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Scooter a 200 orari. Cui prodest?
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A chi servono? Con l’ultimo arrivato, GP 800, i maxi scooter fanno un balzo prestazionale pazzesco. Accelerazione, velocità e frenata sono esagerate per l'uso cittadino e pongono un interrogativo: sono pericolosi?
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C’era tanta curiosità attorno alla presentazione del nuovo scooter Gilera con motore di 839 cc e potenza di 75 cavalli.
Due interrogativi su tutti: che doti di guidabilità avrebbe offerto uno scooter con la potenza di una moto? Chi è l’utente finale di una belva simile e, soprattutto, non c’è il rischio che si “scotti”?
Le prime impressioni di guida dicono che gli ingegneri del gruppo Piaggio hanno lavorato bene: telaio, assetto e sospensioni sono stati sviluppati con l’intento di offrire un mezzo stabile e sicuro anche ad alte velocità.
La risposta alla seconda domanda si fa invece ben più complessa.
Nel 2001 ci aveva pensato Yamaha a spiazzare la concorrenza, T Max 500 era il primo scooter sportivo equipaggiato con un bicilindrico forte di oltre 40 cavalli, in grado di regalare un feeling di guida motociclistico.
Già allora ci fu chi gridò allo scandalo: troppo pericoloso affidare a scooteristi avvezzi a potenze limitate un veicolo così veloce. E pensare che superava “solo” i 150 orari.
Seguì il mastodontico Suzuki Burgman 650 che ricevette un’accoglienza diversa. Strizzava l’occhio al turismo, aveva ingombri da Gold Wing ed era dotato di un cambio automatico con rapporti selezionabili manualmente (in realtà un classico variatore munito di una sofisticata gestione elettronica).
Insomma il suo biglietto da visita era politically correct: la sua mission non era seminare le 2 ruote tradizionali ai semafori.
Oggi la storia è cambiata. Il T Max 500 ha un concorrente, e che concorrente. Il classico 0-100 è bruciato in meno di 6 secondi e la velocità massima potrebbe sfondare il muro dei 200.
E siamo sicuri – l’evoluzione dei modelli ce lo insegna – che la corsa alle prestazioni non si fermerà qui. Presto o tardi arriveranno anche i 1.000 centimetri cubici.
Sono dati che fanno riflettere: lo scooter nasce per risolvere i problemi legati al traffico, come risposta alle esigenze di mobilità urbana. E chi utilizza lo scooter, spesso – non sempre – bada alla praticità, più che alla filosofia con cui rapportarsi a mezzi tanto potenti.
Confort, protezione dalle intemperie e capacità di carico sono i desiderata degli scooteristi di oggi. E siamo certi che molti di loro saranno ingolositi dai nuovi prodotti sportivi, che si fanno vanto di soluzioni tecniche pregevoli e di linee moderne, aggressive.
Vedremo liberi professionisti, manager d’azienda e impiegati in gessato sfrecciare in città a cavallo di scooter da Gp. Già lo fanno con naked e sportive, dove sta il problema?
Giriamo ai lettori di Moto.it le perplessità di una firma storica del giornalismo italiano a 2 ruote, che ha legato indissolubilmente il suo nome al tema della sicurezza stradale: Nico Cereghini.
Cereghini alle presentazione di Gilera GP 800 non ha usato giri di parole: ”Che senso ha produrre uno scooter del genere, destinato a chi si sposta in città? C’è il rischio che in tanti si facciano male”.
Il giornalista pone una domanda legittima in merito alla presunta pericolosità di scooter tanto potenti.
Rilanciamo l'interrogativo e ci chiediamo se il problema sia legato davvero al mezzo in sé o, piuttosto, all’approccio culturale di chi vi si avvicina.
Che senso ha scandalizzarsi per uno scooter da 200 orari (posto che la ciclistica – quella sì – è adeguata), quando una qualsiasi sportiva di 600 cc supera in un baleno i 260?
Non riteniamo che i maxi scooter siano per definizione più pericolosi di una moto di pari potenza. Le parole del tester di Moto.it, Francesco Paolillo, sono confortanti e descrivono il GP 800 come un ottimo sport tourer, veloce, comodo e sicuro. Perfetto per i viaggi in coppia.
Un veicolo che va oltre il concetto di semplice scooter.
Ed è auspicabile che chi si avvicina a mezzi del genere, provenendo da scooter meno veloci, lo faccia col dovuto rispetto, resettando le proprie abitudini di guida.
Acceleratore e freni non sono più comandi on/off, vanno dosati con la stessa accortezza che si riserva a una potente motocicletta. Una motocicletta automatica.
Andrea Perfetti
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