Paolo Simoncelli: "Nessuno più in gara con il numero 58 di Marco"
Serata all’insegna della sicurezza e della solidarietà, quella vissuta ieri al D-Store di Roma: il tandem Dainese-Fondazione Marco Simoncelli ha chiamato a raccolta gli appassionati, per presentare le iniziative legate alla campagna “Diobò che bello” e che prevedono che sia devoluto a favore della Fondazione Marco Simoncelli parte del ricavato delle vendite dei D-Store per tutta la settimana.
Un’occasione per scoprire le novità della collezione primavera-estate del diavoletto rosso, ma anche per rimarcare quanto sia importante il lavoro orientato sicurezza su due ruote, a partire dalla tecnologia D-Air, il sistema “intelligente” che rileva situazioni di pericolo e gonfia speciali air-bag attorno al corpo, proteggendo schiena, clavicole e torace. Una piattaforma tecnologica sperimentata in gara dai piloti professionisti, ora disponibile nei D-Store per l’uso quotidiano.
A presentare il D-Air, subito dopo l’esibizione canora di Alessandro Canino che ha aperto la serata, è stato chiamato l’attore (e grande appassionato di moto) Federico Costantini; un contributo importante sul tema della sicurezza è venuto da Andrea Lucchetta, che ha spostato da tempo la sua attenzione dai campi di pallavolo a quelli della solidarietà, ma senz’altro la guest star della serata è stata Paolo Simoncelli, che ha presentato il lavoro della Fondazione che porta il nome del figlio Marco.
Quali sono i prossimi impegni che attendono la Fondazione Marco Simoncelli?
«Siamo impegnati in progetti di solidarietà in tutto il mondo, dall’Africa all’America - ci ha detto Paolo Simoncelli -, che abbiamo sostenuto e già portato a temine; ma il più ambizioso, e anche più impegnativo a livello economico è a casa nostra, proprio a Coriano, dove sorgerà un centro per l’assistenza ai disabili del territorio nella struttura dell’ex “Casa per Vacanze Santa Marta”. Una struttura concessa dalla Curia alla Fondazione per cento anni, con il solo vincolo di arrivare all’apertura entro cinque anni: uno è già passato, ma sono sicuro che rispetteremo gli impegni, anche perché la generosità delle donazioni ha già coperto quasi per intero la somma necessaria per i lavori di ristrutturazione e messa a norma, superiore ai 2 milioni di euro».
Stasera si parla di sicurezza: quale consiglio si sente di dare ai tanti ragazzi venuti ad ascoltarla?
«La mia esperienza dimostra che nella vita nulla è certo: Marco è morto nella pista più sicura del mondo, pur indossando tutte le protezioni giuste per evitare conseguenze tragiche a un incidente. Allo stesso modo, sulle strade di tutti i giorni è possibile proteggersi con un livello analogo di sicurezza: ma è importante non sentirsi invincibili o inviolabili solo perché si ha il paraschiena, il casco allacciato, le protezioni. Anzi, tutti questi accessori non devono diventare un pretesto per atteggiamenti sbagliati: vicino ad un incrocio, anche se abbiamo la precedenza è sempre meglio pelare un po’ il gas, aumentando il margine di sicurezza per rimediare a situazioni imprevedibili, non causate da noi».
Nel week end si corre al Mugello: c’è una motivazione per andarci, vero?
«Con una cerimonia ufficiale, verrà ritirato per sempre il numero 58: nessun altro pilota lo potrà utilizzare in gara. Una maniera davvero speciale per ricordare Marco, che rappresenta bene quale sia il ricordo indelebile che ha lasciato in tutti, e non solo tra gli appassionati di moto. Sarebbe facile cadere nella retorica, ed evito di farlo: dico solo che, da padre, sono commosso per una bella dimostrazione di sensibilità».
concordo
Questo hype nei suoi confronti sta rovinando tutto ciò che di bello ha fatto il Sic negli anni.
Qualcuno ricorda Kato? vincitore anche lui in 250? ....ecco...
concordo con ghostrider01