In viaggio con Camilla: il Piemonte meno noto
E’ l’altro Piemonte, quello meno conosciuto, quello che non fa rima con Langhe o tartufi ma con Serra e Santuario. Andare alla scoperta del biellese e delle zone che circondano Ivrea è una della scelte migliori che si possano fare in un sabato di fine ottobre, in uno di quegli ultimi giri in giornata che si vivono sulle due ruote prima dell’arrivo del freddo e dell’inverno. Da Milano è facile raggiungere questo incantevole territorio piemontese. Anche se sempre piena di lavori in corso , l’A4 in direzione Torino di solito scorre veloce senza troppi incolonnamenti, e l’uscita dell’autostrada arriva in fretta.
Da Carisio, procedendo in direzione Cossato, si segue la strada panoramica Zegna che è il primo assaggio di pace, colori e divertimento di quello che questa terra, famosa in tutto il mondo per le sue industrie tessili, sa offrire ai suoi visitatori. All’altezza di Cerreto Castello si abbandona la strada saliscendi tra le colline e si prende la Biellese, ovvero la Statale 142 che da Arona, sul Lago Maggiore, conduce fino al capoluogo di provincia piemontese. Decantata da Giosuè Carducci in alcuni versi di “Rime e ritmi”, Biella conserva nella parte alta della città l’antico borgo medievale, raggiungibile tramite una funicolare costruita sul finire del 1800.
Raggiungere il Santuario di Oropa passando per Pralungo significa addentrarsi in una stradina non molto ben tenuta, ma parecchio ricca di curve e con una bella pendenza, che sbuca prima del bivio tra Oropa e Favaro sulla Strada 144. Il Sacro Monte appare all’improvviso e accoglie i turisti e i fedeli con la sua grandezza e la sua quiete inaspettata. Credo sia davvero il posto più silenzioso in cui io sia mai stata in Italia. Questo Santuario, che risale al IV secolo D.C., è il più importante sito mariano delle Alpi e deve la sua costruzione al volere del primo vescovo di Vercelli, Sant’Eusebio. Il panorama è accogliente e destabilizzante al tempo stesso, a 1.200 metri d’altezza è come se ci si trovasse fuori dal mondo in uno spazio incontaminato e pieno di spiritualità. Oltre al comprensorio ecclesiastico. sono numerose le attrazioni del posto: dalla riserva naturale della conca di Oropa, realizzata nel 2005, al giardino botanico del 1998, fino al parco avventura composto da 25 attrezzature disposte su un’area di 7.500 metri quadrati.
Una volta trovata la forza di lasciare quest’oasi di pace, torniamo sulla Strada Provinciale 144, una meraviglia di colori giallo-rossi e con una fitta foresta rigogliosa, deviando all’altezza di Pollone. In certi punti sembra di attraversare tunnel di alberi che, complice la poca presenza di automobili, rendono questo percorso sulle due ruote una vera immersione nella natura piena di vita autunnale. La Provinciale 419 della Serra è probabilmente il momento di massimo divertimento per la vostra due ruote: un tratto di strada dritto e semplice da godersi in maniera sostenuta su questo rilievo morenico che rende la zona al confine tra Biella e Ivrea un unicum in tutta Europa.
Solo qui si trova un anfiteatro morenico di queste proporzioni, che si stacca nettamente dal restante territorio e che ha reso il Canavese così ricco di laghi. Il più grande di questi, il Sirio (foto in apertura), si costeggia per qualche centinaio di metri prima di entrare nella città di Ivrea. Qui, dove nel periodo del carnevale si combatte la celebre battaglia delle arance, una sola tappa è d’obbligo: la pasticceria Balla, l’unica depositaria del marchio Torta 900. Per chi non avesse mai assaggiato questo dolce dal gusto indimenticabile, ecco un valido motivo per fare questo giro in moto.
Prima di tornare verso Milano, consiglio, a chi non conosce bene queste terre incantevoli, una deviazione che permette di vedere dall’alto tutta la zona del Canavese e della Serra morenica. Da Ivrea quindi puntate sulla cittadina di Strambino, per poi dirigervi verso il castello di Masino. Bene tutelato dal FAI, questo palazzotto circondato da un romantico giardino sorge su una collina che regala una vista quasi a 360° su tutto il panorama circostante. Assaporarlo nel momento del tramonto rende il viaggio sulle due ruote ancora più completo.
Prendere la breve seggiovia che porta sul Monte Marca.
Pranzare al rifugio.
Se la giornata è bella, c'è una vista incantevole che spazia dal Cuneese, fino a Pavia.
Fantastico !!!!