Timo Resch: “BMW è sintesi di cultura motociclistica"
Timo Resch è da maggio di quest'anno responsabile vendite e marketing di BMW Motorrad a Monaco.
Motociclista praticante, ha esperienze nel settore delle quattro ruote: nei tre anni precedenti ha lavorato per BMW e prima ancora per Audi e Porsche, dove arrivò nel 1998 come ingegnere di sviluppo.
Lo abbiamo incontrato e intervistato sulle strategie, commerciali e non, di BMW Motorrad.
Dopo un 2016 da record nelle vendite di moto BMW (145.000 unità consegnate nel mondo) e il +9,5% nei primi sei mesi di quest'anno, l'obiettivo annunciato tempo fa dal CEO Stephan Schaller delle 200.000 moto BMW vendute entro il 2020 è vicino?
«Questo obiettivo è una parte della nostra strategia di sviluppo, che comporta un forte lavoro sulla gamma esistente e su quella futura. Se si chiuderà come sta andando positivamente finora, il 2017 fisserà un nuovo record assoluto di vendita per noi. Nel nostro settore vogliamo continuare a essere una guida in termini di idee, concetti motociclistici e innovazione, tanto nella mobilità come nell'uso da parte di appassionati motociclisti.
Crediamo fermamente nello sviluppo della tecnologia elettrica, il nostro C-Evolution è nella fascia premium e, in giro per il mondo, comunica il potenziale di questa tecnologia già pronta.
Il nostro Concept Link mostrato quest'anno e il Vision Next 100 dell'anno scorso sono un esempio dell'innovazione su cui stiamo lavorando. Naturalmente si tratta di concept, ma danno l'idea delle possibilità di applicazione di tante soluzioni alle quali stanno lavorando i nostri ingegneri e il team di designer: soluzioni e che vedremo sulla produzione di serie del futuro».
Che cosa potremo trovare, in concreto, sulle moto di domani partendo proprio dal Concept Link?
«Come tutti i concept, anche il Link lancia dei segnali ed è importante vedere il feedback che arriva dai clienti: lo stesso è valso anche per il C-Evolution. Di sicuro non vedremo le soluzioni del Link alla prossima edizione di Eicma, ma sono certo che per i cento anni trascorsi dalla prima moto BMW, nel 2023, vedremo sulla produzione di serie numerose di queste ispirazioni».
Saranno numerose le novità BMW nei prossimi anni? Seguiranno la recente tendenza?
«Nel 2017 abbiamo aumentato il fuoco di tiro, se così si può dire, ampliando ad esempio la serie R nineT, che è stato un passo importante, rinnovando la GS e introducendo la nuova Bagger. Per il 2018 continueremo con novità nei diversi segmenti: sarà un anno con altre nuove moto interessanti».
A Eicma avremo l'opportunità di vedere le nuove F900GS e S1000RR che sono state spiate nei test?
«Penso che potrebbero essere due buoni pretesti per andare a Eicma... Non posso anticipare nulla, ma vi assicuro che a Milano ci saranno moto molto interessanti che arriveranno in vendita».
La R 1200GS è la vostra moto più venduta a livello globale, è così ovunque?
«Assieme alla versione Adventure è largamente la più venduta, ma con l'estensione della gamma degli ultimi anni in alcuni mercati si sono fatti largo altri modelli, come ad esempio la S1000RR che contende il primato alla GS».
In quali mercati accade?
«Per esempio in Thailandia - è curioso ma è così - e nel Regno Unito non è la prima ma quasi. Certo nella classifica occorre distinguere fra GS e Adventure perché non sempre si rivolgono agli stessi clienti. La crescita commerciale ottenuta da BMW si deve senz'altro al successo della GS, ma anche all'estensione della gamma offerta e all'arrivo di modelli nuovi come la R nineT. Moto che sono diventate leader a loro volta nei rispettivi segmenti».
Qual è la strategia BMW per i mercati emergenti?
«Sappiamo bene che quei mercati cresceranno molto, ma bisogna distinguere le diverse realtà. In Cina, per esempio, le potenzialità sono enormi, però non esiste ancora una cultura motociclistica sviluppata come altrove, e questo nonostante ci sia un desiderio motociclistico; ci sono difficoltà da superare a livello legislativo: per esempio, in alcune città non sono ammesse le moto di grossa cilindrata.
In questi mercati stiamo molto attenti a cosa i nuovi motociclisti vogliono dai nostri prodotti, e nel contenpo stiamo sviluppando le reti commerciali. Le nostre moto sono nella fascia premium, e per questo l'aspetto della cultura motociclistica è importante».
BMW è appunto un marchio premium: come si sposa questa caratteristica con la necessità di entrare in fasce di cilindrate minori e con modelli meno costosi?
«Siamo arrivati alle piccole cilindrate da poco, quindi è presto per tirare le somme: ma ci siamo entrati con una strategia molto chiara, portando nei segmenti entry level gli stessi concetti premium del resto della gamma.
Non dobbiamo pensare subito a un confronto numerico, proprio perché parliamo di un marchio dai contenuti particolari, che è aspirazionale. I punti di forza delle nostre moto, anche entry level, sono l'immagine, il design, l' usabilità, la tecnica, la sicurezza. Insomma, non è nostra intenzione iniziare con una sfida sul fronte dei prezzi».
Vedremo a breve degli scooter piccoli marchiati BMW?
«Seguiamo l'evoluzione del mercato scooter, come degli altri segmenti, pronti a coglierne le opportunità. In questo contesto credo che ci saranno novità nel futuro, ma è presto per inquadrarle».
Come vi state preparando all'arrivo della normativa Euro5 sulle emissioni? Usciranno di scena alcuni motori attuali?
«La normativa è chiara e nota da tempo, per cui va sfruttata come un'opportunità per poter offrire nuovi modelli adeguati alle esigenze dei motociclisti».
Il mercato della moto e dello scooter con motore elettrico, se si escludono per questi ultimi le piccole potenze, in Cina è ancora molto ridotto. Secondo le vostre previsioni, quando assisteremo a un significativo incremento d'interesse verso l'elettrico?
«Siamo stati pionieri nel segmento scooter con il C-Evolution: però le richieste specifiche dei clienti sono anche altre oltre all'autonomia, e su quelle ci stiamo orientando. Da una parte c'è l'esigenza del commuting, e in questo il C-Evolution è un buon concetto, ma penso che in futuro, per quando sia difficile predirlo, assisteremo a un importante spostamento verso la mobilità elettrica.
Ovviamente bisognerà tenere conto dello sviluppo tecnologico nell'automotive, della legislazione come dell'accesso regolamentato nelle città. Siamo molto attenti alla domanda che arriva e arriverà dall'utenza, se necessario spingeremo nel segmento scooter, come abbiamo fatto, e siamo pronti a offrire un'esperienza diversa anche nella moto».
In questo contesto, quanto conta la vostra esperienza nel mondo auto?
«E' assolutamente cruciale. Nello sviluppo del C-Evolution, la vicinanza con i tecnici che lavorano sulle nostre automobili elettriche è stata fondamentale e credo che la padronanza tecnologica delle ultime soluzioni tecniche per motori, batterie ed elettronica sarà la chiave del successo».
L'età media dei motociclisti si sta alzando, come pensate di catturare i futuri giovani appassionati?
«Far scattare la passione è anche un fatto culturale, molte persone apprezzano idealmente la moto, e l'esperienza di guidarla anche solo brevemente può fare la differenza. Continueremo con iniziative come la nostra “Make life a ride” per portare nuovi clienti al nostro marchio, anche fra i più giovani. Significa spiegare i vantaggi pratici e la qualità tecnica, ma servono anche ad apprezzare la customizzazione, ad imparare a dedicare tempo non soltanto alla guida ma anche alla cura della moto. In questo senso parlo di cultura motociclistica da creare e coltivare. Abbiamo iniziato qualche anno fa pensando ai mercati emergenti e proponendo moto adatte anche ai giovani di tutto il mondo: ora compiremo un altro passo in avanti, con i modelli e con i sistemi di finanziamento mirati a invogliare a entrare nella famiglia BMW».
La serie heritage si svilupperà ancora?
«Il portfolio delle R nineT conta ora cinque modelli, e se si considera la possibilità di personalizzazione in direzione sportiva, stradale o fuoristradistica l'offerta è potenzialmente ancora più ampia e completa. Naturalmente stiamo valutando altre opzioni e i nostri designer hanno molte idee in proposito, riguardo anche a parti e a serie speciali. Siamo pronti e continuiamo a sviluppare la personalizzazione, ma penso che per il momento la gamma sia ben articolata».
Lei conosce bene il mercato italiano, che cosa pensa dei nostri motociclisti?
«Il mercato italiano è molto importante per il successo di BMW e lo è storicamente, apprezza le nostre moto e questo è positivo per molte ragioni. I motociclisti italiani non cercano il compromesso, sono selettivi in fatto di qualità, e spero che siano anche questi i motivi del successo delle nostre moto da voi. Le BMW sono una combinazione di buon design, immagine, contenuti tecnologici elevati, tradizione storica: una combinazione credo particolarmente affine ai motociclisti italiani».
Qual è la BMW che ama di più?
«Sono una grande fan della R nineT. Per via del suo fascino estetico e della sua anima distaccata, rilassata ma anche avvincente, che si scopre non appena la si guida».
In giro sul web si trova un'intervista in inglese di Karl Victor Shaller (Head of Engineering) che dice "Air-cooled engines are planned all the way through to 2021 at least"... quindi vedremo i boxer aria olio fino al 2021 "almeno"...
e poi?
Anche a me le heritage piacciono enormemente (lasciando fuori ogni discorso sul prezzo...)
come BMW auto paghi sempre un pò di più di quello che prendi ma ci può stare.
penso comunque la scelta di ampliare la gamma verso il basso sia molto intelligente sia per fidelizzare nuovi clienti che per trovarne dei nuovi.
20 anni fa sarebbe stato assurdo pensare che la casa leader del mercato sarebbe stata BMW. i prodotti prettamente stradali però mi sembrano freddi (serie GS media, Serie F, serie R) niente da dire ovviamente sulle turismo dove penso tutti abbiamo da imparare da BMW