Il circuito Adria Raceway chiude definitivamente e va all'asta
Per il circuito Adria International Raceway pare proprio arrivata la parola fine.
A meno di un salvataggio in extremis, ipotesi sempre più remota, il 31 marzo prossimo andranno all'asta i beni mobiliari dell'impianto inaugurato nel 2002 e appartenuti al suo ex gestore F&M.
Lo scorso 17 gennaio erano stati apposti i sigilli all'autodromo di Cavanella Po, in provincia di Rovigo, in conseguenza della procedura fallimentare diventata esecutiva.
Il 15 febbraio il Tribunale di Rovigo aveva infine rigettato un nuovo ricorso di Bioitalia, l'attuale gestore dell'impianto e proprietario, che sollevava eccezioni sulla procedura esecutiva: in quell'occasione venivano contestate le modalità di cessione dell'autodromo.
Bioitalia si è sempre dichiarata estranea alla procedura fallimentare (Fallimento n° 29/2020 F & M S.R.L.) che riguardava la precedente gestione.
Secondo la sentenza di fallimento, F&M avrebbe infatti lasciato un debito di 40 milioni di euro per mancato pagamento dell'affitto al fondo Darma. Altri 7.600.000 euro hanno composto un secondo debito, sempre nei confronti di Darma, per il complesso immobiliare nell'ex convento delle Canossiane, e altre 5 milioni di euro sarebbero dei mancati versamenti all'Erario. Un buco da oltre 52 milioni di euro.
La società F&M per un periodo ha amministrato l'Adria Raceway, ma senza esserne la proprietaria, poiché l'impianto appartiene a un fondo costituito da più soggetti.
Ora la vendita all'asta di tutti i beni mobiliari rischia di mettere una pietra tombale sull'impianto in quanto non rimarrà più nulla se non il nastro di asfalto e i muri della struttura ormai inservibile.
Una mozione presentata al consiglio comunale dall'ex sindaco Sandro Gino Spinello lo scorso 6 marzo sottolinea come l’indotto collegato ad Adria Raceway sia sempre stato uno dei principali fattori di interesse economico del territorio e che la chiusura è stata causata “dalla esecutività di una sentenza della sezione fallimentare del Tribunale di Rovigo di una società che in epoche trascorse ha gestito la struttura. Inoltre l’inattività dell’autodromo stesso sta creando la pesante apprensione di molti operatori economici, in particolare di quelli dei settori della ristorazione e della ricettività, che hanno visto azzerati il loro introiti”.
Spinelli aveva proposto l’attivazione di una gestione commissariale provvisoria che consentisse la ripresa delle attività del parco motoristico “almeno nei settori economicamente più produttivi”.
Ma l'appello non ha trovato seguito.
L'attuale sindaco di Adria, Omar Barbierato, da parte sua ha cercato una soluzione alternativa, un affitto d'azienda a un nuovo gestore, ma senza fortuna. Come ha riportato la stampa locale, ha commentato la situazione dicendo che l’asta dei beni mobiliari "sembra un’assurdità, perché chi dovrà comprare all’asta o gestire in affitto d’azienda non avrà praticamente nulla al suo interno. Servirà tempo per capire ancora quale potrà essere la soluzione di questa complessa vicenda: dal 2012 sono novanta le cause legate all’autodromo”.
A 20 anni dall'apertura della pista, la data del 31 marzo appare ormai come l'ultima spiaggia.
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SignorNessuno, Agugliano (AN)Mi chiedo quali siano sti beni mobili: qualche computer e poi? Di fatto le strutture dell'impianto, che sono il grosso del valore, non vengono toccate, quindi non mi sembra un problema riavviare l'attività. O almeno non lo sarebbe se producesse profitti, certo se non lo fa nessuno investirà in nuovi beni mobili, ma è giusto così.
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acobhel, Perugia (PG)Il governo ha sempre trovato miliardi per salvare altre aziende, e non può trovare 40 0 50 milioni per salvare un impianto come Adria. Potrebbe essere usato come base per allevare i futuri campioni del Motorsport italiano.