Husqvarna Svartpilen 701. Tremendamente divertente
Essenziale, leggera e bada al sodo questa Husqvarna Svartpilen 701, che tradotto dallo svedese significa “Freccia nera”, una moto che dal punto di vista estetico fa il verso alle moto da flat track, ma senza allontanarsi dal mondo naked, con un non so che di cafè racer.
Linee tese, poche curve e tanta personalità, un design che vuole dire qualcosa di nuovo, e che di certo fa parlare, nel bene e nel male, con poche vie di mezzo.
Quello che va detto però, è che la percezione di qualità c’è, e considerando il prezzo d’acquisto non proprio da discount, la cosa non è da sottovalutare. Plastiche e assemblaggi sono ben eseguiti, e i singoli componenti sono curati (ne è un esempio il tappo serbatoio “logato” in alluminio, così come i cerchi, con la “H” fresata alla base di una razza), lo sono decisamente meno i blocchetti elettrici che sono forse l’unico particolare sotto tono (inoltre manca il pulsante per il lampeggio).
Anche la dotazione ciclistica non è niente male, a partire dal telaio a traliccio in acciaio al cromo-molibdeno, passando per la forcella a steli rovesciati da 43 mm WP che prevede la regolazione separata per compressione e ritorno, così come il mono, entrambi con un’escursione utile di 150 mm.
Anche l’impianto frenante fa la sua bella figura, dotato di due soli dischi, vista la massa contenuta, 158 kg a secco, che con il pieno di 12 litri diventano 166, 320 mm anteriore e 240 posteriore, rispettivamente accoppiati a una pinza Brembo ad attacco radiale a quattro pistoncini che diventa uno per quella posteriore. ABS Bosch 9M+ a due canali per evitare spiacevoli bloccaggi.
L’accoppiata dei cerchi, 17 pollici per il posteriore e 18 per l’anteriore, riporta al mondo delle “flat track”, così come il disegno delle Pirelli MT60 RS, che garantiscono un grip inaspettato su asfalto, permettendo anche di affrontare qualche sterrato leggero in sicurezza e soprattutto divertendosi.
La parte del protagonista la fa il motore, un monocilindrico che è anni luce avanti ai motori “stradali”con questo tipo di architettura, che siamo abituati a provare. Non è un propulsore per il mercato asiatico riadattato, è un piccolo gioiello di tecnologia europea di 692,7 cc, raffreddato a liquido, doppio contralbero per limitare le vibrazioni, che eroga una potenza massima di 75 cv (55 kW) e 72 Nm di coppia a 6.750 giri/min. Potente ma non esasperato come indicano gli intervalli di manutenzione ogni 10.000 km.
Snella ma non essenziale la strumentazione, che però manca di un pulsante di comando sui blocchetti e che quindi obbliga a staccare la mano sinistra dal manubrio ogni qual volta si voglia consultarne le informazioni. Non si distingue per leggibilità, ma è sicuramente completa nella dotazione, che comprende contagiri e tachimetro, doppio contachilometri, temperatura liquido, livello carburante, orologio, rapporto inserito, tempo di percorrenza e autonomia residua.
Tra le varie spie di servizio è presente anche quella del controllo di trazione, che si può disinserire utilizzando l’unico pulsante privo di scritta, due colpetti, uno per selezionare e l’altro per confermare, e si entra in modalità “ludica”.
Come va su strada
La prima cosa che colpisce una volta saliti sulla Svartpilen 701 è la sensazione di comando e confidenza che solo una moto snella e compatta come lei possono infondere.
La posizione di guida è praticamente perfetta, e l’altezza della sella da terra, 835 mm, grazie alla modesta larghezza nella zona delle gambe, non disturba più di tanto e permette di manovrare anche da fermo senza particolare sforzo. La massa esigua della moto è evidente sin dai primi istanti di guida, muoversi agilmente nel traffico diventa un gioco e la leggerezza dei comandi esalta ancor più questa caratteristica.
Il mono non ama girare basso, ma basta navigare attorno ai 3.000 giri per evitare qualsiasi strappo sulla trasmissione, dopodiché è pronto a rispondere prontamente ad ogni apertura di gas. L’assetto è tutt’altro che sfrenato, le asperità e le sconnessioni varie vengono solo in parte filtrate, ed in questo fa la sua parte la sella granitica (ma non scomoda), che come leggerete più avanti, ha i suoi vantaggi.
Dove la Svartpilen 701 riesce a dare il meglio di se e a conquistarsi i favori di chi la guida, è nel extraurbano, magari in un bel misto, lento o veloce che sia. Qui il divertimento è ai massimi livelli, con il motore che è perfettamente affiatato e in sintonia con la ciclistica, ed entrambi permettono di togliersi soddisfazioni che nessuna pluricilindrica è forse in grado di dare. Svelta e rapida in tutto e per tutto, fulminea nel recepire i comandi del pilota, con il monocilindrico che risponde in maniera fulminea alle aperture di gas, e che allunga fino a 9.000 senza il ben che minimo indugio, un cambio assistito da un’elettronica che ne permette passaggi di marcia rapidi e precisi. In poche parole una goduria.
L’assetto che fatica a copiare le asperità cittadine, ma che lavora bene sui lunghi avvallamenti, si dimostra in linea con lo spirito della Svartpilen 701, e asseconda le eventuali velleità belliche del pilota, così come l’impianto frenante, potente e instancabile.
Notevole il grip offerto dalle Pirelli MT60 RS, che a dispetto del look tassellato, permettono di staccare forte e piegare tanto, senza che il controllo di trazione intervenga.
L’aspetto “sella granitica”, ci è piaciuto in quanto permette di sentire meglio il comportamento del posteriore quando si guida al limite, certo che alla lunga può stancare, ma non pensiamo che l’eventuale utilizzatore di questa moto ne valuti un possibile utilizzo a lungo raggio, magari con passeggero annesso pronto al sacrificio. E comunque “sul breve” rappresenta il divertimento allo stato puro, con un impegno fisico che le naked pluricilindriche più leggere possono solo avvicinare.
Piaccia o meno esteticamente, la Svartpilen 701 rilancia il concetto di moto divertente e poco impegnativa, leggera e potente quanto basta, con una ciclistica efficace e un motore che a dispetto dell’architettura semplice è un bel concentrato di tecnologia.
Maggiori informazioni:
Moto: Husqvarna Svartpilen 701
Meteo: soleggiato, 25°C
Luogo: Lisbona
Terreno: misto extraurbano
Foto: Milagro
Abbiamo utilizzato:
Giacca: OJ Legend
Guanti: OJ Spin Black
Scarpe: OJ Blitz
Pantaloni: OJ Experience
Casco: Bell Eliminator
Io ho la Vitpilen 701 e mi sono rivisto in tutte le tue considerazioni, assolutamente veritiere.
La moto è passione, odore, tatto, sensazioni a pelle...e in tanti, come giustamente dici tu, si sono abituati (o ci sono nati) a mezzi supercomodi ed efficienti (che poi nella realtà così non è). Tanti brand, anche italiani, costruiscono moto molto costose e non sempre all'altezza. Il gruppo Ktm negli ultimi anni ha fatto grandi passi in avanti e i modelli usciti sul mercato lo dimostrano, anche se non sempre apprezzati dalla massa che vuole tutto a buon prezzo. Benelli e Piaggio ne sono un esempio eclatante, e non bisogna meravigliarsi se poi la svalutazione di questi mezzi sia paurosa (io ho dovuto sudare per vendere un Beverly 350 semi-nuovo!). Per cui alla larga gli smanettoni, quelli che per fare 10 km si mettono tuta e stivali neanche dovessero fare un gran premio! Noi, che abbiamo altra classe, ci godiamo le due ruote per eccellenza.
Il suo peso assolutamente contenuto è un pregio non indifferente, per aumentare ancor di più la potenza a disposizione (già elevata per la sua categoria). Un motore mono con queste prestazioni è unico nel suo genere. Si guida con facilità ed estremo piacere, ad ogni km macinato si acquista maggiore sicurezza e quindi padronanza. Sotto i 3.000 giri sborbotta un po'? E allora?! Chi ha un minimo di esperienza saprà gestirlo al meglio, gli altri si astengano o prendano un noioso 4 cilindri made in japan.
Finchè l'elettrico non prenderà il sopravvento, e dovremmo dunque dimenticare odori e strattoni, sono queste le moto da guidare.
Si potrebbe dunque scrivere a lungo su tutte le caratteristiche di questa moto a dir poco straordinaria: tutto semplicemente perfetto, e progressivo. E a chi non piace...amen...ci becchiamo sui tornanti per i saluti!