Moto Guzzi V7 II “Guzzi-Parodi”, da IED Milano (Video)
Siamo arrivati al terzo appuntamento con gli studenti dell'Istituto Europeo di Design di Milano. I tesisti del terzo anno hanno elaborato quattro progetti di customizzazione, su base Moto Guzzi V7 II, nell'ambito di un'iniziativa Moto.it appoggiata da Moto Guzzi.
Siamo partiti con il concept Birone (qui la presentazione video) a cui è seguita la fashion cafè racer MOD7. Mario De Momi, Luca Giacomelli e Riccardo Pastore, sotto la supervisione del docente Sergio Mori e degli assistenti Silvia Roth e Emanuele Dragotta, hanno immaginato una Guzzi V7 dai forti richiami simbolici e l'hanno chiamata GP, “Guzzi Parodi”.
Come sempre il progetto, presentato a Mario Garibaldi product manager marketing e prodotto Moto Guzzi, è stato preceduto da una analisi del mercato di riferimento, dallo studio della storia di Moto Guzzi e del posizionamento della V7II, fino alla definizione del motociclista ideale e del sistema di vendita.
Un nome che è già citazione storica
In omaggio ai fondatori di Moto Guzzi, questa cafè racer biposto che vuole essere un omaggio anche a Mandello e al Lago sul quale si affaccia la storica fabbrica, è stata chiamata Guzzi Parodi. Le dimensioni ricalcano quelle della Moto Guzzi V7 standard, tranne la lunghezza che è stata appena ridotta. Pensata per chi ama gli oggetti di culto, il lusso e lo stile ricercato, la “GP” guarda all'alto artigianato della tradizione italiana come fonte di ispirazione.
La customizzazione ha riguardato solamente la parte estetica, e il design ha preso come esempio alcune icone del mondo nautico degli anni Sessanta, da qui l'utilizzo del legno per molte finiture e non solo, con la possibilità di poter scegliere la propria versione con essenze e anche forme differenziate. Le linee sono pulite, i materiale classici e le finiture ricercate. Il serbatoio diventa uno scrigno, l'angolo dei vizi come delle cose utili. E' costruito in metallo e legno, un contenitore per la benzina ma anche per gli oggetti legati allo stile di vita del proprietario. Un vano personalizzabile che può diventare all'occorrenza anche una borsa.
Il faro anteriore si rifà a un'icona del design degli anni Sessanta: la lampada Eclisse disegnata da Vico Magistretti per Artemide. Una sorta di palpebra modifica il fascio di luce, a seconda della luce voluta, tramite un meccanismo rotatorio. Fanale posteriore e frecce sono integrati nella forma del codino. La coda è progettata per avere due posti e le selle sono rivestite in legno e ammortizzate: sono dotate di molle per assorbire le asperità della strada, mentre la scocca che sostiene la sella del pilota utilizza una sospensione a balestra.
Il manubrio largo e piatto, in legno accoppiato e con le leve montate invertite alle estremità del manubrio, riprende l'estetica delle supercar anni Sessanta, così come la strumentazione inglobata nel mini cupolino. Il sistema di aspirazione del motore è integrato nella fiancatine e ricorda la bocca d'uscita dei terminali di scarico. Le personalizzazioni previste si serviranno di aziende partner di Moto Guzzi, in grado di seguire le richieste dei clienti. Da quelle artigianali per confezionare particolari su richiesta, a marche affermate che già producono componenti di qualità.
Certo, se deve rimanere un'esercizio di stile, OK. Ma se si vuole addestrare i futuri Massimo Tamburini, beh, sarebbe meglio li si aiutasse a capire le necessità degli ingegneri...
Saluti, Raffaele