Nico Cereghini: “Allarme sicurezza, come difenderci?”
Ciao a tutti! Domenica, a Marinella di Sarzana, era appena successo: banalmente la signora molto anziana vede un parcheggio e svolta di colpo a sinistra, il ragazzo arriva dall’altra direzione con la sua Kawasaki, non so se andava forte, centra la fiancata destra dell’auto; quando sono arrivato era a terra, probabilmente con le gambe spezzate, ed era incosciente, adesso è grave all’ospedale di Pisa. Noi motociclisti siamo i più colpiti sulla strada, lo dicono i dati ufficiali Istat: l’anno scorso hanno perso la vita in incidenti stradali addirittura 735 motociclisti. Provate a metterli tutti in fila con le loro naked, con le loro crossover, le loro sport tourer e i loro scooter; giovani e meno giovani con i caschi integrali e jet, con le giacche tecniche e in t-shirt, con il paraschiena e senza, con il passeggero o soli. Troppi morti, che andavano piano o che andavano forte, al lavoro o in gita, in città o in autostrada, che hanno fatto una leggerezza o l’hanno subita senza colpa. Metteteli tutti in fila e immaginate che razza di coda. Sono estranei, ma potrebbero essere i nostri amici. Toh, guarda quello con la bicilindrica grigia e la giacca gialla e nera, sembro io. No, non è che sembro: sono io.
Siamo tutti a rischio. Siamo gli utenti deboli più a rischio e dobbiamo mettercelo bene in testa. Gli incidenti stradali calano leggerissimamente, calano anche le vittime in bici e in ciclomotore, ma aumentano tanto i morti con la moto (+11,9%!) e anche tra i pedoni (600 vittime). Le cause ufficiali sono la distrazione, il mancato rispetto delle precedenze e dei semafori, la velocità elevata. E qui possiamo ripeterci per l’ennesima volta che lo stato delle strade è pessimo e inaccettabile, che quasi tutti i guardrail sono assassini, che troppa gente guida con l’alcool in corpo e con lo smartphone in mano, e la fa franca. Abbiamo ragione su tutta la linea, c’è stato un calo delle contravvenzioni 2017 per il telefono usato alla guida, ma noi sappiamo invece che il fenomeno si allarga a macchia d’olio. Insomma, possiamo anche assolverci, ma il destino è cieco e colpisce a caso, nel mucchio. Dobbiamo difenderci.
“Una coppia si è schiantata sulla fiancata di un’auto che usciva da una strada laterale, i CC al lavoro per ricostruire la dinamica” diceva il giornale. Che cosa vuoi ricostruire: si capisce subito che anche quell'automobilista non ha nemmeno guardato. Questi due malcapitati e tanti altri come loro potevano cavarsela? E’ qui il punto: forse sì. Se fossero stati molto più attenti, se fossero andati più adagio, se non avessero dato per scontato che quell'automobilista avrebbe rispettato il codice fermandosi allo stop. Forse, dico forse, se la sarebbero anche cavata. Contro i giochi del destino e l’imbecillità assoluta non c’è riparo, ma il senso della mia raccomandazione resta. Soprattutto adesso che andate in vacanza, non date nulla per scontato e non correte, se c’è traffico andate pianissimo. Soltanto così viaggerete abbastanza sicuri nel caos di oggi.
Tutto questo per dire: che tu vada piano o forte, se c'è un pirla distratto al volante di un'auto rischi comunque di farti male..
Non basta il lampeggio di un fanale per farsi notare, nell'attuale nevrotico traffico. Io ho già installato due trombe da auto (regolari) per farmi sentire e collegherò il comando del lampeggio con due potenti faretti aggiuntivi; saranno irregolari, ma 3 fari si vedono meglio di uno.
Ora però tocca ai motociclisti darsi una regolata. Devono cominciare a rispettare i limiti di velocità, anche se poco graditi. Devono ignorare le interessate proposte dei costruttori di moto sportive adatte solo alla pista e limitare le scelte a moto di media cilindrata, che possono stare nel traffico senza che il pilota si senta sacrificato. E tutti devono rassegnarsi a viaggiare in colonna.