Pugolotti, ecco cosa significa lottare con il deserto
A pochi giorni dall'inizio della Dakar vi mostriamo un modo diverso di vivere il deserto, quello di Giuliano Pugolotti. Scrittore, appassionato di moto, ma soprattutto, maratoneta del deserto. Quello del Sahara, del Gobi, dell'Atacama. Sono solo alcune delle imprese del pubblicitario di Parma che ha attraversato le dune e le steppe d'Africa e di mezzo Mondo. Chi meglio di lui che ha alle spalle 18 deserti può raccontarci cosa significa attraversarli a piedi o in moto? Secondo lui la differenza è minima: «Vedi un pilota che sembra un'astronauta tra casco-tute e qualsiasi altra protezione. Ma dentro c'è sempre un uomo che sfida la vita dove la vita non c'è» spiega.
Dieci anni con il sole negli occhi
Sono passati uno, due, tre…dieci anni volati via in
corse interminabili con il sole negli occhi.
Per me le corse estreme non sono mai state solo montagne di chilometri, litri di sudore o ore di orologio.
Sono invece state un modo di vivere dove ogni volta ho appoggiato tutto ciò che ho nell’ultimo agglomerato abitato di un luogo sperduto.
E’ lì che lascio ogni volta tutta la mia vita come fosse un pacco sulla soglia di casa.
Sì tutta la tua vita di tutti i giorni fuori ad aspettare e da riprendere al mio ritorno.
Nel deserto non conta da dove viene cosa fai e quanti soldi hai.
Lì conta solo chi sei veramente.
Senza ma e senza se.
E così mi vengono in mente le notti passate con il cono di luce della frontale tremolante concentrato per capire quanto fosse profondo quel buio o le tempeste interminabili attaccato alla vita più che al gps e alla direzione da seguire.
Fa paura il mostro di sabbia quando è agitato e lo guardi diritto negli occhi.
Fa paura e basta.
Altre volte nelle giornate di calma apparente l’ho chiamato Monsieur le Desert.
Il Signor deserto.
Non gli ho mai dato del tu.
Nei momenti di maggiore confidenza al massimo del lei.
Quante volte l’ho maledetto.
Quante volte l’ho ringraziato.
Quante volte ho pensato che essere lì nel mezzo del nulla fosse una vera follia.
Quante volte invece ho detto wow.
Quante volte ho pensato di essere sul punto di non ritorno.
Quante volte mi sono detto lì ritornerò.
Quanto volte mi sono contraddetto.
Quante volte.
Eppure ringrazio la corsa per tutta la vita che mi ha permesso di scoprire proprio là dove la vita non c’è.
Nei deserti ho pianto di gioia e pianto lacrime vere di dolore.
Sono caduto e mi sono rialzato.
E lì ho imparato che il deserto non si lascia prendere e neanche conquistare.
E’ lui che conquista te.
Giuliano Pugolotti
Curriculum di Giuliano Pugolotti
1992 - Maratona d'Italia, Carpi (Modena)
1992 - 2002 - 18 maratone ( Helsinki, Firenze, Lienz, Zurigo, St.Anton, Galtur, Innsbruk...)
2003 - Midnight Sun Marathon (Tromso Norvegia)
2004 - Tirol Speed Marathon (Austria)
2005 - Spitsbergen (Isole Svalbard) Norvegia
2005 / 2006 - 100km del Sahara (Tunisia) 120 km a tappe
2007 - Lybian Challenge (Ghat Libia) 190 km in linea No Stop
2007 - Sahara Race (Egitto) 250 km a tappe
2008 - Gobi March (Cina) 250 km a tappe
2009 - Massiccio Hoggar Tassekrem (Algeria) 270 km No Stop
2009 - Atacama (Cile) 250 km a tappe
2010 - Sahara Race (Egitto) 250 km a tappe
2011 - Extreme Runners Cup (Marocco) 177 km No Stop
2011 - Jordan Adventure Race (Giordania) 200 km No Stop
2012 - Extreme Runners Cup (Marocco) 177 km No Stop
2012 - Sahara Race (Egitto) 250 km a tappe
2013 - Extreme Desert Cup (Marocco) 188 km No Stop
2013 - Iceland 2013 (Islanda) 250 km a tappe
2014 - Sahara Race (Wadi Rum, Giordania) 250 km a tappe
2014 - Desert of Tartars (Iran) 380 km
concordo questo è tostissimo...
forte da paura