Vespa Sprint 125
primavera sportivaIl legame tra Roma e Vespa sarà pure abusato, ma esercita sempre un fascino irresistibile: non poteva che debuttare sulle tormentate strade capitoline la Sprint. L'ultima vespa è già disponibile presso la rete vendita Piaggio, insieme alla Primavera che l’ha preceduta solo di qualche mese e che era stata presentata al Salone di Milano di novembre. Rappresenta l’evoluzione più moderna del concetto di scooter legato al nome Vespa. Un brand con un piede nel passato, al quale si richiama con puntuale precisione quando di tratta di trovare ispirazione per battezzare i nuovi modelli, ma con occhi ben puntati sul futuro: la produzione di Vespa è cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi anni e nel 2013, grazie all’ampliamento dei mercati mondiali che compensano l’affanno italiano, ha toccato quasi le 190.000 unità. Con lo sprint assicurato dalla... Sprint (perdonate la battutaccia!) è lecito ipotizzare che nel corso dell’anno verrà superata la barriera fortemente simbolica delle 200.000 Vespa in uscita dalle catene di montaggio dei due impianti nei quali nasce, lo storico di Pontedera ed il vietnamita di Vinh Phuc, nei pressi di Hanoi.
Sorridete, è tornato il Vespino!
Se la Primavera ha sostituito la LX, Vespa Sprint manda in pensione la S, la versione più sportiva di LX, proseguendo così la tradizione di realizzare, su una stessa base tecnica, due modelli molto diversi. L’elenco degli elementi tecnici tipici della Sprint parte dai cerchi ruota in lega di alluminio da 12 pollici: è la prima volta che una Vespa “small body”, o scocca piccola, esibisce cerchi di grande diametro e pneumatici di generose dimensioni, analoghe a quelle delle Vespa della serie GTS. Altra presenza distintiva, il faro anteriore, rettangolare e con cornice cromata, come le Vespa sportive; carattere, quest’ultimo, enfatizzato da dettagli importanti, come le bordature rosse che ornano le prese d’aria allo scudo o la molla, sempre rossa, della sospensione anteriore. Il guidatore ora ha a disposizione più spazio per le gambe dietro lo scudo e la nuova pedana facilita l’appoggio dei piedi a terra, grazie alla particolare sagomatura ed alla ridotta altezza della sella, a 790 mm dal suolo. La coda torna ad essere appuntita, come quella del primo prototipo che grazie alla sua somiglianza con l’insetto, ispirò il nome Vespa.
Gli omaggi stilistici alla storia di Vespa proseguono nella scomposizione dei rivestimenti del manubrio: torna la separazione orizzontale dei più famosi modelli Vespa, mentre i comandi elettrici sono inseriti in “bracciali” dalla finitura cromata, chiara citazione all’elemento che sui modelli storici fungeva da gruppo cambio/frizione, sul lato sinistro del manubrio. La strumentazione riprende le forme trapezoidali dei più classici strumenti Vespa: protetta da uno spoiler appena accennato, guadagna un nuovo sfondo nero per il tachimetro, mentre il riquadro digitale multifunzione ha una funzionale retroilluminazione rossa. La sella a doppie cuciture come la migliore tradizione della pelletteria italiana, nasconde un vano da 16,6 litri, che ospita senza problemi un casco full-jet grazie allo spazio recuperato dallo spostamento della batteria nel tunnel centrale della pedana. La zona posteriore è caratterizzata dall’ampio maniglione per il passeggero; apprezzato, poi, il richiamo alla V di Vespa offerto dal profilo dei led del proiettore posteriore.
Una scocca più rigida
Nessuna sorpresa: anche la Sprint, ovviamente, resta fedele al dettato delle Vespa che hanno l’elemento della carrozzeria in lamiera di acciaio a distinguerle da ogni altro scooter. In questo caso, il processo di saldatura avviene in una nuova linea automatizzata, a garantire elevati standard di qualità e precisione. L’attenzione ai vari componenti ha permesso livelli di rigidezza inediti: rispetto a Vespa LX ed S, la rigidezza del cannotto di sterzo aumenta del 36%, quella della flessione longitudinale addirittura del 154%, premesse ad intuibili vantaggi nella sicurezza e nel piacere di guida. Il collegamento del motore alla scocca avviene con un sistema di braccetti a due gradi di libertà (era uno sulla serie precedente) e adotta uno scontro con doppio tampone in gomma: ne consegue una consistente riduzione delle vibrazioni avvertite dal guidatore nei punti di contatto quali sella, manopole e pedana. Infine, pur conservando la sospensione anteriore monobraccio a perno trascinato, tipica della tradizione Vespa, la Sprint adotta un sistema ridisegnato, che dimezza gli attriti di scorrimento. L’ammortizzatore è fissato al supporto in alluminio che lo collega alla ruota tramite un perno, in luogo delle due viti precedenti: aumenta la scorrevolezza della sospensione, cresce il comfort di marcia e la capacità di assorbimento delle imperfezioni stradali, senza contraccolpi al guidatore.
Due cilindrate, tre motori
Partiamo dal 125 cc monocilindrico 4T raffreddato ad aria, con distribuzione monoalbero e 3 valvole (ovviamente due di aspirazione e una di scarico) e alimentazione a iniezione elettronica. L’albero motore, di nuovo disegno con bottone di biella e portate di banco ridotte, l’asse a camme infulcrato su cuscinetti e i bilancieri a rullo, assicurano un notevole miglioramento degli attriti di funzionamento, a favore delle prestazioni e riducendo i consumi. Il sistema di raffreddamento è stato oggetto di attente analisi, con simulazioni termofluidodinamiche, per migliorarne il rendimento, ottenere la riduzione della rumorosità meccanica e della potenza assorbita. I consumi di carburante quasi da record (si arriva fino ai dichiarati 64 km/l a 50 km/h) e gli intervalli di manutenzione lunghi (tagliandi previsti ogni 10.000 km) assicurano costi di gestione estremamente contenuti. Sono due le versioni di Vespa Sprint 50 cc: il due tempi della serie Hi-Per2 si rivolge a chi cerca prestazioni brillanti in ambiento urbano, mentre il quattro tempi con distribuzione a 4 valvole è il più potente propulsore del genere sul mercato, con 4,3 cv erogati a fronte di consumi ed emissioni inquinanti estremamente contenuti.
Accessori e caschi dedicati
Nessun limite alla fantasia ed alla voglia di personalizzare: ognuno potrà avere la Sprint così come la desidera. Per le ruote sono disponibili cerchi in lega di alluminio con finitura nera; il bauletto per contenere un casco integrale, verniciato in tinta e arricchito dal logo Vespa cromato in rilievo, è disponibile anche con schienalino imbottito per aumentare il comfort del passeggero. Tra gli altri accessori, il parabrezza in metacrilato con logo Vespa, il cupolino trasparente o fumè, i portapacchi anteriore e posteriore cromati, il telo copri gambe termico, la borsa interna per il bauletto, il cavalletto laterale in acciaio verniciato in nero e il telo per l’esterno; infine, anche per la Sprint sono previsti l'antifurto elettronico e quello meccanico sella-manubrio. Alla Sprint, poi, si accompagna una gamma di caschi: ai tradizionali Visor con la calotta che riprende il colore della carrozzeria del veicolo, si affiancano modelli dal design innovativo come il Visor Steel e il Visor Matt Black con finiture sportive e finiture in nero opaco. I caschi Vespa, tutti "Made in Italy", hanno interni rivestiti in tessuto 3D traspirante e sono previsti in cinque taglie, divise in due differenti dimensioni della calotta. Infine, una nota speciale la merita l'esclusiva borsa "Round Bag" che, posta in verticale sulla pedana della scooter come un tempo avveniva per la ruota di scorta, aumenta la capacità di carico con una nota di stile Vespa.
Sulle buche con disinvoltura
Ci saranno certo il Colosseo, San Pietro e Piazza Navona, ma di Roma si ricordano soprattutto le buche sulle strade: passano le amministrazioni, cambia il colore della casacca dei sindaci, ma loro restano imperturbabili al loro posto. In molti, ormai, ritengono che facciamo parte del paesaggio in forma stabile, come il colonnato del Bernini o la statua equestre di Augusto.
Quindi, se vivi a Roma, te le tieni; e se ci giri in scooter, stai attento. Primo elemento positivo: la Sprint sulle tormentate strade romane rivela un aplomb quasi britannico. Buche, sampietrini ed asfalto sconnesso non ne mettono in crisi le sospensioni, la Sprint rivela un corpo solido e reagisce bene anche grazie ai cerchi da 12”, che danno una mano alle sospensioni a digerire le asperità. Altro punto a suo vantaggio: maneggevolezza e agilità nel traffico, buona risposta del motore (abbiamo provato la 125) ai comandi del gas, scatto in partenza ed in ripresa per essere nel gruppo dei migliori che si contende la pole ad ogni semaforo. Infine, aumentando la velocità si apprezza la tenuta e la stabilità, oltre alla buona efficacia del sistema frenante quando viene chiamato ad interventi anche decisi.
Un appunto? Manca la cilindrata 150, che permetterebbe di prendere la tangenziale ed i raccordi autostradali. Una soluzione che a Roma (e in tutte le grandi città, anche a Milano è così) consente di risparmiare tempo prezioso. Peccato non ci sia dunque tale opzione, anche perché proprio sulle cilindrate maggiori la Sprint aveva costruito in passato il suo successo. La Vespa Sprint 125 è già disponibile a 3.900 euro franco concessionario; le versioni da 50 cc costano 2.890 euro per il modello 2T e 2.990 per il 4T. Anche le varianti cromatiche sono riprese dalla tradizione di Vespa: ai classici Montebianco, Rosso Dragon e Nero Lucido, per la Sprint si aggiungono due inedite tonalità, Blu Gaiola e Giallo Positano. Tutti i colori sono abbinati alla sella nera.
Pregi
Fascino fuori dal tempo | Maneggevolezza | Efficienza sospensioni
Difetti
Assenza cavalletto laterale di serie
Ancora il tamburo posteriore...
Come pensano di montare un ABS con il freno posteriore comandato a cavetto?
Forse le versioni dotate di tale strumento avranno un impianti tutto disco?
Lo avrei preferito fin da subito.
Saluti!
vespa futura