Kawasaki Z900RS: lo stile modern classic raccontato da Renato Montagner
La Kawasaki 900 Z1 è uno dei modelli più importanti nella storia della moto degli ultimi cinquant’anni.
Grazie al suo possente motore quattro cilindri bialbero, la Z1 si impose come la moto più potente e di grossa cubatura quando arrivò facendo scalpore nel 1972. La sua forza dirompente fu naturalmente anche nell’intrigante immagine estetica e nelle emozioni che generava.
Alla fine d’anno scorso Kawasaki ha lanciato la Z900RS (dove RS sta per Rétro Sport) e la sua variante café racer Z900RS CAFE. Due modelli sviluppati sulla base della recentissima Z900 ma dedicati al mondo sport heritage e con un forte richiamo estetico alla prima Z1; un’ispirazione che si è spinta nella definizione di tante componenti importanti come nella finitura di dettagli estetici.
Un lavoro di elaborazione stilistica che abbiamo voluto sottoporre a un designer super partes che è anche motociclista: Renato Montagner.
Lo abbiamo incontrato a Mestre nel suo studio Changedesign fondato nel 2002. Montagner si è laureato in architettura a Venezia nel 1998, è art director di Dainese - azienda con cui collabora dal 2004 – oltre a essere consulente di altri importanti marchi non del settore motociclistico.
Montagner inizia a parlarci della prima Z1, moto che ritiene un simbolo degli anni Settanta e che nello stile ha ispirato un nuovo concetto di approccio alla tecnologia; forse in maniera un po’ naif e romantica, ma fondamentale nell'influenzare il design. Concettualmente è stata "facile" da disegnare: una linea orizzontale che separa serbatoio e sella dal blocco motore per un risultato essenziale e ben riconoscibile, che non lascia spazio alla decorazione grafica, ma che esprime dinamismo ed eleganza mostrando proporzioni curate.
Sulla nuova Z900RS questa impostazione è stata rispettata, tenendo conto del fatto – è la considerazione di Montagner – che adesso c’è molta più attenzione allo sfruttamento delle potenzialità dinamiche: questo finisce per influire nelle dimensioni e nelle forme. Ma in questa evoluzione sono state mantenute belle proporzioni.
Da parte sua la CAFE gioca con colori e grafica per trovare maggiore dinamismo, restando ben bilanciata e rispettando il Dna originario. Le due RS appaiono dal vivo meno imponenti di come ce le si aspetta in fotografia e mostrano dettagli molto curati. L’impressione è quella di avere a che fare con un progetto classico, con un'impostazione ingegneristica attenta ai quelli “dettagli egoisti” diffusi nel mondo della moda.
Se dovesse prevedere un’erede di queste RS, Montagner la vorrebbe verde – e fin qui niente di più facile – e vorrebbe soprattutto che prestazioni e tecnologia non diventassero un linguaggio estetico: insomma, perché cambiare qualcosa già perfetto?
Ogni mattina la guardo con amore....
La trovo bella e ben costruita, volendo analizzare lo stile e il design trovo il serbatoio un po' panciuto ma realizzato e verniciato in maniera magistrale.
Per riempire un po' il "vuoto " della coda ho montato la maniglia per il passeggero cromata che sta molto bene e, soprattutto, serve ad evitare di perdere il passeggero per strada perché il motore spinge come un toro!
Effettivamente ha solo il vestito da moto da passeggio, ma anche la splendida antenata del 71 era considerata allora un dragster!