Olio sull'Etna sulla strada dei motociclisti
Olio sull'Etna sulla strada dei motociclisti
"Il giorno in cui tutti i motociclisti rispetteranno alla lettera il codice della strada, quello sarà il giorno nel quale il mondo sarà migliore e più sano, più vivibile, più onesto, più giusto. Giustizia, ecco. La giustizia è quello che ci vuole. Se ho ragione, la voglio. Adesso. Subito. Eccheccavolo".Questo è quello che deve avere pensato l’ignoto personaggio che, presumibilmente nella notte di sabato 23 giugno, ha inondato di olio motore numerose curve della statale “Mareneve”, sull’Etna. Il fatto, a quanto sembra privo di conseguenze per gli utenti della strada, è stato classificato dalle forze dell’ordine come il probabile gesto di un folle per colpire e scoraggiare i numerosissimi motociclisti che ogni sabato e domenica si riversano sulla statale “Mareneve” per saggiare le proprie doti di pilota, come fosse un circuito; nel tratto incriminato è stata rapidamente ripristinata la normale viabilità tanto che già domenica 24 giugno più di 200 centauri prendevano tranquillamente il caffè da Michele presso il rifugio “Brunek”, il luogo di ritrovo in cima alla statale.
Certo, provocare una caduta potenzialmente mortale spargendo olio sulle curve è un gesto criminale e si spera che il responsabile (sulla cui identità sembra vi sia già più di un sospetto) venga presto fermato prima che ci scappi il morto. La verità è che in questi ultimi anni il morto c’è scappato. Ma non per colpa di qualcuno: abbiamo fatto tutto dal soli, noi motociclisti.
La “Mareneve” è ogni settimana teatro di sfide e ascensioni alla vetta del vulcano, mentre la vigilanza da parte dei carabinieri e della polizia stradale è incostante, seppure lodevole. Non è raro poter incontrare race replica senza fari e con le slick: di certo chi le guida non è lì a godersi il panorama, tra l’altro veramente splendido, o il fresco.
Purtroppo, per citare un autorevole Tanca, la madre dei cretini è sempre alacremente al lavoro e non c’è da sorprendersi se poi un uomo esasperato da centinaia di motociclette velocissime che salgono e scendono dalla statale in un via vai assordante, pericoloso e soprattutto fuorilegge, alla fine decide di farsi giustizia da solo con un gesto da codice penale.
Noi, in quanto motociclisti, a volte non sappiamo darci delle regole e corriamo il rischio di apparire fracassoni, spericolati e prepotenti, con questi risultati. Ma è un discorso vecchio e trito che rischia di scadere nei soliti luoghi comuni e nella demagogia più becera.
Nell’attesa che anche questo evento passi nel dimenticatoio, divertiamoci, con la massima prudenza. Ma occhio, amici, e rispetto per tutti. Lo stesso beffardo rispetto che deve avere avuto il folle, esausto come l’olio motore da lui sversato sulla “Mareneve”, collocando in cima e a valle della strada che ha provveduto a rendere pericolosissima, due piccoli cartelli vergati a mano che recavano a mo’ di avvertimento la scritta: “OLIO”.
Antonio Privitera
per capire...