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Luca Colombo e la sua Honda pronti per attraversare lo Stretto di Messina

- Manca poco: il recordman milanese tra pochi giorni tenterà di attraversare i 3,2 km dello Stretto di Messina con la sua moto, aggiungendo un ulteriore record al suo carniere
Luca Colombo e la sua Honda pronti per attraversare lo Stretto di Messina

Il recordman milanese tenta un'impresa decisamente iconica: la traversata dello Stretto di Messina in moto: già detentore del record di 104 km/h di velocità sull'acqua (2019) e protagonista dell'attraversamento del lago di Como alla guida di una Honda CRF450 nel 2017, Luca Colombo si prepara a sfidare Scilla e Cariddi e raggiungere da Torre Faro (ME) la spiaggia di Cannitello (Villa San Giovanni, Reggio Calabria). Lo avevamo già intervistato a EICMA 2019, quando ci aveva annunciato di avere in mente altre iniziative e parlato di come si raggiungono i suoi risultati; l'appuntamento con la traversata è in un giorno compreso tra il 17 e il 23 maggio, per cercare la finestra meteorologica più favorevole. 

La moto scelta da Luca per la traversata, mai tentata prima, è una Honda CRF 450R fornita da Red Moto di Desio, già protagonista dei record precedenti e ora completamente rinnovata nella livrea: preparata nel motore e nei particolari da Giorgio Lumini tecnico motorista di numerosi campioni mondiali e da Angelo Pezzano aumentando la cilindrata fino a 500 cc e, di conseguenza, la potenza. Punto nodale dell'impresa è infatti quello di non far scendere la velocità sotto la soglia critica di 30 nodi (55,6 km/h), per poter planare sul pelo dell’acqua senza affondare e completare così la traversata dello Stretto.

La traversata presenta numerose difficoltà che hanno alimentato leggende come quella di Scilla e Cariddi, i due mostri che presidiavano lo Stretto terrorizzando i naviganti costretti a scegliere se bordeggiare i temibili scogli di Scilla o avventurandosi verso il gorgo di Cariddi ma, al di là della mitologia, l'attraversamento dello Stretto è critico per tante ragioni più solidamente scientifiche: le forti correnti possono raggiungere i 5 nodi e - appunto - generare gorghi, la differente fase delle maree tra i due mari che nello Stretto si uniscono (Ionio e Tirreno) complica ulteriormente la traversata, mentre i venti sono spesso imprevedibili e non mancano improvvise nebbie che, fino a quando si è su uno dei traghetti che solcano quotidianamente queste acque, non sono critiche ma che non vorremo mai incontrare mentre diamo gas su una moto che non deve scendere sotto il 55 km/h per non affondare.

Per portare a termine l'impresa, la moto di Luca è dotata di pattini nautici e ruota posteriore con palette speciali per fornire la spinta idrodinamica necessaria a far planare sull’acqua gli oltre 205 kg di peso a pieno carico; in caso di imprevisti la moto resterà però a galla grazie ad un sistema autogonfiabile che si attiverà automaticamente in caso di perdita di potenza, mentre il pilota è dotato di un dispositivo di galleggiamento personale.

Durante la traversata Luca Colombo sarà affiancato dal Team K38 di Fabio Annigoni, campione nazionale di moto d’acqua e Istruttore di tecniche di soccorso con moto d’acqua.

  • fabbam
    fabbam, Bologna (BO)

    ecco a proposito dello stretto e dell'attuale governo con elementi mafiosi al suo interno (e sappiamo benissimo quali siano i partiti più rappresentativi, con forza italia capolinea) e quindi la riproposizione del ponte sullo stretto per elargire a fondo perduto, alle mafie reggine e messinesi, appalti con data "fine mai". Però faccio una mia proposta fino ad un certo punto fuori tema, poi vi spiego perché. Non capisco, vista "l'esigua" distanza non si opti alla realizzazioni di traghetti abbastanza lunghi da ospitare i treni merci senza dover separare i vagoni. Al massimo nel nostro paese, le lunghezze dei convogli arrivano intorno ai 400 metri, che sarebbe proprio la lunghezza alla quale arrivano i cargo più grandi, e quindi mi immagino che alla fine una nave di 500 metri impieghi poi poco tempo una volta caricata, per attraversare 6 volte la sua lunghezza. A me non sembra affatto un'idea campata in aria anzi, e non credo costi di più una flotta di 5 o 6 traghetti che immagino come portaerei o mega-chiatte, ma con binari e piazzali per tir. I porti ci sono già, le infrastrutture di arrivo anche, ma da implementare, quelle sì che hanno bisogno di aggiornamento, in entrambe gli approdi.
    Luca Colombo poi avrà il compito di attraversare lo stretto saltando da un cargo all'altro, messi in fila ed impiegando così il minor tempo mai fatto segnare da una moto nell'attraversare lo stretto, magari sbriciolando il suo precedente "planato".
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