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Mobilità e sicurezza per il futuro: le proposte ANCMA in otto punti

- L’assemblea annuale di Confindustria-ANCMA ha nuovamente sottolineato la centralità delle "due ruote" nella mobilità. E a difesa di moto, scooter, ciclomotori e biciclette, ha lanciato una serie di proposte alle istituzioni
Mobilità e sicurezza per il futuro: le proposte ANCMA in otto punti

Si è svolta questo pomeriggio a Milano, nella splendida cornice di Villa Necchi, l’assemblea ordinaria annuale Confindustria ANCMA. L’associazione nazionale che riunisce i costruttori di moto, cicli e accessori ha fatto il punto del mercato attuale, ha illustrato una serie di proposte a favore delle "due ruote" e dei suoi utenti, e infine, nel guardare al futuro, ha organizzato una tavola rotonda intitolata “Mobilità e sicurezza per il futuro”, alla quale hanno partecipato il vicepresidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala, Antonio Perlot, segretario generale Acem, Andrea Gibelli, presidente FNM, e l'Europarlamentare Stefano Maullu (foto in alto).

Ad aprire gli interventi è stato Andrea Dell’Orto, presidente dell’associazione e da pochi giorni nominato anche presidente di Eicma, che ha ricordato che siamo usciti da un decennio di crisi e che il comparto sta riprendendosi meglio di altri settori. «Al nuovo Governo chiediamo un tavolo nazionale su mobilità sostenibile, attenzione alla sicurezza stradale e sostegno alla competitività del comparto», ha premesso.
Il settore delle "due ruote", a motore e non, occupa in Italia 60.000 addetti e contribuisce con un attivo di 17 miliardi di euro alla bilancia commerciale.
Nel 2017 sono stati prodotti in Italia 300.000 motocicli e due milioni di biciclette (170.000 quelle a pedalata assistita),  il che fa dell’Italia il maggior costruttore continentale. E la vendita di motocicli da oltre 500 cc ha registrato nei primi sei mesi di quest’anno una crescita del 6,5%.
Per Dell’Orto la passione per la moto si unisce alla ragione, ed è nella mobilità che sta cambiando che si giocano le nuove sfide dei prossimi anni, dalle nuove esigenze nel tempo libero allo sharing. Ma se Milano può essere considerato un buon banco prova per le soluzioni future, restano una serie di ostacoli di tipo infrastrutturale, burocratico, amministrativo, e resta la cattiva manutenzione delle strade. Insomma, i propositi sono come sempre buoni, ma si scontrano con la realtà, che ad esempio ci racconta come l’anno scorso in Italia il consumo dell’asfalto che serve alle nostre strade si è ridotto dell’8%.

Come ha poi ricordato Andrea Dell’Orto: «Questo quadro ci spinge a chiedere con forza al nuovo Governo l’istituzione di un tavolo nazionale della mobilità sostenibile. Uno strumento operativo, snello e rappresentativo di tutte le realtà più importanti e significative del mondo della mobilità per mettere a sistema le buone pratiche, condurre attività di monitoraggio continuo per promuovere modelli integrati di sviluppo della mobilità basati sulla sostenibilità ambientale, l’efficacia e l’efficienza economica». E’ però necessario «Mettere in campo soluzioni sussidiarie per consolidare i positivi segnali di crescita che provengono del mercato delle due ruote ed accrescere la competitività del sistema produttivo. Per far questo sarà opportuno continuare a promuovere aggregazioni e reti d’impresa, favorire lo sviluppo della fabbrica intelligente, sostenere lo scambio tecnologico e supportare gli investimenti in modo strategico, la ricerca e l’innovazione in un comparto che rappresenta un’eccellenza».

L’intervento del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha rimarcato come la centralità dei temi lavoro, crescita e debito riguardi anche il settore delle "due ruote". Il manifatturiero italiano, secondo d’Europa, genera un export di 450 miliardi di euro, e questo nonostante le croniche difficoltà nel produrre in Italia, che sicuramente crea un deficit di competitività. «I ragazzi dovrebbero usare di più il cinquantino e vivere meno nel mondo virtuale», ha ricordato riprendendo le parole di dell’Orto, che ha promesso a Eicma 2018 una serie di attività a sostegno della prima moto, chiudendo con una metafora motociclistica: «La nostra economia è quella di un’Italia che può impennare».

Le proposte lanciate al mondo politico, italiano ed europeo, da Confindustria ANCMA si basano su otto punti, e al primo c’è naturalmente la non completata riforma del Codice della Strada.
ANCMA chiede di completare l’iter del riordino normativo con particolare attenzione alla circolazione dei motocicli in autostrada, l’accesso di cicli e moto nelle corsie riservate in ambito urbano, la limitazione di ostacoli fissi artificiali.
Attenzione alla sicurezza per i veicoli a due ruote nella progettazione di nuove infrastrutture, costituzione presso il Ministero dei Trasporti di un registro nazionale per l’identificazione volontaria delle biciclette. Obbligatorietà del casco per bambini alla guida di biciclette fino ai dodici anni d’età, e promozione del trasporto delle biciclette su tutti i mezzi pubblici.

Al secondo punto la sicurezza stradale, per la quale si chiedono incentivi per l’acquisto di abbigliamento tecnico per motociclisti e ciclisti. Segue il punto dedicato alle infrastrutture sicure: approvazione dello schema di decreto sui guardrail sicuri per i motociclisti e implementazione infrastrutture per la mobilità ciclistica.
Spazio poi a una nuova forma di trasporto e mobilità: effettiva realizzazione di una capillare infrastruttura di ricarica dei veicoli elettrici a livello nazionale, promozione dell’uso dei veicoli elettrici attraverso il welfare aziendale, introdurre la mobilità elettrica nelle gare d’appalto.
Un punto anche per i veicoli a basse emissioni (promuovere l’adozione di un’efficace politica di incentivazione fiscale) e uno per la Sharing mobility: defiscalizzazione dei servizi di sharing e verifica di conformità delle biciclette impiegate nei servizi di sharing stessi.
C’è poi da fare chiarezza sulla mobilità legale, con la definizione di un quadro regolatorio per la micromobilità (vedi tavole e monopattini elettrici) e campagna di controllo nei confronti delle e-bike, che a volte non rispettano gli standard di legge.

L’ultimo punto concerne la mobilità connessa (stimolare l’attuazione del Piano di Azione Nazionale sugli ITS, ovvero Intelligent Transport Systems) senza il quale sarà impossibile applicare le nuove forme di mobilità urbana.

Un piano in otto punti ai quali potremmo aggiungerne altri già richiamati in passato, vedi la riduzione delle tariffe assicurative: quello che motociclisti e utenti delle "due ruote" in genere chiedono è che alle buone intenzioni seguano i fatti. Ne abbiamo bisogno.

 

Andrea Dell'Orto
Andrea Dell'Orto

 

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