Registrazione Dash Cam: quanto vale in Tribunale? Il parere dell'avvocato
NELLE CIRCOSTANZE DI UN INCIDENTE DEFINIRE CHI HA RAGIONE E CHI HA TORTO NON E' SEMPRE FACILE
Secondo i dati IVASS, in Italia sono assicurati con polizza Rca circa 41,5 milioni di veicoli, natanti compresi. Di questi, circa 2,5 milioni vengono coinvolti in almeno un sinistro ogni anno. Una cifra notevole, soprattutto se riflettiamo sul fatto che spesso la liquidazione dei risarcimenti richiede tempi di attesa piuttosto lunghi, talvolta l’intervento di un legale e, addirittura, la decisione di un giudice.
Tutto ciò si traduce in circa 300.000 cause civili pendenti in materia di sinistri stradali e diverse decine di migliaia di processi penali.
Nelle circostanze di un incidente, definire chi ha ragione e chi ha torto non è sempre facile, e anche quando il quadro appare chiaro, spesso ci si scontra con altre problematiche di ordine pratico. Dalla difficoltà oggettiva di ricostruire in modo certo la dinamica del sinistro, alle incomprensioni tra le parti, fino a giungere ai “furbetti” che in mala fede cercano di cambiare le carte in tavola o addirittura di fuggire, cosa che, ricordiamolo, può costituire reato.
In questo senso la Dash Cam si dimostra uno strumento tanto semplice quanto geniale, consentendo di avere una video-prova dell’accaduto, con tanto di rilevazione GPS. Perciò sempre più di frequente le troviamo installate all’interno delle automobili, talvolta anche come optional offerto dalla Case Costruttrici, cosa che ha spinto le aziende a trovare delle soluzioni valide anche per le moto, come potete vedere in questo unboxing della nuova Midland Bike Guardian.
Ora facciamo un po’ d’ordine cercando di capire in quali situazioni il filmato di una Dash Cam può esserci utile.
Nella fase stragiudiziale ok
Non tutti i sinistri, fortunatamente, giungono a richiedere la decisione di un Giudice per la risoluzione della controversia, anzi, in una buona parte dei casi il tutto si conclude con una constatazione amichevole, fissando nero su bianco gli avvenimenti.
Da qui in poi, se la ragione è dalla nostra parte, avremo un’eventuale trattativa con l’Assicurazione affinché ci venga riconosciuto il giusto risarcimento. In questa sede, nella grande maggioranza dei casi, la Dash Cam è superflua.
Purtroppo non è affatto scontato che questa fase proceda liscia, troviamo infatti le “problematiche di ordine pratico” citate poc’anzi.
É intuibile che, in caso non risulti chiara la dinamica del sinistro, uno sguardo a quanto ripreso dalla videocamera possa chiarire meglio l’accaduto. Allo stesso modo, se notiamo che la nostra controparte appartiene alla categoria dei “furbetti” sopra citata, far notare che siamo minuti di Dash Cam e che è stata registrata ogni cosa può certamente costituire un forte incentivo ad essere più trasparenti.
Così come, in altri casi, un fotogramma della targa del fuggitivo può essere veramente determinante. O ancora, in caso di rifiuto della sottoscrizione della constatazione amichevole, con denuncia di sinistro fatta direttamente all’assicurazione, produrre il filmato potrebbe metterci al riparo da eventuali dichiarazioni scorrette.
Gli esempi citati potrebbero risultare banali e superflui, ma quante volte, per esperienza diretta o indiretta, ci siamo scontrati con problematiche di questo tipo e con le fastidiose conseguenze che ne derivano?
In questa prima fase ha forse poco senso parlare del valore probatorio di un filmato, poiché si viaggia svincolati dalle norme che regolano il contenzioso civile e il processo penale, ma probabilmente sono proprio questi i casi, che statisticamente costituiscono la maggioranza, in cui la nostra videocamera può darci un valido aiuto. In questo senso l’utilizzo della Dash Cam ha funzione prevalentemente preventiva e deterrente, ci può facilitare le cose e tutelarci da eventuali comportamenti scorretti.
Se si va al Processo civile?
Qui la faccenda si complica un po’, dato che nel contenzioso civile vi sono diversi limiti all’assunzione delle prove sulle quali il Giudice può basare la propria decisione.
Per ciò che ci interessa, fortunatamente l’art. 2712 del Codice Civile prevedere che le videoregistrazioni costituiscano “piena prova dei fatti e delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime”. In sostanza, i filmati possono costituire una prova se la vostra controparte non ne contesta il contenuto.
Chiaramente non deve trattarsi di una contestazione generica e fine a se stessa, ma deve basarsi su circostanze rilevanti e oggettive. Ad esempio, il nostro filmato potrà essere contestato perché il raggio d’azione delle videocamera non consente di chiarire in modo certo la dinamica del sinistro, lasciando un punto cieco che magari sarà svelato dal filmato che produrrà il nostro avversario.
In caso di ulteriori dubbi potrà essere anche disposta una perizia che certifichi l’autenticità del video e l’affidabilità della videocamera. Poi starà al Giudice darne una valutazione probatoria finale.
Naturalmente ogni caso è a sé, ma in linea di principio la legge ci consente di utilizzare filmati nel processo civile, per provare le nostre ragioni.
E nel processo penale?
In sede penale non troviamo limiti particolari all’assunzione della prova, tranne pochi casi isolati. Infatti l’art. 234 del Codice di Procedura Penale prevede espressamente che “è consentita l’acquisizione di scritti o di altri documenti che rappresentano fatti, persone o cose mediante la fotografia, la cinematografia, la fonografia e qualsiasi altro mezzo.”
Quindi anche qui, in via generale, sarà ben possibile richiedere l’acquisizione di un video che possa dare prova della veridicità della vostra versione dei fatti. Allo stesso tempo, come abbiamo visto per il contenzioso civile, potrà essere disposta una perizia per verificare se il filmato è autentico e affidabile.
Teniamo bene a mente che, qualora vi siano feriti, anche lievi, la possibilità di una denuncia che dia il via ad un procedimento penale è dietro l’angolo. Anzi, talvolta tale strada viene preferita proprio perché incute un certo timore nella controparte, nella speranza, spessa vana, di velocizzare il risarcimento del danno.
Ricordiamoci anche che in seguito alla cosiddetta riforma sull’omicidio stradale del 2016, nel caso in cui il sinistro provochi lesioni che superino i 40 giorni di prognosi (basta una frattura), la procedibilità per il reato è d’ufficio. In sostanza, il procedimento penale parte in automatico senza la necessità che la vittima si attivi e a prescindere dal fatto che il danno sia già stato risarcito.
In conclusione
Il filmato di una Dash-Cam può avere un qualche valore probatorio? Certo che sì, sia dentro sia fuori dalle aule di Tribunale!
Ovviamente, come per tutte le cose, anche qui abbiamo il rovescio della medaglia: ad esempio, in caso di sinistro con feriti, se nel corso dei rilevamenti viene accertata la presenza di Dash-Cam, l’Autorità Giudiziaria potrebbe richiederne il sequestro a fini probatori, col rischio che ciò possa andare a vostro svantaggio.
Ricordiamoci poi di tutti gli elementi che possono rendere il nostro filmato inaffidabile o quantomeno poco utile a dimostrare il reale accadimento dei fatti.
Ciò che conta è quello che vede (o che avrebbe dovuto vedere) l’occhio umano, che non è proprio una videocamera!
Aspetti come la risoluzione, la prospettiva, la visione grandangolare, il riflesso della luce etc. andranno dunque parametrati alla realtà percepita o percepibile al momento del sinistro.
Dunque, vale la pena acquistarla? A voi la parola.
Avv. Francesco Barbieri
Ho trovato diverse volte la mia auto posteggiata danneggiata, segni di strisciate di altre auto che nella fase di posteggio hanno toccato la mia.
Addirittura una volta l'intera fiancata.
Se avessi avuto la dash cam, so che alcune auto includono questa funzione di monitoraggio del posteggio come optional, per tutelarsi da questa situazione, l'avrei potuta utilizzare per farmi risarcire il danno?
Ho parlato con un avvocato e mi ha detto che la cosa è controversa, per questione di privacy.
Gradirei sapere che ne pensa, grazie.