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Scooter contro cinghiale: muore sulla Cassia Stefano Violati

- Lo scontro domenica alle 21 in via Santa Cornelia. Il 58enne è stato trasportato in gravi condizioni al Sant'Andrea, dove è deceduto. Era il figlio di Fabrizio, ex proprietario di Ferrarelle e Sangemini
Scooter contro cinghiale: muore sulla Cassia Stefano Violati

Alle 21 di domenica 9 giugno, Stefano Violati era in sella al suo Honda SH 300 quando si è trovato davanti un cinghiale e non ha potuto evitare l'impatto. Non è successo in mezzo ad un bosco sugli Appennini, ma a Roma nord in via Santa Cornelia, Cassia, a pochi metri dal centro sportivo della Lazio ma soprattutto a cinquanta da quelli dell'abitazione dello stesso Violati. Trasportato d'urgenza in ambulanza al Sant'Andrea, è spirato per la gravità delle ferite riportate. Aveva 58 anni ed era il figlio di Fabrizio Violati, re delle acque minerali fino al 1987 proprietario delle acque Ferrarelle e Sangemini. Anche il cinghiale è deceduto nello scontro. 

Non è la prima volta che gli ungulati causano incidenti gravi e la morte di un motociclista e già in passato ci siamo occupati più volte di un'eventualità che sta assumendo, purtroppo, una certa frequenza. Non più solo nelle strade di montagna, ma anche nei centri città bisogna stare molto attenti soprattutto nelle ore notturne alla presenza di animali selvatici.

La passione per le auto d'epoca

Titolare di una società che gestiva macchine d’epoca, sulla scia di una passione di famiglia dato che suo padre Fabrizio era un noto collezionista di Ferrari, Stefano Violati era anche il cugino di Giulio Violati, marito dell’attrice Maria Grazia Cucinotta. "Addio amore infinito, non sappiamo più cosa fare senza di te" - ha scritto la madre del 58 enne sui social - "eri un grande dal cuore buono. Solo chi ti ha amato veramente conosceva il tuo animo. I tuoi amici sono disperati insieme a tutti noi". 

Come riportato dal Corriere della Sera, Violati era a processo per stalking della sua ex. Era stato fermato il 30 gennaio, ma era tornato libero 48 ore dopo la convalida del gip, il quale aveva sottolineato la non necessità del carcere. Aveva però il divieto di avvicinamento da rispettare con il braccialetto elettronico che, però, non avrebbe indossato per un problema al ginocchio. Domenica sera la tragedia e ora sono ancora in corso le indagini sull'esatta dinamica dell'incidente. 

  • agbmoto
    agbmoto, Ornavasso (VB)

    La soluzione è semplice, abbattere i selvatici dannosi ovvero quasi tutti.
  • Adami Ezio
    Adami Ezio, Villafranca di Verona (VR)

    Quello di cui non mi capacito è perché non si riesca a mettere intorno a un tavolo tutte le istituzioni interessate al controllo della specie.
    Se il predatore naturale del cinghiale fosse il lupo, dovremmo attendere anni perché le specie si mettano in equilibrio.
    Data che mi sembra un po urgente il problema del proliferare eccessivo della specie, si potrebbe ricorrere a un prelievo selettivo, non dai bracconieri cacciatori, ma ai Carabinieri Forestali, i capi accuratamente selezionati, visti dai veterinari provinciali, messi poi in vendita presso macellai accreditati.
    Dopo un po di tempo si vede come si evolve l'andamento della popolazione e ci comporta di conseguenza.
    Sembrerebbe tutto semplice, facile e bello ma il mio timore che in Italia sia una soluzione un po irrealizzabile.
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