Nico Cereghini: "Pericolo, cinghiale!"
Ciao a tutti! Nel week end ero in Appennino e ho avuto un incontro ravvicinato piuttosto allarmante. Era sabato notte, intorno alle ventidue per la precisione, e ho potuto arrestarmi perché andavo piano. No, niente dischi volanti, nessun alieno avvolto in una palla di luce, di luminoso soltanto la sventagliata dei miei fari alogeni - in quel momento ero in macchina - ad illuminare le bestie. Cinghiali, una ventina almeno, tutti in fila, grandi e piccoli, attraverso la strada provinciale e trotterellanti con passo svelto, senza fretta e senza paura, a duecento metri dalle case. Lo so che i cinghiali sono dappertutto e fanno molti danni, ma vederteli davanti fa più effetto che leggere la notizia sui giornali.
L'ultima cronaca al riguardo era davvero terrorizzante per tutti noi. L'avrete saputo: due settimane fa, alla periferia nord di Roma, uno scooterista che percorreva la Cassia a notte fonda ha avuto la sventura di scontrarsi con un cinghiale. Impossibile vedere in tempo l'animale, era buio e il grosso quadrupede è sbucato di corsa dal verde e ha invaso la strada in un attimo investendo il veicolo. Lo sfortunatissimo malcapitato, un quarantanovenne della zona, è stato portato all'ospedale ma è deceduto poche ore dopo per le gravi ferite. È successo a Roma, ma poteva accadere dovunque: giusto la settimana scorsa, un altro motociclista è stato colpito da un cinghiale vicino a Genova e per fortuna non si è fatto troppo male; le collisioni tra animali selvatici ed auto o camion, spesso cruente e sempre con danni ingenti, sono all'ordine del giorno in tutta la penisola, dal Piemonte fino alla Calabria. Spiace molto per gli animali, ma spiace di più per le persone. Finora, miracolosamente, a noi motociclisti era andata bene, ma l'allarme cresce esponenzialmente e il pericolo pure.
Non è questa la sede per spiegare il fenomeno. Certo fa specie pensare che cento anni fa il cinghiale era praticamente estinto ed è stato reintrodotto per i cacciatori, ma in ogni caso la sovrappopolazione della fauna selvatica, insopportabile soprattutto per gli agricoltori che ne soffrono i danni, è al centro di molte discussioni che coinvolgono la politica nazionale e quella locale, le amministrazioni, i cacciatori e le leggi sulla caccia, gli animalisti e chi più ne ha più ne metta. Non ho nessun intenzione di infilarmi dentro il ginepraio, quello che mi preme qui è mettervi in guardia. Non bastassero le insidie della strada e i telefonisti compulsivi, adesso ci tocca fare i conti anche con cervi e cinghiali.
Come possiamo difenderci? Guidando con ancora maggiore prudenza, banalmente, prestando attenzione soprattutto di notte, se proprio ci capita di viaggiare col buio. E montando, se possibile, dei fari supplementari sulla moto. E poi cercando qualche certezza nei meandri delle leggi e delle assicurazioni. Se ci dovesse capitare un incidente con un animale selvatico, e naturalmente non voglio nemmeno pensare al dramma, chi ci risarcisce dei danni?
Mi dicono che la fauna selvatica appartiene allo Stato, e che da poco sono le Regioni ad averla in carico, insieme alla caccia in generale. Vi consiglio di indagare sui siti degli enti locali di vostra pertinenza: sul sito internet della regione Lombardia, per esempio, c'è un link con il modulo da scaricare per il risarcimento economico, ma ho letto nelle cronache lombarde che non sempre i danni vengono riconosciuti, perché va esaminato caso per caso e raramente sono stati rimborsati davvero tutti i danni subiti. Resta allora il salvagente dell'assicurazione. Il mio assicuratore dice che normalmente le polizze RCA non prevedono eventi del genere, però mi assicura che le polizze specifiche per le collisioni non costano molto, e che essere assicurati sulla collisione con un animale selvatico non compromette la possibilità di chiedere il risarcimento anche alla Regione. Se tra i lettori c'è qualche esperto che possa illuminarci meglio, allora per cortesia lo faccia, questo spazio può servire anche a questo; e non, vi prego, per una sterile polemica tra cacciatori e animalisti: del fenomeno che ho sottolineato ci interessano soltanto le conseguenze.
Per concludere, tocchiamo ferro, tocchiamoci dappertutto, ma in ogni modo, se vi dovesse capitare una collisione con un cinghiale o un capriolo sbucati dal bosco, vi raccomando di richiedere subito l'intervento delle forze dell'ordine per i rilevamenti. Perché altrimenti la vostra richiesta danni non sarà nemmeno presa in considerazione.
Risultato: sono oramai dappertutto, fanno danni enormi e non temono l'uomo. Si avvicinano spesso alle case e trattano le strade come se fossero boschi. Trovarseli all'improvviso davanti non è per niente difficile.