ISDE23 Argentina. San Juan D1. Ed è subito Garcia VS Verona
San Juan, Argentina, 11 Novembre. Questa è quella volta che non sarebbe male spostare una terra. È 6 Giorni Internazionale di Enduro. L’ISDE, acronimo della stessa cosa in inglese, vuol dire l’Olimpiade dell’Enduro, quella che sempre di più l’importante è partecipare decoubertianamente, come a una grande festa del fairplay sportivo. Io direi: col cavolo! Tanto più è importante la festa, e tanto più bisogna darci dentro per diventare il re di quella festa. Comunque volevo dire un’altra cosa. C’è la 6 giorni e c’è EICMA. L’Enduro al massimo e il “Salone” più importante. Concomitanti, stessi giorni, stessa settimana, di là e di qua dal Mondo. Non è possibile! Qualcuno ci doveva pensare. O spostare le date, o portare l’Argentina dalle parti della Malpensa, ‘che il Salone di Milano non lo puoi muovere da Milano. Bene, siamo tutti condannati. Noi qui con l’orecchio attaccato alla radiolina per sapere quel che succede per sei giorni di Enduro a manetta, e loro laggiù, gli appassionati più fortunati a bordo mulattiere, ma con l’occhio incollato al telefonino per sapere dal nostro MotoFestival quel che succede a EICMA.
Ecco, 350 partenti da tutto il Mondo. San Juan, omonima provincia dell’Ovest argentino, oltre Cordoba, sopra Mendoza, ben più vicina alla cilena Santiago che all’argentina Buenos Aires. Terra magnifica, vino ancora meglio. Ed è la 97ma Sei Giorni di Enduro. È la Gara motoristica più antica del Mondo, quella che ha cambiato per sempre le regole degli eventi, che è sopravvissuta a due guerre e cento crisi, che il secolo di vita l’ha festeggiato dieci anni fa, tra l’alto da noi. Molto più che una festa, insomma, una vera Olimpiade in cui è giusto darsele di santa ragione per un Trofeo (e un Trofeo Junior, l’ex Vaso d’Argento, e per un Trofeo al femminile). Esserci è diventato il sogno di tutti gli appassionati appena praticanti, vincere la 6 Giorni è gloria che si tramanda e racconta ai nipotini, rileggendo la storia sulle tavole dell’Enduro.
Prendiamola come una marcia di avvicinamento. La 6 giorni è lunga, anche se è iniziata. Quel che accade il primo giorno va sempre preso con le molle, o meglio ancora come il detonatore di un fenomeno. Noi andiamo per vincere, è chiaro. Cristian Rossi, il “Mister” che ci ha regalato un patrimonio incancellabile di soddisfazioni, e che ha dato l’imprinting a un modo di… vincere, ha portato giù Andrea Verona, GasGas, #20, Kevin Cristino, Fantic, #21, Morgan Lesiardo, Sherco, #22, e Samuele Bernardini, Honda, #23, per la conquista del Trofeo. Valentino Corsi, Fantic, #24, Manolo Morettini, Honda, #25, e Enrico Rinaldi, GasGas, #26, sono invece schierati nel Trofeo Junior.
La forza della 6 Giorni è nell’impeto del gesto agonistico dei suoi Campioni. Si inizia lamentando gli assenti (ce ne son sempre, la 6 giorni è anche una strana palestra della polemica dell’Enduro) ma celebrando i presenti. Poiché gli assenti hanno sempre (o quasi) torto, evviva Josep Garcia e Andrea Verona. I due fuoriclasse hanno portato in Argentina (oltre all’estate, 36 gradi centigradi e un’arsura sconosciuta da noi) lo spettacolo della loro classe inarrivabile. Verona è partito per primo e registra la vittoria della prima Speciale dell’Edizione 2023. La prima di sei speciali del giorno uno. Due speciali in testa, poi è Garcia. Lo spagnolo vince tutte le altre e passa al comando dalla terza. Niente da fare, però bisogna subito rilevare che il vantaggio di Garcia al termine della prima giornata di gara è limitato a una dozzina di secondi. Come dire: siamo lì!
Ma la 6 Giorni è la quintessenza del gioco e dello sport di Squadra, nel Motorsport cosa alquanto rara. E qui si parla di nazionali. Protagonista della prima giornata è la Squadra degli USA, Johnny Girroir, Dante Oliveira, Cole Martinez e, per l’ultima volta alla 12ma 6 Giorni, il leggendario Taylor Robert. Squadra forte e compatta. L’Italia del Trofeo era seconda, e lo è stata fino all’ultima Speciale, quando Samuele Bernardini, fino a quel momento tra i fenomeni del giorno, è scivolato indietro per rimettere al suo posto la catena di trasmissione. Peccato, Samuele resta in gara e saprà come rifarsi, suppongo. Di Enrico Rinaldi, invece, miglior italiano della Squadra Junior, si può dire che ha trascinato i compagni verso un secondo posto che è davvero una buona proposta.
E si riparte, ancora soltanto cinque giorni. Il secondo sul tracciato del primo. Qui le classifiche.
© Immagini FMI – KTM – GasGas - JET Racing – Sherco