Interviste

Love to Ride, Cristiano Urban: "Un Wall of Death alla Rinascente"

- Rinascente di nuovo partner di EICMA e Moto.it per la Settimana della Moto, con un'installazione firmata dall’architetto veneto
Love to Ride, Cristiano Urban: Un Wall of Death alla Rinascente

Ormai sono davvero pochi i giorni che ci separano dalla settantacinquesima edizione di EICMA, l’Esposizione Internazionale del Ciclo e del Motociclo che si terrà dal 9 al 12 novembre presso la Fiera di Rho. Un appuntamento che, come di consueto, trasformerà Milano nella capitale della moto, e che vedrà il diretto coinvolgimento di Moto.it in qualità di partner esclusivo della più importante manifestazione avente luogo in città.

Per il secondo anno consecutivo, infatti, Rinascente, EICMA e Moto.it daranno vita a Love to Ride, l’evento che, dal 7 al 13 novembre, tramuterà il flagship store di Piazza Duomo nel posto in cui celebrare la passione per le due ruote, grazie a performance ed attività a tema sviluppate in collaborazione con le più importanti aziende di settore. Un’iniziativa che quest’anno sarà caratterizzata dalla presenza di uno speciale allestimento. Alla presenza delle moto nelle vetrine, infatti, si aggiungerà un’installazione che porterà la passione per le due ruote letteralmente al di fuori degli spazi della Rinascente.

Merito dell’architetto Cristiano Urban, chiamato a delineare le forme di una struttura che avvolgerà l’interno colonnato del centralissimo store, dando vita ad un’opera mai realizzata prima, nella storia di Milano. Uno spazio - il porticato che delimita la facciata d’ingresso della Rinascente - che per una settimana proietterà, in questa maniera, i suoi visitatori all’interno di un’attrazione da luna park. È il wall of death, per gli americani, o il tamburo, come si diceva dalle nostre parti: una pista circolare, in legno, che gli stuntman percorrevano senza soluzione di continuità, sfidando la forza di gravità a bordo delle rispettive motociclette.

Un immaginario che Urban ha voluto evocare disegnando una passerella che avvolgerà gli archi del palazzo progettato da Ferdinando Reggiori e che, come lui stesso ha avuto modo di raccontarci, trova origine in un ricordo infantile.

«Tutte le ispirazioni sono un ricordo, non c’è niente di creativo. Nel mondo della creatività, chi meglio ricorda è spesso indicato come più prolifico. Ma il punto è soltanto quello di riuscire ad accedere più facilmente alle informazioni acquisite nel corso della propria vita».

E, quindi, a che immagini hai avuto accesso, per disegnare un’installazione di questo tipo?

«Quando ero bambino, a Jesolo, dove sono cresciuto, veniva spesso un luna park che aveva questo tipo di attrazione al suo interno. Ricordo che mettevo da parte i soldi per andare a vedere questi “super eroi”, che ai miei occhi sfidavano la morte. Entrare in quel tipo di struttura aveva un forte impatto: da fuori non ci si rendeva conto di quello che stava avvenendo al suo interno, mentre, una volta dentro, la vista era completamente occupata da questo grossa pista in legno e dall’intelaiatura sulla quale era montata».

Èd è questa la sensazione che hai cercato di trasmettere con la tua opera.

«Il 2017 è l’anno del centenario della Rinascente. La proprietà mi ha chiesto di realizzare un’installazione che sappia unire il passato con il presente. Così, ho pensato di riportare nella contemporaneità un’idea di motociclismo che è ancora nei ricordi del pubblico più anziano, e che, al contempo, incuriosirà anche i più giovani».

Uno sketch di Urban
Uno sketch di Urban

Perché avete deciso di realizzare un’installazione che oltrepassi i confini delle vetrine?

«Volevamo un’opera tridimensionale, che sia capace di uscire dal nostro store per riversarsi nel centro della città. Vogliamo creare dell’interazione tra dentro e fuori, portando la vetrina all’esterno e il pubblico all’interno del nostro negozio».

Qual è stata la difficoltà più grande, nel progettare un’installazione di questo tipo? «Devo dire che con Rinascente è molto facile lavorare. Ho avuto degli input, certo, ma sostanzialmente mi è stata lasciata carta bianca. Anzi, il mio lavoro si è concentrato inizialmente proprio sulle vetrine. Sono stati Tommaso e Vittorio Radice (rispettivamente International Project Manager e Vice-Presidente di Rinascente) ad esortarmi a osare di più, ad “uscire” verso la piazza».

Cosa ti affascina di più, delle moto?

«La loro potenza e la conseguente sensazione di onnipotenza che deriva dal riuscire a domarne una. Una percezione del tutto effimera che svanisce ad ogni caduta».

Oltre che architetto, Cristiano, tu sei anche un designer. In passato, Philippe Starck ha disegnato l’Aprilia Motò 6.5. Come ti immagini la moto progettata da Urban?

«Probabilmente sarebbe qualcosa di simile ad una Hypermotard, con qualche richiamo alla storia del motociclismo».

La Ducati Hypermotard SP nella nostra prova
La Ducati Hypermotard SP nella nostra prova

Il tema del ricordo, che ritorna.

«Mio padre aveva una vecchia Gilera che aveva sistemato e che io guardavo sempre quando veniva messa in moto…».

Quindi un po’ motardona, un po’ stradale anni Sessanta.

«Esatto. Io non sono per i lunghi viaggi. Apprezzo le moto da turismo, ma io sono per le accelerate, le frenate, la potenza. Io sono per le emozioni».

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