intervista

Stefano Patelli: "Leovince punta sulla qualità per tornare protagonista"

- Il noto marchio italiano di scarichi after market è pronto per una nuova avventura. Nel 2014 la crisi del settore ha portato al cambio di proprietà. Oggi l’azienda è stata ristrutturata e ha le idee chiare per tornare leader nel mercato e nelle corse
Stefano Patelli: Leovince punta sulla qualità per tornare protagonista

Vi presentiamo la “nuova” Leovince. Nuova, perché nel 2014 ha cambiato proprietà e in questi due anni è stata profondamente ristrutturata per tornare competitiva sul mercato, con importanti cambiamenti che andiamo a spiegarvi nell’intervista fatta presso la nostra redazione a Stefano Patelli (direttore vendite di Leovince).
Nel 2014 Belgrove ha acquisito i marchi (LeoVince, Sito, Sito Plus e SilverTail) e ha scelto di mantenere il reparto di ricerca e sviluppo a Monticello (Cuneo) in Italia, mentre è stato confermato lo stabilimento produttivo a Czluchow, in Polonia. Complessivamente sono impiegate circa 125 persone per una produzione annua impressionante, superiore ai 240.000 pezzi che coprono circa 500 modelli (tra moto e scooter).

Stefano, di cosa vi occupate in Italia, a Monticello?

“Nella sede storica, a Monticello, abbiamo un nuovo edificio che ospita tutta la parte di ricerca e sviluppo, il marketing e la parte commerciale. La parte produttiva è invece concentrata in Polonia. Ogni singolo prodotto che esce dalla nostra fabbrica viene progettato e prototipato in Italia. Solo dopo passa in Polonia per l’industrializzazione”.

Stefano Patelli ci descrive le caratteristiche costruttive degli scarichi Leovince
Stefano Patelli ci descrive le caratteristiche costruttive degli scarichi Leovince

 

Cos’è successo negli ultimi anni? Si è parlato un po' meno di Leovince sui media e anche nelle gare.

“In questi ultimi anni c’è stata una bella crisi generale nel settore delle due ruote. Anche Leovince è stata coinvolta con una riduzione notevole dei volumi. La vecchia gestione aveva un sistema distributivo diretto coi negozi, il che implicava l’esistenza di un magazzino fornitissimo con oltre 2.000 referenze. Per ogni modello che usciva veniva subito realizzato il prodotto, e stoccato a magazzino. C’era una ricerca esasperata volta a soddisfare in tempo reale i clienti. Metà del fatturato era a magazzino. Era un’organizzazione super efficiente, ma quando il mercato è andato in crisi, il sistema è diventato non sostenibile”.

Qual è stata la vostra medicina per risanare l’azienda?

“Abbiamo cambiato il sistema. Prima si vendeva direttamente ai punti vendita, con una estesa rete di area manager nel mondo. Oggi tutto è stato riorganizzato con 60 distributori (esclusivi in qualche caso), cha lavorano con una logica di pianificazione dell’approvvigionamento. Ogni distributore fa magazzino e vende ai propri punti vendita. La consegna avviene comunque in un giorno, ma è curata dal distributore. Motorparts è il nostro distributore esclusivo per l’Italia”.

Quali sono i vostri principali mercati?

“Italia al primo posto, seguita da Germania, Francia, Stati Uniti, Spagna, Inghilterra e Svizzera. In questa fase di ripartenza, abbiamo ristrutturato il flusso delle vendite e scelto nuovi distributori, oltre a confermare qualche partner precedente. Abbiamo garantito il servizio e lo stock in ogni caso. Ora tutto è a regime e siamo soddisfatti dai tempi di consegna, con un 97% di consegna dell’ordinato”.

Logo ringiovanito e grande qualità nelle lavorazioni sono alla base del rilancio
Logo ringiovanito e grande qualità nelle lavorazioni sono alla base del rilancio


Quanti articoli avete ora in produzione e listino?

“Siamo passati da 2.000 a 500 referenze. Abbiamo implementato un sistema informatico che si appoggia al portale web dedicato ai distrubutori. Qui passano gli ordini e l’acquisto delle materie prime, tutto funziona in modo automatico per garantire una produzione efficiente”.

Qual è stato il fatturato nel 2015?

“Abbiamo realizzato 8 milioni di fatturato nel 2015, 6 nel 2014. Puntiamo a 10 milioni di euro nel 2016. Siamo allineati ai migliori competitor italiani a livello di qualità del prodotto”.

La nuova linea studiata per l'Honda Africa Twin 1000
La nuova linea studiata per l'Honda Africa Twin 1000


Prima della crisi eravate leader in Italia.

“E’ vero, eravamo sicuramente al primo posto in termini di fatturato. Oggi non facciamo più a gara per vantare questo primato. Avendo ridotto il numero di clienti da 4.000 a 60 e i codici da 2.000 a 500, sappiamo che non è possibile puntare al primato nel fatturato. Ma non è questo che ci interessa. È invece essenziale per la crescita dell’azienda avere un maggior margine alla fine dell’anno. Questo farà la differenza per poter fare nuovi investimenti nella ricerca e nei macchinari”.

La versione One Evo
La versione One Evo

Qual è la percezione del marchio Leovince?

“E’ molto alta e positiva. C’era tanta attesa da parte della clientela e dei distributori. A Leovince è riconosciuta da sempre una grande qualità. Abbiamo riposto una grande attenzione nella scelta dei prodotti giusti”.

Quali materiali per la produzione avete scelto?

“Abbiamo individuato due fronti. Da un lato abbiamo ringiovanito il logo, che ora è laserato su tutte le marmitte (prima era rivettato o incollato). Leovince è la firma dell’artista sui nostri scarichi, che oggi è molto più giovane. Dal punto di vista tecnico abbiamo ottimizzato i materiali in relazione alla durata e alla leggerezza. Ci siamo indirizzati sull’inox e sul carbonio. Abbiamo tolto l’altissima gamma in titanio dedicata al racing”.

Le moto classiche e le caffe racer sono di gran moda, ma non vanno a nozze coi loghi. Cosa avete pensato per loro?

“Hai ragione, infatti per questo tipo di moto stiamo sviluppando una linea di prodotto specifica con un logo più discreto”.

Tornerete al titanio?

“Ci stiamo pensando. Prima svilupperemo lo scarico in titanio nelle corse. Dopo circa un anno riproporremo il prodotto nel nostro listino. Ora abbiamo appena introdotto due linee, Factory S e LV One Evo; dall’inizio dell’anno abbiamo sviluppato 70 modelli nuovi”.

Qual è il vostro mercato di riferimento?

“E’ cresciuto tanto il mercato delle enduro stradali, ma le moto sportive (nude o carenate) rimangono al primo posto per noi. Col marchio Sito copriamo poi la richiesta che riguarda anche gli scooter e i ciclomotori di piccola cilindrata. Arriviamo a 240.000 marmitte all’anno”.

Alla Suzuki SV650 è dedicata una completa linea di scarichi in acciao inox e carbonio
Alla Suzuki SV650 è dedicata una completa linea di scarichi in acciao inox e carbonio

Delegate la produzione a fornitori esterni?

“No, facciamo tutto in casa. Anche le lavorazioni in carbonio sono fatte internamente. Tutte le coppe (o fondelli, nda) sono realizzati oggi in fibra di carbonio e equipaggiano tutti i nostri scarichi”.

Realizzati scarichi anche per moto fuori produzione?

“C’è una attenta analisi delle richieste che ci arrivano. Ancora oggi ci sono modelli richiesti dai mercati e quindi tenuti in gamma. Possiamo fare produzioni speciali legate alle richieste di determinati mercati. Siamo molto attenti alle richieste dei nostri clienti, anche su Facebook, dove abbiamo un tempo di risposta medio di circa trenta minuti. In America abbiamo una persona che si occupa per noi del customer care, un aspetto della vendita che è sempre più importante. E anche in Italia ci siamo mossi nello stesso modo”.

Come sta cambiando la clientela?

“Oggi i clienti non guardano più il cavallo in più o il peso. Oggi contano il look, la qualità e il sound dello scarico. Sono questi gli elementi che fanno la differenza. Sul nuovo sito, che andrà online nei prossimi mesi, metteremo i file con gli audio dei nostri scarichi. Le persone non guardano più i grafici di potenza”.

Quali saranno i vostri punti di forza per battere la concorrenza?

“Abbiamo un rapporto qualità/prezzo imbattibile. La qualità in particolare ci aiuterà a crescere sul mercato. Sui 70 prodotti nuovi degli ultimi 6 mesi si nota la cura maniacale del dettaglio. Prendi ad esempio lo scarico per la Honda Africa Twin: insieme allo scarico, forniamo il carter in fibra di carbonio. Leovince si monta subito, senza usare il martello e complicarsi la vita: è il frutto della nostra cura per il dettaglio”.

  • STBO2013
    STBO2013, Giussano (MB)

    Percepisco molta ipocrisia, non mi pare che in Italia ci siano solo Fiat e Ducati o MV, compriamo quello che ci piace o che è di moda.
    Scusate ma voi siete convinti che i prodotti che riportano l'indicazione Made in Italy siano prodotti interamente qui? Bastano poche lavorazioni fatte sul territorio nazionale ed il gioco è fatto. Per non parlare dell'abbigliamento moto o dei caschi, i marchi italiani piu' blasonati sono fatti all'estero quindi non li compriamo piu'? Rischieremmo di andare in giro nudi...
    Se un prodotto è bello ed affidabile si compra e basta. L'Iphone è prodotto in Cina costa un botto ma nessuno lo schifa.
    La mia opinione è che sia sempre meglio comprare un prodotto di un azienda che fa ricerca e sviluppo in Italia anche se poi fa produrre all'estero piuttosto che un prodotto estero al 100%, almeno la prima qualcuno in Italia lo fa lavorare. Un lampeggio a tutti.
  • claudio5959
    claudio5959, Roma (RM)

    Buongiorno,
    ho montato lo scarico Leovinci sulla mia Honda VFR 1200,
    nulla da dire sul prodotto ma sulla prossima non comprerò certo uno scarico Italiano made in Polonia.
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