salvo dal serbatoio, che ne ricalca le forme, mentre il fanale e lo scarico tagliano col passato. Il primo si dà al futurismo, rinunciando all’ovale tanto caro ai puristi delle naked, il secondo corre basso, rendendo la linea più attuale e abbassando il baricentro. La moto diventa Euro 3 e, a richiesta (con un sovrapprezzo di 600 €), è disponibile la versione munita di ABS. Listino, scheda tecnica e commento degli utenti
Prezzo Nuovo (2007): 7.590 €
Quotazione ritiro da concessionario: da 3.130 € a 4.060 € (2007-2010)
Quotazione vendita: da 3.910 € a 5.080 € (2007-2010)
Honda Hornet 600 2011 (clicca qui per leggere la nostra prova)
E' stata una delle grandi novità dei saloni autunnali, che arriva dai concessionari ai medesimi prezzi del modello uscente, cioè 7.590 euro per la versione standard – anche depotenziata a 25 kW (34 cv) – e 8.190 per quella dotata di Abs. E qui vale la pena di ricordare il Progetto Sicurezza che Honda Italia riserva ai suoi clienti, grazie all'accordo con Gemini Technologies: con l’acquisto di un veicolo “Honda Progetto Sicurezza” sarà compresa l’installazione di un antifurto satellitare Gemini, un anno di monitoraggio 24 ore su 24 tramite centrale operativa e la Garanzia di sostituzione del veicolo in caso di furto entro un anno. Il proprietario del veicolo avrà inoltre la possibilità di controllarlo personalmente, localizzandolo attraverso il cellulare o via internet.
Cavallo vincente non si cambia. Non ancora, perlomeno. Quindi in Honda hanno giustamente ritenuto che fosse troppo presto per modificare radicalmente una moto presentata nel 2007 e ancora molto valida. Semmai, andava parzialmente rivisitata in veste più piccantina, per alzarne ulteriormente l’indice di gradimento, visto che la concorrenza mica dorme. Basandosi sui suggerimenti recepiti dagli utenti, dunque, il designer Gianfelice “Felix” Marasco, del Centro Stile romano di Honda Europe, ha dato una ritoccatina al look della Hornet attraverso una specie di processo di “CBzzazione”: ed ecco il musetto e la coda ridisegnati ispirandosi evidentemente alle linee della grintosissima CB1000R.
Il primo ora integra un nuovo cruscotto che fa corpo unico con il faro, a sua volta ridisegnato, sempre con parabola multi-reflector: il gruppo è montato più in basso di prima e più vicino al manubrio, in modo da accentrare e compattare al massimo le masse. Come sulla CB, la nuova strumentazione è totalmente digitale, e ingloba contagiri, tachimetro, doppio trip, indicatore a barre per il livello carburante, rilievo dei consumi medio e istantaneo, temperatura del liquido refrigerante e, ovviamente, l’orologio. Anche qui è naturalmente presente il sistema anti-intrusione H.I.S.S., con serratura a doppio tamburo, praticamente impossibile da forzare col cosiddetto “spadino”: lo sterzo si sblocca e il motore si avvia esclusivamente usando la chiave codificata in dotazione.
Quanto al posteriore, niente più sella “ a sbalzo” e maniglioni per il passeggero – sostituiti comunque da due incavi nel codone, certamente meno pratici, ma esteticamente favorevoli – nell’ottica di uno stile più aerodinamico e sportivo, demandato appunto al nuovo codone all’insù. Che poi è il medesimo della nuova CBR600F carenata, con sotto il portatarga della 1000 naked.
Quanto alle colorazioni, alla già nota Pearl Nightstar Black si aggiungono le inedite Pearl Sprint Yellow e Pearl Cool White. Una notizia interessante per chi volesse dilettarsi in pista con la nuova Hornet: quest'anno torna infatti l'Hornet Cup, unitamente all'omologo trofeo riservato alla stessa CB600F.
Prezzo Nuovo (2011): 7.590 € (8.190 € con ABS)
COSA DICE IL NEGOZIANTE
Ci siamo rivolti a Roberto, che di Hornet ne ha trattate e vendute a centinaia, per scoprire le virtù, le pecche, i richiami e tutto quanto può servire a evitare spiacevoli sorprese nell’acquisto di una Hornet di seconda mano.Quali sono i pregi principali della nuda di casa Honda?
Roberto: “Si tratta di una moto facile, che si adatta bene a tutti, dal ragazzino fino allo smanettone, grazie a una ciclistica sincera, comunicativa, e a un motore favoloso”.
Ci sono dei model year da preferire rispetto ad altri?
Roberto: “La prima versione, del’98, non è richiesta. Primo perché è ancora un Euro 0, secondo per via della ruota anteriore da 16”. I modelli successivi, con la ruota da 17”, sono migliorati moltissimo in quanto a facilità di guida. Le Hornet del 1998 finiscono spesso nel canale dell’esportazione, che le richiede sempre”.
Le più richieste?
Roberto: “Sicuramente quelle dal 2003 in avanti. Il cambiamento estetico ha rinnovato il modello ed è stato molto apprezzato dai nostri clienti. Poi c’è la versione 2005, equipaggiata di forcella a steli rovesciati. Direi che questa è la migliore Hornet, tra quelle dotate di telaio in acciaio…”.
E Hornet 2007? Come vanno i primi usati? C’è richiesta?
Roberto: “Direi di sì. Piace sempre da matti ai più giovani. Negli ultimi anni è cresciuta la domanda da parte delle ragazze e, con la versione 2007, abbiamo notato un fenomeno inaspettato”.
Quale?
Roberto: “Hornet dal 2007 a oggi attrae anche un pubblico più adulto, ce la chiedono tanti 40enni. Prima non era così. Sarà che la versione attuale sembra più grossa, sarà la linea più ricercata…”.
La moto ha subito dei richiami?
Roberto: “Nessun richiamo”.
Difetti ricorrenti? Ci sarà pure qualcosa che si è rotto.
Roberto: “Negativo. Sarò anche un luogo comune, ma Honda è Honda. Anche gli usati più anziani non danno il minimo problema”.
Cosa consiglia di guardare in particolare, prima di staccare l'assegno?
Roberto: “Visto che non abbiamo sovrastrutture che ci possano indicare i segni delle cadute, consiglio sempre di smontare la sella e, se possibile, il serbatoio. Il telaio non deve presentare riparazioni e saldature. Bisogna poi controllare le piastre di sterzo (anche loro rivelano facilmente gli incidenti occorsi alla moto), la presenza di eventuali giochi dell’avantreno e lo stato dei dischi dei freni. Il 4 cilindri non dà mai problemi, anche chilometraggi superiori ai 40/50.000 km non devono impensierire”.
oggettivamente
due considerazioni sul monotrave e sul motore.
il monotrave è un telaio che è fatto apposta ove seva morbidezza nella guida. infatti la guida della hornet nel misto lento è perfetta. tuttavia, senza fare i piegoni a 200 ma solamente ad uscire dalle rampe dell'autostrada e tangenziali un po cattivi, si sente una mancanza nello sterzo. nulla che non si possa imparare a domare e a sentire, ma è una sensazione non bellissima. poi, che la gomma dietro si riesca cmq a tornirla tutta, senza lasciare i bordi nuovi da "sfigato", è fattibilissimo.
sul motore, è una bella bestiolina da 96 o 98 cv, non ricordo, che sopra gli 8000-9000 spinge di bestia. in prima penna di gas, e non sono un fuscello. tuttavia, ha dei buchi sotto che sono tipici dei 4 cilindri. in città non te ne accorgi nemmeno. ma la realtà è che hai un motore che spacca a scannarlo ma un telaio che te lo godi nel misto lento.
ecco perché sono in cerca di un'altra moto, ora che ne ho fatta esperienza.
sul dipende da che devi fare... verissimo. tuttavia e parlo in generale, non solo la hornet, capisco poco le naked 4 cilindri con coppia alta. mi sembrano un ibrido non troppo funzionale. ma in fondo sono le meno brusche in città. ma allora... 98 cv hanno senso, per andare a 200 in tangenziale. ma il telaio e la ciclistica te le fanno godere appieno solo in cittò o nelle stradine di campagna.
poi, oh... è la mia esperienza di una moto che ho amato, con lei ci ho finalmente preso la patente (dopo anni di foglio rosa continuamente rinnovato), con lei ci vivevo.
ma ricordando altre esperienze su sportive precedenti, a partire dalla lontana replica af1125, preferisco moto che abbiano il muso ben piantato per terra e i culetto che scodella...
raga, chi ha provato più moto e ha avuto la hornet la sente questa mancanza nel muso. e non toglie che la si può amare anche i suoi difettucci...
Non sottovalutatela......