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Triumph Sprint GT 2011

- Stiamo provando in Scozia la nuova Triumph Sprint GT, un po' meno "sport" della ST ma comunque forte di 132 cavalli e la coppia del mitico 3 cilindri. Ha l'ABS e le borse di serie e costa 13.050 euro. VIDEO
Triumph Sprint GT 2011


A cinque anni dal lancio della Sprint ST 1050, Triumph presenta la Sprint GT, una “tourer” ancora più pratica, un po’ meno “sport” rispetto alla ST, ideale per le lunghe percorrenze, grazie alle aumentate capacità di carico.
Questo non vuol dire che la nuova Sprint GT perde parte del suo DNA di moto sportiva, ideale per macinare
chilometri e chilometri di asfalto, piuttosto guadagna quel pizzico di comfort in più, che la rende ancora più performante tra le moto del settore Grand Tourer. Ciò che offre la Sprint GT è un pacchetto completo composto da performance, praticità e prezzo.

La Sprint GT verrà commercializzata in Italia dal mese di giugno in due colorazioni, Aluminium Silver e Pacific Blue, al prezzo su strada di 13.050 Euro.

Nei prossimi giorni troverete online la nostra prova della nuova GT. Maurizio Tanca sta infatti guidando sulle strade della Scozia la potente tourer inglese. Se nel frattempo avete delle curiosità da approfondire sulla Sprint GT, non esitate a scrivere alla redazione ([email protected]).

Guarda il video di presentazione della Sprint GT:



Triumph Sprint GT 2011



Le performance sono garantite dall’ultima versione del tre cilindri 1050cc. Dal lancio della ST cinque anni fa, il motore della Sprint è stato aggiornato e migliorato nell’erogazione, fino a raggiungere 132 CV e una coppia ancora più sostanziosa.
La praticità è regina sulla GT grazie alla coppia di borse laterali da 31 litri, all’ABS di serie, all’ampio sottosella, alla piastra per il bauletto integrata con il maniglione del passeggero e all’ampio serbatoio che assicura un’autonomia di oltre 300km.

Rispetto alla più sportiva ST, la Sprint GT è tutta nuova nella parte posteriore, mentre nella parte anteriore ha giovato di alcuni aggiornamenti che incrementano il comfort di marcia. Partendo dalla parte frontale, la GT vede un aggiornamento del caratteristico gruppo ottico che include ora fari riflettenti, a garanzia di una migliore illuminazione della strada rispetto alla versione ST. Il sistema di fissaggio degli specchietti laterali consente di avere un’ottima visibilità alle andature sostenute, mentre il “cockpit” è stato aggiornato.

La strumentazione è composta da tre strumenti che comprendono i classici tachimetro

Triumph Sprint GT
Triumph Sprint GT

analogico e contagiri entrambe circolari e il computer di bordo che aiuta a tenere sotto controllo le principali funzioni della motocicletta, come il consumo di carburante, l’autonomia, la durata del viaggio, la velocità media e l’immancabile orologio.
Ma le differenze più importanti rispetto alla ST si trovano nella parte posteriore. La Sprint GT monta un classico scarico laterale di sezione triangolare posizionato sotto la borsa laterale destra, che consente da un lato di incrementare la potenza del motore e dall’altro di creare maggior spazio sotto la sella per poter ospitare oggetti di vario tipo, come per esempio il lucchetto a U Triumph.

La sella è di conseguenza più bassa e, combinata con pedane pure ribassate, concede un aumento di comfort al passeggero, che troverà anche un migliore appiglio nel portapacchi integrato.

Il meglio di sè la GT lo esprime a pieno carico, grazie alle nuove borse laterali fornite di serie e al bauletto opzionale. Se sulla Sprint ST la capacità delle borse laterali è 22 litri a borsa, sulla GT i litri salgono a 31 e in combinazione con il bauletto opzionale la capacità totale si attesta a 117 litri, al top della categoria.
Ciascuna borsa laterale ha la possibilità di ospitare al suo interno un casco XXL ed è stata sviluppata per offrire il massimo della praticità di carico (che non deve superare i 7,5 kg per lato).
Le borse, realizzate in tinta con la carrozzeria, si aprono con la chiave di avviamento e sono completamente impermeabili. Presentano un nuovo, più semplice sistema di fissaggio che elimina gli agganci esterni e dà un look più pulito alla parte posteriore quando non sono installate.

Il reparto accessori Triumph ha dato il meglio di sè nello sviluppare un innovativo bauletto da ben 55 litri appositamente disegnato per la Sprint GT. È in grado di ospitare 2 caschi integrali ed è dotato di una presa integrata da 12 volt, ideale per ricaricare i propri “gadget” elettronici in viaggio. Il bauletto non necessita di alcun cavo di collegamento, i contatti sono stati infatti realizzati con un pratico sistema “plug and play”.
Sono disponibili le manopole riscaldabili, il parabrezza alto, la sella in gel e la borsa magnetica da serbatoio che può ulteriormente incrementare la capacità di carico di 30 litri.
 

L’unità motrice della Sprint GT è il noto 3 cilindri da 1050cc che equipaggia la ST, aggiornato un alcune componenti.
Il nuovo scarico, abbinato alla centralina elettronica riprogrammata, ha consentito di incrementare la potenza di 5 cv per raggiungere i 132 a 9.200 giri. La coppia è stata ottimizzata per rendere al meglio ai regimi medi con il picco massimo della curva incrementato a 108 Nm (+5 Nm) a 1.200 giri in meno rispetto alla ST.

Percorrere molti chilometri con poche soste è la regola del perfetto Grand Tourer e la Sprint GT, grazie al serbatoio da 20 litri, aiuta a rispettare questo “must” con oltre 320km di autonomia. Il risultato è stato ottenuto ancora una volta ottimizzando la stessa elettronica che ha consentito di aumentare potenza e coppia. Inoltre, la sesta marcia del motore della GT è più lunga del 7% rispetto alla ST, così da incrementare il comfort di guida in autostrada e l’economia di marcia.

Il doppio trave in alluminio è in comune con la ST, mentre tutto il resto del telaio, forcella inclusa, è nuovo. Il nuovo scarico della GT ha consentito di abbassare le masse rispetto allo scarico sotto sella della ST, mentre il monobraccio più lungo di 79,5mm ha consentito di migliorare la stabilità alle alte velocità e a pieno carico. Il nuovo telaietto posteriore ha consentito di ridisegnare la sella mentre il serbatoio e la parte inferiore della carenatura sono in comune con la ST. Anche il cavalletto centrale è stato ridisegnato e migliorato nel suo azionamento.

Il nuovo cerchio posteriore, nonostante sia esteticamente identico a quello che equipaggia la ST, è più leggero di 1 kg e, come all’anteriore, monta un pneumatico bimescola Bridgestone BT-021, differente per “handling” e durata dal BT-020, precedentemente montato sulla ST. Il monobraccio più lungo di 79,5mm incrementa ora l’interasse a 1.537 mm a vantaggio della stabilità alle alte velocità e a pieno carico, A tal proposito il mono posteriore è tutto nuovo e presenta un pratico registro del precarico, facilmente accessibile per modificare la taratura a seconda del tipo di guida e di carico. Anche la forcella, identica esternamente, è stata rivista nell’idraulica per migliorare il comportamento della motocicletta in affondamento e di conseguenza in frenata.

I dischi dei freni sono oggi più leggeri e rigidi per incrementare la durata, mentre le pastiglie offrono in feeling migliore e il 10% in più di potenza frenante. L’impianto si affida ad una coppia di dischi flottanti anteriori da 320mm abbinati a pinze a quattro pistoncini, mentre al posteriore è presente un disco singolo da 255 mm. L’ABS è di serie, secondo le ultime indicazioni della casa che nei prossimi anni prevede un deciso incremento dei modelli in gamma equipaggiati con il sistema antibloccaggio. Il risultato è una motocicletta sensibilmente differente dalla Sprint ST, con un carattere più Touring e meno Sport, in grado di dare soddisfazioni nella guida turistica come in quella sportiva, sulle autostrade come sulle strade tortuose di montagna, da soli come in coppia.



 

  • alias02
    alias02, Carrara (MS)

    ma perchè sempre questi manubri bassi?

    Perchè si ostinano a fare le moto da turismo (tranne la Bmw e poche altre) con questi manubri bassi che alla lunga stancano il collo, le braccia i palmi delle mani? Capisco che questa scelta è obbligata dal fatto che avendo un cupolino basso per conferirle una linea piu' filante devono costringere il pilota a stare parecchio inclinato con il busto in avanti per deviare sopra il caso l'aria, ma a memoria, ricordo le prime Bmw RT degli anni 80 con un cupolino enorme ed un bel manubrio alto che però ti faceva macinare migliaia di km senza mai entrare in crisi. Perciò non capisco i compromessi. La moto da turismo, a mio parere, non è da associare alla carenata ultimo grido o alla street fighter da esibire al bar, piuttosto un mezzo da lavoro adatta al viaggio autostradale.
  • MISTERBIKE01
    MISTERBIKE01, CASSANO D'ADDA (MI)

    PASSO LUNGO , MA TANTA QUALITA' AMO GLI INGLESI !

    mi preoccupano un po' i 268kg ad esempio sui tornanti di uno spluga... però gli inglesi dimostrano sempre pragmatismo e sobrieta' quando si tratta di progettare o ristilizzare , invece noi italiani siamo sempre li a rincoglionirci con le naked e le ipersport.
    complimenti alla triumph che fa moto incomprensibili per i biker italiani.
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