In viaggio con Camilla: i quattro passi
D’estate in moto, d’inverno con gli sci. Se non avete idea di cosa stiamo parlando, ecco a voi uno dei percorsi sciistici e stradali più belli di tutta Italia. Il suo nome è giro dei quattro passi, perché in meno di 60 chilometri si sale e si scenda da passo Sella, passo Pordoi, passo Campolongo e passo Gardena, o anche Sellaronda, perché questo anello dal panorama senza paragoni ruota attorno al gruppo montuoso del Sella. Percorribile in entrambi i sensi sia con gli sci sia con la moto o la bicicletta, questo tour ai piedi delle Dolomiti unisce la mia passione per le due ruote con l’amore per le Alpi del Trentino Alto Adige.
Il tratto in autostrada da Mantova sino a Bolzano può essere noioso perché tutto dritto, privo di curve e molto trafficato. I campi coltivati ai lati dell’A22 regalano comunque degli scorci interessanti – i tanti aironi cinerini che planano sull’erba fanno compagnia a chi non deve guardare sempre la strada, mentre le prime avvisaglie dei monti veneto-trentini e le propaggini del lago di Garda entusiasmano i motociclistici in cerca di tornanti a gomito.
Il bello inizia quando si lascia l’autostrada del Brennero in direzione val Gardena. L’asfalto fino a Selva è ben curato e permette di godersi a pieno le prime curve. L’ambiente circostante è il meglio che le Dolomiti possano offrire: alberi verdi, ricchi pascoli e montagne rocciose che invitano a praticare ferrate e arrampicate sotto il sole di luglio. Ortisei, Santa Cristina e Selva sono deliziose località turistiche – in alta stagione un po’ care, bisogna ammetterlo – dove alloggiare sia d’inverno sia d’estate per scoprire la cultura ladina, la raffinatezza dell’artigianato ligneo e una delle piste da sci più famose al mondo: la Saslong che ogni anno ospita una tappa della Coppa del mondo di sci alpino.
Il meglio, il divertente, quello che insomma fa impazzire gli amanti delle due ruote incomincia con la salita verso passo Sella. Le curve si trasformano in tornanti, il manto stradale tiene bene e consente di staccare e scalare all’ultimo senza timore di scivolare. A fare da contorno ci sono i colori: il blu del cielo, l’azzurro dei laghi alpini, il verde della fitta vegetazione e il grigio bianco, marmoreo in certi punti, delle Dolomiti. La discesa verso Canazei è quasi frenetica tanto è un continuo danzare a destra e a sinistra mentre sullo sfondo si fanno più lontani il Sasso Lungo e il Sasso Piatto. In certi punti gli incontri con le moto che salgono nella direzione opposta sono pericolosi perché i tornanti sono stretti e lo spazio di manovra è scarso.
Il pezzo di strada che collega passo Pordoi a passo Campolongo è quello che regala la vista più emozionante. Il ghiacciaio della Marmolada si estende imponente e massiccio di fronte a noi motociclisti che puntiamo verso Arabba. Sede di due tappe del Giro d’Italia nel 1983 e nel 1984, la frazione del comune di Livinallongo del Col di Lana è una famosa località sciistica ed escursionistica come la successiva fermata del Sellaronda tour: Corvara in Badia. I dieci chilometri che dividono le due rinomate mete invernali, una in provincia di Belluno, l’altra in provincia di Bolzano, sono tra i più belli del Giro dei Quattro Passi.
Attraversare Corvara, cuore delle Dolomiti e uno dei 18 comuni della Ladinia, significa cogliere la storia architettonica e culturale di una valle abitata sin dal Basso Medioevo. Gustare l’ultimo tratto del manto stradale che porta a passo Gardena significa purtroppo capire che per quanto stupendo questo percorso è fin troppo breve. Vorresti non finisse mai. E saresti già pronto a ricominciarlo di nuovo. Lo spettacolo delle Dolomiti è così intenso, il piacere di guida così rilassante e divertente che riprendere l’autostrada è quasi una sofferenza. Anche perché quando mai ricapita di fare quattro passi in soli 60 chilometri?
Ma consiglio di percorrerlo con l'animo del turista e di godersi i panorami. Anche se la tortuosità inviterebbe, il traffico consiglia di non tirare troppo le curve.
Considerate che è frequentatissimo di automobilisti completamente digiuni di guida in montagna. "Loro" le curve a sinistra quasi sempre le tagliano... E non ho nominato le torme di ciclisti appaiati, ormai quasi maggioranza sulle moto!
Un piccolo appunto: ogni estate, sul lato Alto Atesino, ci sono ferventi politici ambientalisti che chiedono di chiudere i passi al transito delle moto. Sia per il rumore/inquinamento, sia per la pericolosità.
Cercate di non dare buone ragione per mettere in atto queste iniziative. Montate il dbkiller(!!!!!) e guidate con la testa sulle spalle.
P.S. l'unica soluzione è far passare il Giro d'Italia..allora asfaltano..