l'editoriale di nico

Nico Cereghini: "Quelli appiccicati alla moto"

- Vogliamo tutti bene alla nostra compagna d’asfalto, ma c’è chi esagera. Non la molla di un metro. Chi ci osserva da fuori pensa che siamo un po’ ossessivi, ma è falso. Spero. Voi cosa ne dite?
Nico Cereghini: Quelli appiccicati alla moto

Ciao a tutti.
Una cosa che colpisce sempre i non motociclisti: molti di noi non si separano mai dalla loro moto, e alcuni ci restano proprio incollati. La moto sempre sotto controllo. E’ vero, ci è costata un occhio della testa e in qualche caso tutti e due, ma non esageriamo! C’è chi pensa che questo fenomeno, questa specie di fidanzamento dell’uomo con il metallo, sia un po’ eccessivo.
 

Però effettivamente ho visto qualcuno dei nostri che esagera con questa ossessione di stare appiccicato alla sua moto


Premetto che chi ci critica - e mi riferisco a quelli particolarmente inviperiti come certi giornalisti per i quali siamo dei delinquenti - è mosso quasi sempre dall’invidia. Gli piacerebbe divertirsi come ci divertiamo noi e dribblare il traffico, invece di mettere le ragnatele nella sua scatola di latta. Però effettivamente ho visto qualcuno dei nostri che esagera con questa ossessione di stare appiccicato alla sua moto.
Chi arriva al punto che per sorvegliarla chiede il tavolo più vicino alla finestra quando mangia in trattoria; e non rinuncia, a costo di far sloggiare la comitiva che è già arrivata al secondo, pregandoli con le lacrime agli occhi. C’è quello che si ferma soltanto se l’albergo ha il garage blindato, quello che se qualcuno sfiora la sua moto è un uomo morto, quello che se anche finge di distrarsi chiacchierando con gli amici, che sia in cima al Cerreto o al Penice, non si stacca più di dieci metri dalla sua amata motocicletta. L’avrete conosciuto anche voi, uno così fissato. E nella compagnia è una bella tassa.

A me da qualche anno piace, ve l’ho detto, partire a piedi dopo aver lasciato la moto alla base di qualche sentiero. La chiudo bene, molto bene, immobilizer e lucchetti che neanche quel furbone di Moccia. Poi se c’è chi si organizza con il camion e la gru per portarmela via, allora non c’è difesa, ma per sorvegliare la moto non rinuncio al piacere della camminata. Spero, anzi conto, che i ladri vadano altrove. Però non incontro mai altri motociclisti, la mia moto è sola quando la lascio ed è sola anche quando la riprendo alla fine della giornata. Semmai in compagnia di qualche auto.

Ci ho fatto caso, nessun motociclista-escursionista. E la cosa sorprende anche me. E’ possibile che ci siano altre ragioni, per esempio che tra le due categorie (motociclisti e bipedi da montagna) ci sia una decisa incompatibilità che io non riesco a vedere.
Ma il dubbio mi assale: siete tutti ossessivamente avvinghiati alla vostra moto? Assicuratemi per piacere che non è vero.

 
  • Carozza
    Carozza, Besana in Brianza (MB)

    Non lo ero ma sono diventato

    Caro Nico, condivido quasi sempre i tuoi editoriali ma questa volta no. Prima anchio lasciavo la moto e andavo in giro senza problemi. Ma da quando mi hanno rubato la mia Yamaha FZ 750, dentro in un residence in Sardegna, ed era pure chiusa con lucchetto il mio modo di comportarmi è cambiato radicalmente. Mi accorgo che posso sembrare a volte paranoico, ma è piu' forte di me e quindi cerco di lasciarla incustodita il meno possibile. Capisco che è passato tanto tempo, ma quando rimani scottato non è facile dimenticare quello che ti è successo.
  • username__103643
    username__103643, San Severo (FG)

    Nevroticamente...si

    Oltre che supergeloso, appiccicato, nevrotico della mia moto e della mia macchina....ad ogni rientro post-uscita non salgo a casa se non ho rimosso moscerini, residui di ogni cosa...con panno in microfibra e adeguato prodotto....figuriamoci lasciarla sola o se qualcuno me la tocca..non esiste...poi mi scoccia e la vendo in mezz'ora...ma è un'altra storia.
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