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My365Days: il giro del mondo in 365 giorni/parte 6

- Che il viaggio abbia inizio!
My365Days: il giro del mondo in 365 giorni/parte 6

Finalmente! Il 31 maggio sono partito alla volta del mondo. Solo con la mia moto, con l’intento di raccogliere fondi per l’Associazione Bimbo Tu Onlus di Bologna attraverso la vendita del mercandising di my365days

Il giro del mondo in moto, da Bologna A New York. Come tetto una tenda che non monto dai tempi dei boy scout, di tempo ne è passato, ma le emozioni sono sempre le stesse, ovviamente con qualche anno in più.

La tecnologia oggi rende semplice anche un accampamento; della tenda devo solo gonfiare lo scheletro poi picchettarla, il fornello da campo è a biomassa, autonomo ed indipendente da altro combustibile, la brandina ed il materassino sono comodissimi ed occupano poco spazio nella borsa della moto. Il materiale, con i relativi dettagli li trovate nella sezione “equipaggiamento“ del mio blog www.my365days.it

Il tutto è stato pensato e scelto con lo scopo di essere utilie, di rendermi autonomo ed indipendente e di poter viaggiare leggero senza cose inutili e fuperflue.

Ovviamente lo spaghetto ed il caffè per ricordarmi casa non potevano mancare, anche se so che presto o tardi finiranno. Ma nei giorni che avrò davanti sono certo di scoprire sapori ed aromi di altre terre e culture.

Partito da Ancona approdo in Grecia il 1 giugno. Che ricordi!...Ma purtroppo è solo di passaggio, le porte dell’oriente si trovano in Turchia ed è proprio lì che sto andando!

Il sogno di percorrere la sua immensità erano anni che desideravo realizzarlo, una terra ricca di storia dove le diverse culture sono riuscite ad unirsi e a convivere sotto un unico simbolo la luna e la stella.

L’ingresso nel Paese è stato veloce, una decina di minuti: non è mia intenzione, infatti, recarmi ad Istanbul ed immergermi nel suo caotico traffico. La rotta? Cappadocia. La prima notte la trascorro a Guneyli, nella penisola di Gallipoli, a pochi km dalla città omonima.

Mi sembra di essere in vacanza: a soli pochi giorni dalla partenza non mi rendo ancora conto dell’avventura che mi aspetta, e che non sarà di soli pochi giorni. Aspettativa, pausa di riflessione, carpe diem. Per questi 42 anni era necessario porgere lo sguardo al mondo in cui vivo ed assaporare a pieno la mia passione, l’emozione di essere chiamato "motoviaggiatore". Km su km si apre uno scenario che deve ancora scoprirsi tale.

Il pensiero scorre come le gomme sull’asfalto, veloce, a tratti lento. Lo sguardo si perde in ogni dove, riflesso nello specchietto retrovisore alla ricerca di altre angolazioni che possano essere rapite e riposte nella memoria. La moto scorre veloce nei limiti che mi sono posto: i 100 km orari, la giusta velocità per godermi il tragitto e ridurre i consumi.

Ragazzi, sono in Turchia! Ho sognato la Cappadocia ed i camini delle fate di Goreme sin da piccolo...L’ingresso alla Cappadocia è proprio la città di Goreme: una città fiabesca, fatta di pinnacoli e villaggi rupestri, ma che, come ogni favola, ha un suo inizio e purtroppo una sua fine: riguardo la cartina e la vastità di km che devo percorrere, quindi opto per proseguire dopo una breve visita. Il caldo comincia a farsi sentire, seppur il vento affievolisca l’intensità del sole.

Siamo a giugno, il periodo migliore per visitare la Turchia, ad agosto dev'essere sicuramente l’inferno in terra.

A malincuore mi avvio verso l’entroterra e lì mi perdo.

In Turchia è periodo del ramadan, ovvero, nel calendario musulmano, il nome del nono mese lunare, nel corso del quale si osserva la completa astensione quotidiana (dall’aurora al tramonto) da cibi, bevande, rapporti sessuali.

La sera gli uomini si radunano tra loro per cenare e bere tanto, tanto, ma tanto çay, ovvero tè. La droga del turco è il tè... Mi hanno contagiato! Ho deciso di fermarmi a Silvan nel pomeriggio, la temperatura è arrivata a 40°C, impensabile montare la tenda, sarebbe stato un delirio.

Nel pomeriggio inoltrato, ho fatto un giro per la città dove i turchi convivono in amicizia con i curdi. Quasi solo uomini in giro: com'era scontato ho avuto gli occhi degli abitanti puntati addosso, non poteva essere diversamente, basta porgergli un saluto che ricambiano.

Nel 2015, Silvan è stato teatro di un recente attacco nel sudest curdo da parte dell’esercito: carri armati ed elicotteri da combattimento sparavano su edifici abitati...Gli abitanti di Silvan sono stati puniti per il fatto che nelle ultime elezioni quasi per il 90 percento di essi hanno votato il Partito democratico dei popoli (HDP), di sinistra e filo curdo.

In città il presidio della polizia locale si percepisce e lo si vede, ma la prospettiva fa presto a cambiare.

La gente mi ha accolto ed invitato a cena ad una grandissima tavolata allestita nella piazza della moschea, la fine del digiuno dopo il tramonto ha radunato un sacco di gente, ovviamente soli uomini.

Poco inglese e molto google translate ha fatto si che due lingue diverse potessero comprendersi. Ammiro il popolo turco per la forza interiore e l’umanità che gli appartiene.

Riuscire a scrivere il primo post dalla mia partenza non è stato semplice, forse come il primo pubblicato l'1 settembre 2016, con il quale ho dato corso ad una lunga anteprima: ecco perché a piè di pagina di ogni articolo del mio blog invito il lettore ad iniziare dal principio a leggere la storia di my365days. Rispetto ai social, il blog richiede approfondimenti ed introspezione.

È stato un anno intenso e faticoso, non solo per me, ma anche per la mia famiglia. L’anteprima è stata fondamentale al viaggio e vi assicuro che sono i dettagli a fare la differenza,con la consapevolezza che l’imprevisto è certezza.

Ognuno di noi può immaginare un viaggio a proprio modo: io ho cercato di valutare al meglio ciò che per me sarebbe stata la condizione ottimale in cui mi sarei voluto trovare. La scelta dell’equipaggiamento non è stata semplice, partendo da tre concetti: leggerezza, utilità ed autonomia. Con 12 anni di esperienza da motoviaggiatore, ho ben chiaro ciò che per me è superfluo, ma che a sua volta può essere essenziale per altri. Questo viaggio l’ho immaginato: ecco perché sia per me che per la moto la preparazione è stata scrupolosa. Leggerezza per entrambi ha significato portare con sè le cose utili, per me pochi indumenti tecnici racchiusi in uno zaino, per la moto pezzi a lei indispensabili in caso di necessità. Mi sono immaginato in situazioni critiche: ecco perché, per esempio, ho imparato a cambiare un pneumatico tubeless ed a tallonare la gomma. Gomme, argomento di dibattito: perché due treni di scorta?

1) il mio sponsor tecnico mi ha fornito su mia richiesta la tipologia di gomma ed i treni necessari per il giro del mondo. Ovvio che non penso che due treni di scorta siano sufficienti, ecco perché quando avrò l’esigenza mi verranno spediti.
2) la tipologia di gomma che monto ha una durata che dipende da molte variabili, tra le quali: peso, velocità e manto stradale. Il mio obiettivo è cambiare il prossimo treno a Kathmandu. Ottimista? Sempre! In ogni caso vedremo.
3) dopo il Nepal ci sarà l’Australia, circa 7.000 km al termine dei quali avrò con me il 2 treno di scorta per il Cile.

Utilità, anche un contenitore per la legna che utilizzo per cucinare era per me indispensabile, quando ho deciso che avrei utilizzato il fornello da campo a biomassa. “Autonomia” significa disporre di una power station e del il relativo pannello solare: per essere indipendente non poteva mancare.

La preparazione fisica è stata a mio avviso fondamentale, le lunghe percorrenze di ogni giorno richiedono un approccio alla moto diverso da un viaggio di poche settimane. Per esempio, è importante è la postura, utili sono stati gli esercizi fatti con la mia personal trainer per quasi 9 mesi.

La moto che utilizzo si presta a lunghe percorrenze, ed il suo telaio aiuta certamente il pilota per durate ripetute sul mezzo stesso, ma è fondamentale disporre di un abbigliamento tecnico adatto a qualsiasi clima.

La tuta che utilizzo è eccellente, indipendentemente dal fatto che mi sia stata fornita dal mio sponsor tecnico: è geniale non solo per il materiale, ma anche per la sua praticità. Fondamentali i sottotuta in fibra di carbonio che ho scoperto di recente, che, per esempio, mi hanno evitato irritazioni della pelle.

Ognuno immagini il proprio di viaggio, Io ho sognato il mio su misura per me.

Buona strada a tutti!

 

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