Meno Pato, più Lambretta
Siamo sicurissimi che chiunque con la vecchia, cara Lambretta Innocenti visse i suoi primi anni a due ruote e un motore, avrà storto parecchio il naso all’Eicma milanese del 2007, alla vista di quel celebre logo sulla carrozzeria di uno scooter moderno e paffutello dal nome Pato (quasi inutile sottolineare ulteriormente la non attinenza con l’attaccante del Milan: Pato, in portoghese, significa anatra, o papero, se volete). Uno scooter onesto e pacioccone come tanti, che per di più esteticamente ricorda…la Vespa!
Bene, quasi due anni dopo la Motom Italia S.p.A. - proprietaria del marchio Lambretta oltre, evidentemente, che di quello altrettanto storico della Motom – ha avuto la gradita idea di presentare una Lambretta decisamente più verosimile, visto che l’estetica è ispirata alla serie Special della seconda metà degli anni sessanta, proposta in piacevoli tinte bicolori e, tutt’altro che secondario per nostalgici e non, che la carrozzeria è in lamiera. Da notare che sotto la sella è ricavato un vano in grado di alloggiare un casco jet, mentre come accessori saranno disponibili parabrezza, portapacchi posteriore e bauletto in tinta con la carrozzeria.
Naturalmente, e giustamente, sotto il piacevole vestitino vintage troviamo anche qui, come sulla Pato, una ciclistica ed un motore consoni con i nostri tempi. Il telaio infatti è a doppia culla in acciaio (ricordiamo che anche quello dell’antenata era in acciaio, ma monotrave portante), con forcella telescopica, ammortizzatore posteriore regolabile in precarico su quattro tacche, freno anteriore a disco da 260 mm e posteriore a tamburo, ruote in lega da 12” con cerchi da 3,00 e 3,50 e pneumatici tubeless da 110/70 e 120/70.
Quanto al motore, abbiamo ovviamente un monocilindrico a quattro tempi raffreddato ad aria forzata, con due valvole azionate da un albero a camme in testa e cilindrata di 124,6 cc. La trasmissione è affidata alla classica accoppiata frizione automatica centrifuga/variatore automatico CVT: niente cambio al manubrio, quindi, con probabile disappunto di qualche tetragono nostalgico ma per la fortuna degli inconsci scooteristi moderni, comprensibilmente viziati dalla innegabile praticità dell’automatico. La potenza dichiarata è di 6,5 kW (quasi 9 cv) a 8.000 giri. Tuttavia sono previsti anche un motore da 50 e uno da 175cc, cilindrata quest’ultima da tempo scomparsa, ma caratteristica della versione più potente del celebre scooter milanese (vantava 8,75 cv a 5.300 giri) prima dell’avvento della versione “200”, che di cavalli ne aveva ben 11 a 5.500 giri, e la cui produzione durò a lungo anche dopo la cessione dello storico marchio alla Scooterindia, nel 1972.
L’arrivo della “vera” nuova Lambretta è previsto per la prossima primavera.
Maurizio Tanca
Plauso
Forza e coraggio!
Eugenio (un vero esperto di Lambretta! Ndr)
frenate gli entusiasmi