Le Belle e Possibili di Moto.it: Triumph Daytona 955i Centenary
La Triumph Daytona non è mai stata una supersportiva di grande successo, soprattutto qui in Italia. Penalizzata da una prima versione – la T595 – arrivata proprio quando i giapponesi cambiarono passo (con l’arrivo della Yamaha YZF-R1 e poi della Suzuki GSX-R1000) nel settore, anche la ben più matura 955i è stata snobbata.
Ma se ci volete dare ascolto, si tratta di un vero peccato. Perché la sportiva a tre cilindri della Casa di Hinckley, soprattutto in questa sua ultima versione, era una moto gratificante e valida, con una sua personalità inconfondibile, che lontano dai circuiti – sui passi di montagna e sulle strade di tutti i giorni – pagava solo qualche chilo di troppo e la crescente popolarità della cugina Speed Triple.
Relativamente comoda, con un cupolino protettivo, una sella morbida, una posizione di guida meno estrema delle rivali e una discreta autonomia garantita da un serbatoio capiente, la Daytona è un’ottima sportiva stradale ancora oggi in grado di regalare soddisfazioni a chi ama la bella guida. Soprattutto nella versione Centenary che, cercando in giro, abbiamo scovato fra i nostri annunci.
Facciamo un passo indietro: la Daytona 955i, nata nel 1999, è stata oggetto di un aggiornamento nel 2001 in cui perse il forcellone monobraccio in favore di un’unità convenzionale, guadagnando però al contempo ben 18cv (per un totale di 147) e perse 4kg attestandosi su un valore di 188 a secco. Anche la carenatura venne leggermente ridisegnata.
Come è facile immaginare, l’abbandono del forcellone monobraccio non piacque granché ai fan Triumph, che fecero sentire la loro voce.
La Casa madre rispose con la versione Centennial (o Centenary) nel 2002, con evocativa livrea verde inglese, forcellone monobraccio e diversi particolari in fibra di carbonio. L’esemplare che abbiamo trovato appare in ottime condizioni e con il prezzo giusto. Moto da intenditori, date retta…
Aggiornamento: la moto è stata venduta, l'annuncio è già sparito. Lo dicevamo che si trattava di una moto da intenditori...
Peccato che, come nelle auto, le persone seguano più il marketing che il cuore, saluti