Harley-Davidson Street 750
La nuova stradaNew generation
Erano quasi 14 anni, dal debutto della V-Rod (equipaggiata con motore Revolution realizzato in collaborazione con Porsche), che Harley-Davidson non concepiva una "piattaforma" su cui basare una nuova famiglia di motociclette, presentando un modello totalmente nuovo. Ed ora eccola qui la Street 750, la piccolina di Milwaukee, ma costruita fuori dagli States, capostipite di una neonata generazione di moto pensata per avvicinare i motociclisti più giovani al marchio americano. Proprio per questo la Street è un mezzo facile, con la sella e il baricentro bassi, una buona distribuzione dei pesi e una propensione all'uso cittadino, ma non solo. In Italia arriverà nel secondo trimestre del 2014 nella sola declinazione da 750 cc, ma esiste una altrettanto interessante versione da 500 cc che non ci sarebbe dispiaciuto provare.
Dicono di lei
Matt Levatich, President e Chief Operating Officer, Harley-Davidson Motor Company
«Queste sono le nuovissime moto della nostra linea Dark Custom, uno stile che ci ha permesso negli ultimi cinque anni di diventare il marchio più venduto tra i giovani motociclisti negli Stati Uniti. Lo spirito e le caratteristiche della Street 750 e della Street 500 hanno preso ispirazione dalle idee dei nostri clienti, che sono sempre più al centro del processo di sviluppo prodotti e guida del recente successo Project Rushmore».
Mark-Hans Richer, Senior Vice President e Chief Marketing Officer Harley-Davidson Motor Company
«La Street 750 e la Street 500 firmate Harley-Davidson sono la piattaforma di lancio perfetta per una nuova generazione di motociclisti che desiderano una moto che si adatti al loro stile di vita urbano e originale e alle loro esigenze di guida: veloce e agile, questa nuova motocicletta è un’autentica Harley-Davidson e ha l'anima Dark Custom».
Matthew Knott, PR e Communication Manager EMEA di Harley-Davidson Europe
«Il modello Harley-Davidson Street 750 è stato progettato per far fronte alle sfide vissute ogni giorno dai motociclisti della città europee. Questa moto sposa grande manovrabilità e agilità, uno stile unico dal sapore Dark Custom e potenza istantanea, doti che permettono ai biker di sfuggire alle automobili, ai bus e ai taxi che intasano le strade dei centri. Quest’ultima creatura di Harley-Davidson è nata per soddisfare le esigenze dei motociclisti urbani ed è il mezzo ideale per scoprire, con stile, la città».
Dark Custom, vediamo come è fatta
Motore e scarico nero opaco, particolari nero lucido. Il total black dà alla Street quel tocco di grinta che manca alla sua linea, un po' seduta nella parte posteriore - complice il cerchio da 15" - e non proprio entusiasmante nelle forme. Bello il richiamo al passato dato dal faro con cupolino tondeggiante - da vera café racer - e dai soffietti in gomma sulla forcella. Così la linea va a richiamare quella della bella XLCR 1000 Café Racer, che dagli Anni Settanta fa battere il cuore di molti appassionati, anche se il paragone con “il mito” ci sembra un tantino azzardato.
Le finiture deludono le nostre aspettative e sono senza dubbio lontani gli standard Harley che conosciamo. I blocchetti dei comandi, i cavi elettrici a vista e un po' di plastica di troppo le tolgono quell'alone di fascino che normalmente avvolge le moto di Milwaukee. Rimane il fatto che abbiamo a che fare con una entry-level. Harley, e fa strano dirlo, ma pur sempre una entry-level. Minimal anche la strumentazione, che prevede il classico tachimetro analogico tondo e un piccolo display per le informazioni di base. I cerchi (anteriore da 17", posteriore da 15") sono in alluminio a sette razze, dalla linea molto classica, ma per i più esosi spiccano tra gli optional gli originalissimi Typhoon Custom Wheel. A catalogo anche la sella monoposto, le grafiche adesive colorate e il copricollettore di scarico forato. La gommatura Michelin (100/80 R17 e 140/75 R15) si comporta ottimamente sull’asciutto, traspare invece qualche insicurezza sul bagnato, complice un pessimo asfalto scivoloso nei tratti “bagnati” del nostro test nel centro di Madrid.
Anima cittadina
Sella e serbatoio bassi, pedane e manubrio alti: la seduta è molto raccolta, forse troppo. Le ginocchia risultano alte rispetto al baricentro e il manubrio vicino al busto. Nonostante questo la posizione in sella non stanca e probabilmente il fatto di avere tutto a portata di mano e sotto controllo infonde sicurezza ai neofiti, clienti per cui Harley ha pensato questa moto. Pilota comodo, passeggero no: come su tutte le piccole custom, si prendano ad esempio le moto della famiglia Sportster, lo spazio riservato all’ospite è striminzito e scomodo, col rischio di risultare “appollaiati” e succubi di tutte le sconnessioni del terreno.
All’avvio del motore il rombo dello scarico lascia subito trasparire la grinta del nuovissimo propulsore Revolution X, scattante e con un’erogazione sempre lineare, racchiuso in uno snello telaio a doppia culla anch’esso di nuova concezione. I 222 kg di peso (206 a secco) sono avvertibili solo sulla scheda tecnica, sia in marcia che durante le manovre di parcheggio la piccola Street rivela un'agilità inaspettata, idem per quanto riguarda la capacità di svicolare tra le auto nell'intenso traffico madrileño, praticamente uno scooter col bar&shield sul serbatoio! Unica pecca nell'uso cittadino la leva della frizione lontana e bassa, che tende ad affaticare la mano per la corsa troppo lunga. Di tutta risposta abbiamo trovato invece molto buono il cambio a 6 marce: poco rumoroso, veloce, dolce e preciso negli innesti. I rapporti più lunghi rispetto a quelli a cui ci ha abituato Harley evitano le continue cambiate, proprio per favorire la semplicità e il piacere di guida. Altro punto complice della sicurezza in sella è la seduta very low: sono solo 709 i mm che ci separano dall'asfalto.
Il V-Twin a V di 60° da 749 cc e raffreddato a liquido può contare su 48 cavalli di potenza, una coppia di 60 Nm a 4.000 giri e su un buon allungo, privo di vibrazioni a tutti i regimi. Anche sulle lunghe percorrenze il comfort di guida e la stabilità non mancano; certo la protezione dall'aria è decisamente scarsa, ma... abbiamo già sottolineato la propensione più cittadina della Street. Da evidenziare però che anche sui percorsi collinari, nel misto veloce, la settemezzo si è rivelata divertente e veloce nei cambi di direzione (grazie anche al piccolo pneumatico da 140 al posteriore) ma con una scarsa luce a terra che smorza gli entusiasmi quando ci si prende un po' troppo la mano.
Si comportano bene le sospensioni, che soffrono solo i colpi più duri; convince meno l'impianto frenante: l'ABS – fosse stato almeno offerto come optional - avrebbe dato un tocco di sicurezza in più a una frenata blanda e spugnosa, soprattutto al posteriore dove è richiesto un affondo ben deciso del pedale. I consumi rilevati sono di circa 18 chilometri percorribili con un litro di carburante, che si traducono in un’autonomia di oltre 230 chilometri col pieno del serbatoio da 13,1 litri.
Una moto per tutti
La nuova Street 750 si rivolge ai giovani biker che sognano le moto americane, a chi è già motociclista ma vuole un’Harley “per tutti i giorni” o a chi desidera un mezzo dalle grandi possibilità di personalizzazione: la moto è una tela bianca che si presta indubbiamente a customizzazioni dettate dalla fantasia di professionisti e non. E' prodotta in India e, nonostante abbia fatto storcere il naso a diversi appassionati già dal suo debutto al Salone di Milano lo scorso novembre, bisogna contestualizzare la piccola Street in un momento economico particolare e difficile all’interno del quale forse, a ben guardare, risulta un prodotto decisamente azzeccato e adatto anche ai mercati emergenti. Sicuramente si è rivelata una moto valida, adatta a tutti e particolarmente indicata a chi si avvicina alle due ruote; complice anche il prezzo, che parte da 7.800 euro per la colorazione nera lucida e arriva a 8.000 per la nera opaca o la rossa lucida.
Pregi
Guidabilità | Motore | Sospensioni
Difetti
Finiture | Frenata | Leva frizione
... bah!
A prescindere dalle considerazioni sul rapporto qualità/prezzo, sul fatto che quest'ultimo sia vergognosamente (e inspiegabilmente) vicino a quello della 883 (che già ai miei occhi è un "vorrei ma non posso")... fatto sta che questa moto è BRUTTA! Ed ha un aspetto poverissimo... davvero triste!
In questo caso più che in altri, non potete giudicarla delle foto.. va proprio vista dal vivo! Possibilmente parcheggiata di fianco ad altre Harley... ;)