Magnolia 4, il quattro in linea dallo spirito centenario e da 200.000 dollari
Con il suo stile americano e il quattro cilindri disposto longitudinalmente ricorda le Henderson o la mitica danese Nimbus, ma gli accurati rendering in 3D ci svelano la sua contemporaneità. La Magnolia 4 dunque è sì una moto degli anni Venti, ma di questo secolo! Si tratta di un progetto ancora una volta estroverso e di sontuosa rivisitazione di elementi classici realizzato dal designer JT Nesbitt del Bienville Studios di New Orleans che già negli ultimi anni ci ha regalato interpretazioni suggestive ispirate proprio a quel periodo come le elettriche Curtiss Motorcycles. A Nesbitt piace riprendere forme del periodo pioneristico e con manierismo riattualizzarle o, come è più il caso della Curtiss, spingersi più verso quello che è un design retro-futurista. Stavolta però, a differenza della Curtiss, non ci sono batterie.
Il quattro longitudinale
La Magnolia 4 riprende precisamente uno schema motoristico che seppur per un breve periodo, diciamo tra gli anni Dieci e Trenta, fu orgoglio dell'industria motociclistica americana prima di diventare, con disposizione trasversale, il simbolo di quella nipponica. In quel ventennio di cent'anni fa si pensava che il quattro in linea fosse il massimo del lusso a quei tempi, tanto che fu ripreso anche in Inghilterra (vedi Brough Superior), in Belgio con la FN, in Danimarca appunto con la già citata Nimbus e in Germania con la Windhoff. Persino Moto Guzzi fece un quattro cilindri longitudinale però per le competizioni, ricordate la 500 GP col "becco"? Rimanendo negli States l'elenco dei marchi che utilizzarono questo schema è lungo, si va dalla Ace alla Cleveland passando per la Henderson, la Militaire, la Pierce e per la più celebre Indian. L'ultimo Four ad uscire di produzione fu proprio di quest'ultima e parliamo di fine anni Trenta.
Puoi cambiare la sequenza di scoppio
Nesbitt è partito dalla considerazione che oggi uno schema di questo tipo abbinato anche ad una trasmissione cardanica abbia superato tutte quelle che erano le criticità di quel periodo e che anzi possa offrire nuove possibilità. Oltre a differenziarsi dalla produzione consueta per ricercatezza e tipo di erogazione, lo schema proposto per la Magnolia 4 offrirebbe una curiosità, ovvero quella di cambiare a piacimento la sequenza di scoppio donando così diversi carattere e sonorità. Usiamo il condizionale perché ammettiamo di non aver colto tra le informazioni che circolano su questo progetto come questo tecnicamente avvenga visto che significherebbe intervenire sui perni di manovella, sull'accensione e sull'iniezione.
Il motore è un quattro cilindri longitudinale di 1750 cm³, ma non sappiamo né corsa né alesaggio né tantomeno rapporto di compressione. Si parla però di "corsa lunga". Per evitare i problemi di raffreddamento dei cilindri posteriori tipici degli anni dei pionieri il raffreddamento è misto aria-olio anche se non si notano radiatori. Sono ben evidenti invece le alettature di raffreddamento sul carter in alluminio fresato che diventano anche un elemento stilistico. Questa è in effetti una delle firme tipiche di Nesbitt. La distribuzione è monoalbero a camme in testa ed è comandata da un alberello verticale.
Cambio a tre marce, freni a tamburo e sospensioni pneumatiche
Altra cosa che sappiamo è che il cambio è a tre marce ed è comandato da una leva sulla parte superiore del serbatoio, con frizione centrifuga. Quello che nel mondo biker si chiama "suicide shifter" e vi lasciamo interpretare la traduzione. Mancano invece sia la batteria sia l'avviamento elettrico: vuoi non mettere in moto questo bel quattro cilindri 1800 con un bel colpo di pedivella? Curiosamente, infine, la trasmissione finale è a catena e non ad albero, soluzione congeniale ad un motore longitudinale come questo.
Il contrasto tra passato e presente emerge anche nella ciclistica. Le ruote sono in fusione di alluminio ma i freni sono a tamburo. Il telaio sfrutta il motore come elemento portante ed è in alluminio con elementi fresati e anche questo spiega come i costi lievitino rapidamente. Ma è sulle sospensioni che ai Bienville Studios si sono sbizzarriti. Davanti c'è un'architettura molto originale che apparentemente è uno schema Hossack ma in realtà ha un ammortizzatore moderno e di tipo pneumatico quindi senza molle. Un altro ne troviamo sotto la sella monoposto e un terzo si trova a lavorare direttamente sul forcellone.
Conclusione
La Magnolia 4 è un progetto al momento ancora virtuale (perlomeno, noi abbiamo visto solo dei rendering) ma si può già prenotare uno dei dodici esemplari previsti. Il prezzo di listino è di appena 200.000 dollari. Si tratta sicuramente di un'interpretazione affascinante di un preciso periodo storico passato, riportato con fin troppo manierismo nel presente. Il design richiama elementi classici mixandoli con la tecnologia moderna e con dettagli e lavorazioni dedicati agli amanti dell'eccesso. Si notano però alcuni particolari cari al Bienville Studios e in particolare al capo designer JT Nesbitt come il telaio a ponte, le alettature sul carter, le lavorazioni dell'alluminio e lo schema della forcella anteriore. Se avete visto le Curtiss o prima ancora le Confederate (o le Combat) avete anche presente a cosa ci riferiamo.
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bikelink725, Pastrengo (VR)E' Simpaticissima ed originale. qualche collezionista milionario e amante delle stranezze la prenderà sicuramente
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rho01, Bergamo (BG)è stupenda. davvero bellissima. un'opera d'arte con le ruote. sarebbe da avere anche solo per esporre in soggiorno