Tosi, Gruppo Piaggio: "L'Aprilia RS 660 è progettata per il piacere di guida"
Attesissima, ammiratissima e decisamente tra le moto più gradite dal pubblico ad EICMA 2019, la nuova Aprilia RS 660 è stata presentata con un corredo di prim'ordine: la piattaforma APRC ultra completa, la carenatura a doppia superficie che ricorda le appendici aerodinamiche, la potenza record di 100 cavalli, il peso ridotto e una colorazione racing, hanno fatto inizialmente pensare ad una motocicletta realizzata per un utilizzo pistaiolo.
Tuttavia, mai fermarsi alla prima impressione: in questa chiacchierata con l'Ing. Riccardo Tosi - Responsabile Divisione Sviluppo e Marketing di Prodotto del Gruppo Piaggio - scopriamo come è nata e a chi siano dedicate la nuova sportiva stradale di Noale e tutta la futura piattaforma 660.
Da quali richieste del mercato è nata la RS 660?
"La gamma Aprilia è molto completa in basso con le 50, le 125, stradali, nude, enduro, motard, poi ha la flagship V4, portabandiera mutuate dalla MotoGp e tutt'oggi imbattute nelle comparative. Mancava un anello di raccordo che portasse il nostro cliente junior a continuare con Aprilia prima di approdare alle moto più specialistiche.
La cilindrata 660 ci è sembrata corretta, non una RSV4 in miniatura, ma una moto che incarna i valori di Aprilia che sono sempre votati alla sportività, al divertimento, alla ridigità del telaio, quindi ad un handling sopra le righe; desideravamo anche che il nostro cliente riuscisse a sfruttarla completamente anche su strada, quindi non volevamo creare una moto estrema, una moto che guardasse la pista come alcune altre nostre concorrenti nel recente passato: dovevamo creare una sorta di nuovo segmento grazie al motore bicilindrico - che predilige la coppia - e ad un handling best in class che potesse creare una piattaforma fruibile fino in fondo dal pilota di medio/alto livello, non specialistico.
Questo è il concetto alla base dell'intera piattaforma 660, la RS ovviamente è la più corsaiola, ma non trova in pista il suo terreno naturale; poi c'è la Tuono 660, che ancora di più incarna questi valori perché sarà un mezzo ancora più facile da guidare su strada in totale sicurezza, peraltro con un posto passeggero abbastanza comodo (disponibile sulla RS come accessorio), grazie anche alla APRC e al bilanciamento dei pesi fantastico. Noi pensiamo di aver creato con questa piattaforma un'altra pietra miliare come nella tradizione di Aprilia: un segmento che non c'era, per poter assecondare i clienti che oggi cercano questo tipo di moto e non le trovano!".
Qual è il grado di parentela tra il bicilindrico 660 e il quattro cilindri 1000/1100 della RSV4?
"L'unità cilindro e la bancata anteriore sono effettivamente derivati quella della RSV4, ma la corsa e il set up del motore sono stati scelti per prediligere la coppia. Non è un motore che gira a regimi altissimi, non abbiamo voluto fare né un motore esasperato né una ciclistica esasperata. Anche le quote ciclistiche e il triangolo ergonomico sono molto più comodi di quello che sarebbero su una moto da pista o su una RSV4 in miniatura".
Perché non si è scelta una cilindrata maggiore per avere ancora più coppia e potenza?
"Se lo avessimo fatto avremmo snaturato il concetto: noi volevamo essere in mezzo tra i 1000/1100 e i 125/250/300, un anello di raccordo tra le moto medio/piccole e le superbike. Una cubatura tra 600 e 700 è quello che serve ad avere almeno 100 cavalli senza portare il motore all'estremo. Abbiamo voluto giocare tutto nel rapporto peso/potenza, perché per poter fare una moto molto agile nelle curve il rapporto peso/potenza è fondamentale, quindi 100 cavalli e 169 chili di peso a secco sono la formula magica".
Qual è il concetto di sportività della nuova RS 660?
"La sportività che vorremmo suscitare nel nostro cliente. Noi vorremmo che la sportività della RS 660 fosse quella dei giorni nostri, quella delle persone con se stesse: ho un mio limite su strada e ogni volta che esco voglio migliorarmi, non per vincere una coppa, ma solo per una mia soddisfazione personale, per puro divertimento. In questo senso l'APRC serve per poter dare una gradualità di utilizzo ad una moto che non è specialistica ma non è per tutti, e magari ad ogni week end lentamente abbassare i livelli di controllo quando si è presa dimestichezza con le prestazioni.
La stessa piattaforma inerziale ci ha permesso di poter inserire le cornering lights, ma abbiamo anche i tubi freno in treccia, particolari molto apprezzati da chi nota un certo tipo di feature che inseriamo non solo garantire le massime prestazioni, ma anche per offrire il meglio al nostro cliente. Telaio, freno e ciclistica non sono specialistici, ma sono di alto livello, non potremmo mai fare un'Aprilia troppo generalista. Una moderna superbike ha un utilizzo su strada molto limitato: la RS 660 è invece una moto, molto più comoda, il triangolo ergonomico fa tenere una posizione più alta, ma comunque tale da potersi inserire in carenatura e spiccare una velocità di punta elevata".
Quanto è stata la lunga la fase di sviluppo del progetto?
"Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti dai nostri collaudatori e di come abbiano estratto il potenziale che avevamo inizialmente espresso nel progetto, che comunque non ha mai subito ripensamenti: all'inizio c'è stato un lungo periodo durato molti mesi, dove l'azienda si è riunita più volte per confermare che l'idea fosse quella giusta. C'è una larga platea di persone che deve comunque contribuire a questa fase iniziale, ma quando viene generato il brief di prodotto l'azienda è molto sincronizzata. Qui non abbiamo superstar che dicono quello che bisogna fare, qui non abbiamo il dio della moto che dice cosa serve e cosa no: noi amiamo dire che è il team a vincere"
Qualche anticipazione sul prezzo?
"Vogliamo proporre la RS660 ad un prezzo molto interessante, la sfida è quella di dare a molti clienti una moto che sia veramente molto bella e divertente da guidare: secondo noi potrà veramente dire qualcosa al mondo della moto, perché all'interno c'è una ricetta che oggi non c'è nel panorama motociclistico".
Qual è il cliente ideale della RS 660?
"La RS 660 non è una moto mirata su un cliente specifico, ma è per molti tipi di clienti, a partire da quello che scende dalla Superbike perché non ha più voglia di rischiare la vita o perché non ha più gli stimoli giusti: un pilota che vuole mettere alla frusta un mezzo che dà grandi soddisfazioni ciclistiche e quindi scende di una categoria senza rinunciare al divertimento, anzi, probabilmente si diverte ancora di più perché riesce a portarlo al limite più volte. Dall'altro lato ci sono i ragazzi che salgono dalle cilindrate più piccole, che possono trovare nella RS 660 qualche soddisfazione in più perché la ciclistica permette di portare 100 cavalli al limite: una moto che, come diciamo a Noale, deve funzionare come una lama e che quando entra nelle curve deve possedere un'accelerazione di imbardata angolare “interessante”. Il divertimento e la fruibilità è quello a cui pensiamo prima di tutto.
La Tuono invece allarga ancora di più la platea, perché mentre il pilota si diverte come un matto il passeggero ha la possibilità di non essere uno zaino aggiunto e magari non troppo gradito: la Tuono comunque non è una RS spogliata. Tutte le nostre Tuono sono delle moto a se stanti, e derivano da un progetto specifico: subiscono una rivisitazione completa delle quote ciclistiche (cannotto di sterzo o, per esempio, baricentro del motore, anche se non sarà questo il caso della 660), che vengono adattate alla nuova posizione di guida e allo stesso modo l'erogazione del motore: anche per questo la Tuono avrà 95 cavalli, e non solo per ottenere l'omologazione per la patente A2: Il piacere di guida è quello che deve essere in primo piano in questa piattaforma non così estrema, e non il tempo sul giro"
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Abbiamo parlato della RS e della Tuono: manca solo la Tuareg con la ruota anteriore da 21 pollici...
"La Tuareg è una moto in fase di sviluppo per la quale stiamo lavorando pancia a terra, il punto è che in un mondo così affollato come quello delle enduro vogliamo entrare alla grande, e senza dare per ora anticipazioni che magari possono essere male interpretate. Tra un annetto vi verrà svelato com'è fatta e qual è il nostro progetto a tutto tondo, e in quale modo noi interpretiamo l'enduro così come stiamo interpretando la strada".
Farete anche una versione con ruota anteriore da 19”?
"La 660 è una piattaforma, e in quanto tale può essere sviluppata: non eccessivamente, altrimenti si corre il rischio di perdersi per strada, perché ha una identità molto forte; una volta che queste tre moto (RS, Tuono e Tuareg n.d.r.) saranno in produzione ci potranno essere alcune variazioni sul tema, senza snaturarle ma valorizzandole.
È una piattaforma che nasce molto sana, per la ciclistica, per il costo, per le prestazioni, per il potenziale di sviluppo. Può essere evoluta con una certa facilità, e noi siamo molto orgogliosi del lavoro di impostazione che abbiamo svolto".
Supersport 600 2 600 750 161 kg
3 500 675
4 400 600
Francamente sono sorpreso, in negativo, vista l'indole sportiva di Aprilia: la moto è comunque bella da vedere, lo sarà anche da guidare?